IL TERREMOTO IN ABRUZZO: QUANDO A PARLARE SONO I SOCCORRITORI
E’ una delle tante, tantissime testimonianze degli operatori di Protezione Civile in questi giorni impegnati in Abruzzo. Nella nota che vi proponiamo a parlare è il nostro redattore Alessandro Sacripanti, non solo giornalista ma anche volontario dell’Associazione Europea Operatori di Polizia impegnata tra le macerie soprattutto ad Onna ed a Picenze. «Quelle persone – afferma – in paesi fantasma stanno vivendo i loro giorni tra la disperazione e la voglia di tornare alla normalità, e per questo le ringrazio di avermi insegnato a conoscere e ad apprezzare il vero valore della vita!». E’ un fiume in piena. Il suo racconto da soccorritore ha il sopravvento sulla cronaca giornalistica… e non potrebbe essere altrimenti. Non riusciamo a porgli nemmeno la prima domanda quando inizia a parlare e neanche ad interromperlo mentre riversa sui computer della redazione alcune fotografie e conclude gridando…
« N O N P O S S I A M O
L A S C I A R L I S O L I ! »
Sono rientrati sabato notte i volontari dell’Aeop Associazione Europea Operatori Polizia della Protezione Civile di Tarquinia (Viterbo), dall’Abruzzo dove sono intervenuti per portare il loro supporto alle squadre operative presenti sul territorio che stanno lavorando alle attività di soccorso nelle zone terremotate…
«Abbiamo trovato uno scenario devastante che lascia senza parole». Esordisce così il presidente dell’Aeop Tarquinia Alessandro Sacripanti. «Ci siamo uniti ai nostri colleghi Aeop dell’Abruzzo, che sono rimasti impegnati sin dai primi giorni a ritmo serrato tra le macerie nei luoghi colpiti dal sisma. Tra questi, lo voglio ricordare, spicca il nome del collega Rosario Zuccarello, fotografato dal settimanale Panorama e messo in copertina mentre soccorre un ferito tra le macerie di Onna con il titolo “Aiutiamoli”».
«Onna appare come una città fantasma dove non ci sono più le case – continua Sacripanti – ormai ridotte a cumuli di pietre mischiate a tutto quello che normalmente si trova in casa, che ti può far solo immaginare la potenza devastante del terremoto. Dopo Onna siamo stati distaccati direttamente dal Cto del centro operativo della Guardia di Finanza di Coppito a dare aiuto al gruppo della Protezione Civile di Novara e Ladispoli (Roma) nel piccolo paesino di Picenze sulle colline a pochi chilometri da L’Aquila per installare un campo d’accoglienza riunito, per tre piccole frazioni con poco più di mille abitanti. In quel frangente a Coppito abbiamo incontrato e salutato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che era arrivato per pianificare le operazioni di soccorso con tutti i rappresentanti degli enti e dei gruppi di volontariato presenti sul territorio. A Picenze insieme alla gente del posto che a perso tutto o quasi, abbiamo montato oltre 25 tende del Ministero dell’Interno e stabilito una situazione che può temporaneamente portare un minimo di tranquillità ad alcune famiglie rimaste senza tetto».
«Non avevo mai sentito e provato il terremoto – prosegue il presidente Sacripanti – e insieme ai miei operatori di Tarquinia Paolo Monti, Emiliano Propeti e Luca Monti, ci siamo trovati nostro malgrado a conoscerlo. E’ una cosa indescrivibile e la sensazione che si prova in quel momento è di smarrimento e di impotenza. La terra salta poi trema, ed infine per alcuni secondi ti sembra andare da destra a sinistra, come se ti sbattessero dentro un frullatore… e quando si ferma stai male, ti gira la testa, e ti rimane dentro. Per ben 12 volte abbiamo vissuto questa esperienza, di cui 5 scosse molto forti con danni alle strutture e quando siamo partiti alla volta di casa la terra tremava ancora».
segue … >>>
E’ una delle tante, tantissime testimonianze degli operatori di Protezione Civile in questi giorni impegnati in Abruzzo. Nella nota che vi proponiamo a parlare è il nostro redattore Alessandro Sacripanti, non solo giornalista ma anche volontario dell’Associazione Europea Operatori di Polizia impegnata tra le macerie soprattutto ad Onna ed a Picenze. «Quelle persone – afferma – in paesi fantasma stanno vivendo i loro giorni tra la disperazione e la voglia di tornare alla normalità, e per questo le ringrazio di avermi insegnato a conoscere e ad apprezzare il vero valore della vita!». E’ un fiume in piena. Il suo racconto da soccorritore ha il sopravvento sulla cronaca giornalistica… e non potrebbe essere altrimenti. Non riusciamo a porgli nemmeno la prima domanda quando inizia a parlare e neanche ad interromperlo mentre riversa sui computer della redazione alcune fotografie e conclude gridando…
« N O N P O S S I A M O
L A S C I A R L I S O L I ! »
Sono rientrati sabato notte i volontari dell’Aeop Associazione Europea Operatori Polizia della Protezione Civile di Tarquinia (Viterbo), dall’Abruzzo dove sono intervenuti per portare il loro supporto alle squadre operative presenti sul territorio che stanno lavorando alle attività di soccorso nelle zone terremotate…
«Abbiamo trovato uno scenario devastante che lascia senza parole». Esordisce così il presidente dell’Aeop Tarquinia Alessandro Sacripanti. «Ci siamo uniti ai nostri colleghi Aeop dell’Abruzzo, che sono rimasti impegnati sin dai primi giorni a ritmo serrato tra le macerie nei luoghi colpiti dal sisma. Tra questi, lo voglio ricordare, spicca il nome del collega Rosario Zuccarello, fotografato dal settimanale Panorama e messo in copertina mentre soccorre un ferito tra le macerie di Onna con il titolo “Aiutiamoli”».
