Triage: film di Guerra e non solo del Premio Oscar Tanovic

Triage: film di Guerra e non solo del Premio Oscar Tanovic

Festival Internazionale del Film di Roma(Mariangiola Castrovilli) – Ed ecco che finalmente la 4° edizione di Romacinemafest ha preso ufficialmente il via con l’interessante film del Trige - Locandinapremio Oscar Danis Tanovic che qui a Roma presenta in concorso Triage, tratto dall’omonimo best seller del corrispondente estero Scott Anderson inviato in Uganda, Bosnia, Beirut e Cecenia. Interpretato da Colin Farrell, Paz Vega, un superbo Christopher Lee, Kelly Reilly, Jamie Sives e Branko Djuric, Triage, girato tra Spagna e Irlanda, è un film di guerra ma non solo.

Mark (Colin Farrell) e David (Jamie Sives) sono due fotoreporter esperti in battaglie che avendo avuto sentore di un’offensiva dei ribelli curdi in Iraq, partono per riprenderla. Ma mentre Mark puntiglioso e mai contento è in cerca dello scoop sensazionale, David che sta per avere il suo primo bambino e non sopporta più la situazione disastrosa dell’ennesimo teatro di guerra, vuole rientrare per stare vicino alla moglie e riprendere solo ‘cose graziose’.

I due, almeno apparentemente si separano, e Mark, ferito gravemente il giorno dopo è trasportato all’ospedale locale nelle grotte di Harir che lui già conosce per aver fotografato poveri esseri in punto di morte ed il dottor Talzani (Branko Djuric) che si sostituisce a Dio, distribuendo cartellini gialli se ti reputa bisognoso di cure o azzurri se sei spacciato. Fine  a cui provvede personalmente con un colpo di pistola, per abbreviare, a suo insindacabile giudizio, atroci sofferenze.

Tornato a casa a Dublino rappecettato alla meglio Mark non è più lo stesso, e non da importanza al fatto che David, partito prima di lui non sia ancora tornato… solo l’aiuto di un valente psichiatra (Christopher Lee) nonno di sua moglie, riuscirà a tirarlo fuori dall’angoscia abissale in ci è scivolato, facendogli rivelare il segreto su David che aveva riposto nei più recessi meandri del suo cuore. Di più non vi diciamo per farvi apprezzare in pieno questo film che vale la pena di vedere, con un Tanovic che uscito dalle luci accecanti dell’Oscar, cavalca di nuovo la tigre.

Danis TanovicAbbiamo incontrato, subito dopo il film Danis Tanovic e Christopher Lee. E’ Tanovic  a rompere il ghiaccio confessando che  «dopo No Man’s Land non avevo nessuna intenzione di cimentarmi con un altro film di guerra. Appena letto il libro però, ho subito capito che volevo farne anche la regia, perché oltre ad essere un romanzo avvincente, l’esperienza post bellica, una volta che si smette di sparare, è un peso che ti rimane dentro. Le guerre cambiano a seconda delle latitudini, ma la sostanza è sempre la stessa».

Mister Lee
lei ha insegnato a Colin Farrell come si sopravvive ad Hollywood?  «Ho vissuto per dieci anni a Los Angeles e vi assicuro che è una vera lotta, altro che giungla d’asfalto. Adesso ho in uscita sette film e credo che non mi fermerò mai fino a che non ci sarò costretto… ma non mi permetterei mai di dire ad un giovane ciò che deve fare o non fare. E’ lui che deve trovare con la sua sensibilità il suo modus vivendi…»

In quanto a Tanovic non crede assolutamente alla neutralità dell’Onu.  «Neutralità non significa non far nulla, non prendere posizione, perche questo, favorendo gli oppressori  penalizza le vittime. Dopo  la seconda guerra mondiale si costituì La società delle Nazioni, che è poi scomparsa perché non aveva fatto il proprio dovere. Anche l’Onu finirà così, le cose stanno cambiando, ma per me, non abbastanza velocemente».

mikronet

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