UN AMORE “TOTALITARIO” COME UN REGIME
V I N C E R E
di Mariangiola Castrovilli
Ormai non c’è più posto per una donna diventata fastidiosa e appiccicaticcia come una mosca, che quando capisce come stanno andando le cose, cioè molto male per lei, lo insulta pubblicamente dandogli del ladro e comincia a scrivere a destra e a manca, dal Papa Pio IX al prefetto, passando per tutte le istituzioni per far intendere le sue ragioni di moglie offesa.
Bellocchio si è innamorato di Ida di cui non sapeva niente, vedendo su Raitre nel 2005 l’interessante documentario di Fabrizio Laurenti e Gianfranco Norelli Il segreto di Mussolini, che spiegava una scomoda verità della Storia finora tenuta nascosta, anche se attorno erano nate inchieste e libri. Il segreto era quello di Benito Albino Mussolini, scomodo primo figlio maschio del condottiero, che il padre ignobile fece poi sparire come la madre, internandoli in un manicomio.
segue … >>>
V I N C E R E
di Mariangiola Castrovilli
Ormai non c’è più posto per una donna diventata fastidiosa e appiccicaticcia come una mosca, che quando capisce come stanno andando le cose, cioè molto male per lei, lo insulta pubblicamente dandogli del ladro e comincia a scrivere a destra e a manca, dal Papa Pio IX al prefetto, passando per tutte le istituzioni per far intendere le sue ragioni di moglie offesa.
Bellocchio si è innamorato di Ida di cui non sapeva niente, vedendo su Raitre nel 2005 l’interessante documentario di Fabrizio Laurenti e Gianfranco Norelli Il segreto di Mussolini, che spiegava una scomoda verità della Storia finora tenuta nascosta, anche se attorno erano nate inchieste e libri. Il segreto era quello di Benito Albino Mussolini, scomodo primo figlio maschio del condottiero, che il padre ignobile fece poi sparire come la madre, internandoli in un manicomio.
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«Già, ma proprio per questo Ida mi ha colpito con il suo amore totalitario che la fa rinunciare a tutto per un uomo ed il suo assoluto rifiuto del compromesso. Se avesse accettato di tornare nell’ombra, magari avrebbe potuto fare la signora, come è stato per le numerose amanti di Mussolini e come avviene in genere per tutte le amanti di uomini di potere del mondo. Ma lei no. Non potendo accettare il tradimento di quest’uomo amato come lei stessa dice nelle sua lettera ‘di un amore assoluto a cui ho dato tutto, compreso il mio patrimonio’ voleva assolutamente rivendicare la sua identità e quella di suo figlio».
Giovanna Mezzogiorno che difficoltà ha incontrato lei così solare ad interpretare un personaggio come Ida?
«Credo che la più grande sia stata quella di trasformarla in una folle. Sembrebbe facile ma non è stato così. Bisognava sottolineare alcuni aspetti del suo contraddittorio carattere. Ida è un personaggio moderno, direi una femminista ante litteram per i primi del ‘900 che arriva a sacrificare tutto, anche il figlio per quest’uomo. Lucida e determinata non è mai stata né maligna né calcolatrice».
«Certo è così naive. Come cieca non vede che il suo punto d’arrivo, non rendendosi conto che va verso il disastro totale. Con Marco abbiamo cercato un’interpretazione sobria, non facile per i toni drammatici. In più mi sono preparata con un coreografo perché Ida doveva essere molto fisica, infatti è come un cane da caccia che punta ad ogni costo sull’obbiettivo. Confesso però che ogni momento di questo film è stato duro e complesso».
E per lei Timi, cosa ha comportato essere il duce…?
«Rendere umano un personaggio storico che tutti conoscono, negli anni giovanili. Una sfida impossibile, ma proprio per questo
molto importante per me. Mussolini, al contrario degli uomini comuni che se si contraddicono diventano inaffidabili, lui, come tutti i dittatori che esternano per poi negare quello che hanno detto, acquistava credibilità. Difficile poi è stato uscire dal personaggio, soprattutto dopo tutte le sofferenze di Ida e di Benito Albino, perché qui interpreto sia il dittatore che il figlio, per cui devo imitare me stesso che imito il duce. Il ruolo non voleva abbandonarmi nemmeno tornando a casa».
Giovanna sul volto di Ida non si vedono gli anni che passano….
«La scelta di un invecchiamento leggero è stata voluta perché un make up troppo pesante distoglie l’attenzione del pubblico, soprattutto dopo aver fatto l’esperienza di un invecchiamento totale ne L’amore al tempo del colera . Quello che invecchia non sono rughe accentuate e pelle sciupata, ma l’uso di una specie di velo appannante…».
FILMATO TRATTO DA WWW.VISUM.IT