«Onna appare come una città fantasma dove non ci sono più le case – continua Sacripanti – ormai ridotte a cumuli di pietre mischiate a tutto quello che normalmente si trova in casa, che ti può far solo immaginare la potenza devastante del terremoto. Dopo Onna siamo stati distaccati direttamente dal Cto del centro operativo della Guardia di Finanza di Coppito a dare aiuto al gruppo della Protezione Civile di Novara e Ladispoli (Roma) nel piccolo paesino di Picenze sulle colline a pochi chilometri da L’Aquila per installare un campo d’accoglienza riunito, per tre piccole frazioni con poco più di mille abitanti. In quel frangente a Coppito abbiamo incontrato e salutato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che era arrivato per pianificare le operazioni di soccorso con tutti i rappresentanti degli enti e dei gruppi di volontariato presenti sul territorio. A Picenze insieme alla gente del posto che a perso tutto o quasi, abbiamo montato oltre 25 tende del Ministero dell’Interno e stabilito una situazione che può temporaneamente portare un minimo di tranquillità ad alcune famiglie rimaste senza tetto».
«Non avevo mai sentito e provato il terremoto – prosegue il presidente Sacripanti – e insieme ai miei operatori di Tarquinia Paolo Monti, Emiliano Propeti e Luca Monti, ci siamo trovati nostro malgrado a conoscerlo. E’ una cosa indescrivibile e la sensazione che si prova in quel momento è di smarrimento e di impotenza. La terra salta poi trema, ed infine per alcuni secondi ti sembra andare da destra a sinistra, come se ti sbattessero dentro un frullatore… e quando si ferma stai male, ti gira la testa, e ti rimane dentro. Per ben 12 volte abbiamo vissuto questa esperienza, di cui 5 scosse molto forti con danni alle strutture e quando siamo partiti alla volta di casa la terra tremava ancora».
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«La gente è disperata, qualcuno ha perso anche più di una persona cara. Le macerie delle abitazioni sono in ogni dove al centro del piccolo paesino. Abbiamo accompagnato con i pompieri alcune famiglia a recuperare qualche oggetto in casa e a dare da mangiare anche a cagnolini rimasti ancora in giro senza padrone… anche loro sono degli sfollati».
«Torneremo ancora da loro, ci siamo attaccati a quella gente, e la dimostrazione l’abbiamo avuta quando venerdì scorso, di sera, siamo rientrati a Tarquinia per la processione e la mattina dopo, alle 5, siamo ripartiti per l’Abruzzo… quando ci hanno rivisto sembrava fossero passate settimane. Già oggi abbiamo ricevuto telefonate di auguri da quella gente che si trova nella miseria e quei piccoli gesti che per noi nella vita quotidiana sono niente, per loro sono una ricchezza. Per gli sfollati vedere un’uniforme vicino a loro, di qualsiasi colore essa sia, li rassicura. Abbiamo lavorato a fianco di persone che parlavano dialetti diversi, ma tutti con lo stesso principio comune, quello di portare aiuto a chi oggi è nello sconforto e nella totale distruzione serve tutto. Per fortuna la macchina dei soccorsi ha risposto tempestivamente alla richiesta di aiuto delle popolazioni colpite dal terremoto inviando strutture sanitarie, mezzi per l’assistenza, cibo e acqua a volontà».
«Quello che serve – continua Sacripanti – è già presente, vestiti e cibo che sono arrivati dalla Protezione Civile in quantità che va oltre il numero degli sfollati. Ora occorre la mano d’opera. In questo momento si scava e si lavora a mano, non solo nelle macerie, ma anche nelle tendopoli per creare nuove condotte fognarie nei campi di accoglienza e installare linee elettriche. I volontari tutti, di tutte le sigle, stanno dando il massimo in sinergia con i Vigili del Fuoco, che sono gli unici che possono decidere sulla stabilità degli edifici rimasti in piedi».
«Il mondo si è fermato il giorno dei funerali di stato a Coppito, dove eravamo presenti, anche noi di Tarquinia perché abbiamo rappresentato il nostro gruppo europeo dell’Aeop, insieme alle tante divise provenienti da tutta Italia… e quelle bare in fila con sopra i giocattoli e i pupazzi ti straziano il cuore. Il terremoto non è un nemico che puoi combattere, questo è il risultato di una battaglia senza pari. Adesso si deve guardare avanti e portare maggior contributo alle zone terremotate con la speranza che la natura la smetta di tormentare l’Abruzzo e dia il tempo di ricostruire al più presto quelle città devastate».
«Mentre noi ci stiamo organizzando con i colleghi romani dell’Aeop per una raccolta umanitaria da destinare alle zone colpite dal sisma – conclude Alessandro Sacripanti – abbiamo inviato i nostri cari auguri di buona Pasqua alle persone che abbiamo lasciato in Abruzzo ed a quelli del piccolo paesino di Picenze a L\’Aquila che stanno vivendo i loro giorni tra la disperazione e la voglia di tornare alla normalità, e per questo li ringrazio di avermi insegnato a conoscere e ad apprezzare il vero valore della vita!».
«Torneremo presto a Picenze, vorrei raccontare anche tante cose che ho visto a L’Aquila, ma quello che mi sento di dire più di ogni altra cosa adesso è “non possiamo lasciarli soli, continuiamo ad aiutarli”».