IMPARIAMO A CONOSCERE GLI SQUALI
DIARIO DI BORDO
VI SPEDIZIONE SCIENTIFICA 2009
SULLE ORME DEL GRANDE SQUALO BIANCO
SULLE ORME DEL GRANDE SQUALO BIANCO
U N C O R P O P E R F E T T O
(Sara Spinetti – redazione del “Diario di Bordo”) – Gli squali possiedono 7 apparati sensoriali, ben 2 in più rispetto all’uomo, che sono perfettamente adattati alla loro vita da predatori.
Hanno un ottimo udito che consente una captazione dei suoni più bassi che noi umani non possiamo sentire, avvantaggiati dal fatto che nell’acqua questi si propagano più rapidamente ed a distanze maggiori rispetto all’aria.
Infatti essi percepiscono vibrazioni provenienti da oltre 2 km di distanza. Le orecchie sono interne e comunicano con l’esterno tramite due fori sopra la testa. Le vibrazioni sonore sono percepite soprattutto da un organo chiamato linea laterale, che posseggono tutti i pesci, che corre parallelamente ai fianchi e che è costituito da una serie di canali contenenti una sostanza gelatinosa nella quale sono immerse ciglia sensoriali. La sollecitazione del gel stimola le ciglia che trasmettono il segnale al cervello. Questa sensibilità può essere definita a metà tra il tatto e l’udito per noi uomini.
La maggior parte degli squali vede benissimo ed ha una costituzione dell’occhio molto simile a quello umano con la retina che riflette e concentra la luce anche in ambienti molto scuri. Oltre a ciò lo squalo bianco riesce a percepire anche i colori grazie allo stesso numero di coni e bastoncelli degli animali più evoluti, sia sotto che sopra la linea d’acqua.
Le palpebre degli squali posseggono un lembo inferiore mobile detto membrana nittitante che viene alzata a protezione dell’occhio in caso di pericolo, lo squalo bianco invece non possiede questa membrana ma ruota semplicemente l’occhio nascondendo la sensibilissima pupilla.
L’olfatto degli squali è finissimo e le narici poste sotto il muso consentono di sentire una sostanza organica odorosa,come sangue o urea, anche se diluita dieci milioni di volte. Questa capacità può essere la causa degli incidenti accaduti ad alcuni pescatori subacquei che sono soliti attaccare alla cintura dei pesi i pesci appena catturati.
segue … >>>
DIARIO DI BORDO
VI SPEDIZIONE SCIENTIFICA 2009
SULLE ORME DEL GRANDE SQUALO BIANCO
SULLE ORME DEL GRANDE SQUALO BIANCO
U N C O R P O P E R F E T T O
(Sara Spinetti – redazione del “Diario di Bordo”) – Gli squali possiedono 7 apparati sensoriali, ben 2 in più rispetto all’uomo, che sono perfettamente adattati alla loro vita da predatori.
Hanno un ottimo udito che consente una captazione dei suoni più bassi che noi umani non possiamo sentire, avvantaggiati dal fatto che nell’acqua questi si propagano più rapidamente ed a distanze maggiori rispetto all’aria.
Infatti essi percepiscono vibrazioni provenienti da oltre 2 km di distanza. Le orecchie sono interne e comunicano con l’esterno tramite due fori sopra la testa. Le vibrazioni sonore sono percepite soprattutto da un organo chiamato linea laterale, che posseggono tutti i pesci, che corre parallelamente ai fianchi e che è costituito da una serie di canali contenenti una sostanza gelatinosa nella quale sono immerse ciglia sensoriali. La sollecitazione del gel stimola le ciglia che trasmettono il segnale al cervello. Questa sensibilità può essere definita a metà tra il tatto e l’udito per noi uomini.
La maggior parte degli squali vede benissimo ed ha una costituzione dell’occhio molto simile a quello umano con la retina che riflette e concentra la luce anche in ambienti molto scuri. Oltre a ciò lo squalo bianco riesce a percepire anche i colori grazie allo stesso numero di coni e bastoncelli degli animali più evoluti, sia sotto che sopra la linea d’acqua.
Le palpebre degli squali posseggono un lembo inferiore mobile detto membrana nittitante che viene alzata a protezione dell’occhio in caso di pericolo, lo squalo bianco invece non possiede questa membrana ma ruota semplicemente l’occhio nascondendo la sensibilissima pupilla.
L’olfatto degli squali è finissimo e le narici poste sotto il muso consentono di sentire una sostanza organica odorosa,come sangue o urea, anche se diluita dieci milioni di volte. Questa capacità può essere la causa degli incidenti accaduti ad alcuni pescatori subacquei che sono soliti attaccare alla cintura dei pesi i pesci appena catturati.
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Nascoste nella pelle nella parte anteriore del muso degli squali inoltre si trovano le “Ampolle del Lorenzini”– dal nome dell’anatomista toscano che le descrisse per primo nel ‘600 – che possono essere descritte come un canale che si apre verso l’esterno con un poro: l’interno del canale è tappezzato di cellule sensorie che trasmettono i segnali elettrici al cervello. Sono anche definite elettrorecettori poiché individuano i campi elettrici fino ad un minimo di 0.01 microvolt per centimetro, che ogni essere vivente produce naturalmente permettendogli così di localizzare la preda anche quando questa è tanto vicina al muso da uscire fuori dal campo visivo .
Gli squali riescono infine ad orientarsi molto bene in acqua senza alcun punto di riferimento solo captando i campi magnetici terrestri: è come se avessero una bussola geomagnetica interna.
Per concludere tutti i sensi concorrono al buon esito dell’azione: dapprima la preda viene individuata dagli organi del sistema acustico e laterale, poi è l’olfatto a dirigere lo squalo fino a pochi metri, dopodiché subentrano i sensi a breve raggio d’azione come la vista ed i sensori elettrici delle ampolle del Lorenzini.
LO SAPEVATE CHE ?
LA CAPACITA’ DEGLI SQUALI DI PERCEPIRE I CAMPI ELETTRICI E’ STATA STUDIATA A LUNGO DAI BIOLOGI CHE HANNO RILEVATO CHE SE SI PONE UNA PREDA IN UN CONTENITORE ISOLATO ELETTRICAMENTE QUESTA NON VIENE INDIVIDUATA, LA STESSA CAPACITA’ SENSORIA PUO’ ESSERE INDOTTA IN ERRORE SE SI MUTANO ARTIFICIALMENTE I NATURALI CAMPI MAGNETICI ED ELETTRICI TERRESTRI.