IMPARIAMO A CONOSCERE GLI SQUALI
DIARIO DI BORDO
VI SPEDIZIONE SCIENTIFICA 2009
SULLE ORME DEL GRANDE SQUALO BIANCO
SULLE ORME DEL GRANDE SQUALO BIANCO
BOCCA E MORSO : SEGNI DISTINTIVI
E’ molto facile per i biologi e gli studiosi di squali attribuire al bianco la paternità di un attacco ad un mammifero marino o più raramente ad un uomo da un segno distintivo inequivocabile: l’impronta dei denti.
I denti dello squalo bianco sono fatti apposta per cacciare: quelli superiori sono larghi, relativamente piatti e a margine seghettato adatti a tranciare grandi pezzi di carne, quelli inferiori più piccoli ed acuminati servono allo squalo per afferrare la preda.
Come tutti gli squali anche il bianco cambia durante la sua vita circa 2000 denti. Ciò è reso possibile dal fatto che i denti non sono infissi nella cartilagine ma semplicemente ancorati al derma della mascella.
La loro formazione è continua per tutta la vita e sono soggetti ad uno spostamento in avanti ed ad un raddrizzamento progressivo dalla posizione inizialmente stesa all’interno del derma della bocca. Ecco perché la caduta di un dente, facilmente durante un attacco, segue un semplice rimpiazzamento da parte di quello che stava nella fila immediatamente dietro. I denti vengono sostituiti ogni 15 giorni circa e più frequentemente negli esemplari giovani che con la crescita cambiano anche la forma per adattarli alle abitudini alimentari:dai pesci ai mammiferi marini.
La specializzazione dei denti si accompagna alla contemporanea specializzazione delle mascelle.
segue … >>>
DIARIO DI BORDO
VI SPEDIZIONE SCIENTIFICA 2009
SULLE ORME DEL GRANDE SQUALO BIANCO
SULLE ORME DEL GRANDE SQUALO BIANCO
BOCCA E MORSO : SEGNI DISTINTIVI
E’ molto facile per i biologi e gli studiosi di squali attribuire al bianco la paternità di un attacco ad un mammifero marino o più raramente ad un uomo da un segno distintivo inequivocabile: l’impronta dei denti.
I denti dello squalo bianco sono fatti apposta per cacciare: quelli superiori sono larghi, relativamente piatti e a margine seghettato adatti a tranciare grandi pezzi di carne, quelli inferiori più piccoli ed acuminati servono allo squalo per afferrare la preda.
Come tutti gli squali anche il bianco cambia durante la sua vita circa 2000 denti. Ciò è reso possibile dal fatto che i denti non sono infissi nella cartilagine ma semplicemente ancorati al derma della mascella.
La loro formazione è continua per tutta la vita e sono soggetti ad uno spostamento in avanti ed ad un raddrizzamento progressivo dalla posizione inizialmente stesa all’interno del derma della bocca. Ecco perché la caduta di un dente, facilmente durante un attacco, segue un semplice rimpiazzamento da parte di quello che stava nella fila immediatamente dietro. I denti vengono sostituiti ogni 15 giorni circa e più frequentemente negli esemplari giovani che con la crescita cambiano anche la forma per adattarli alle abitudini alimentari:dai pesci ai mammiferi marini.
La specializzazione dei denti si accompagna alla contemporanea specializzazione delle mascelle.
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La mascella superiore non è attaccata al cranio ma è libera e si collega alla cartilagine mandibolare della parte boccale inferiore consentendo allo squalo il tipico movimento di protusione nella fase del morso. Quando uno squalo bianco attacca infatti, la mascella inferiore viene spinta in avanti per afferrare mentre un secondo dopo quella superiore si chiude per tagliare.
Questo comportamento si può dividere in 5 fasi: spostamento indietro della testa, depressione della mascella inferiore e sollevamento del muso di 40°, spostamento verso l’esterno della mascella superiore, inizio chiusura della bocca, fine del morso con muso e testa che riprendono la posizione ventrale rispetto al cranio. In situazione di morsi ripetuti questa ultima posizione è raggiunta solo quando finisce l‘attacco.
Tutto dura molto meno del tempo che serve per descriverlo.
LO SAPEVATE CHE ?
…ESISTE UNO STRUMENTO CHE PUO’ ESSERE DEFINITO COME UN “MORSOMETRO” CAPACE DI MISURARE LA FORZA DEL MORSO DI UNO SQUALO PARI A TRE TONNELLATE PER CENTRIMETRO QUADRATO; E CHE LA ROBUSTEZZA DEI DENTI E’ PARAGONABILE A QUELLA DELL’ACCIAIO NELLA SCALA MOHS DELLE DUREZZE.