“Lo spazio bianco”: la drammaticità delle nascite premature portata sugli schermi dalla Comencini

“Lo spazio bianco”: la drammaticità delle nascite premature portata sugli schermi dalla Comencini

Guardare al domani attraverso un vetro. . .

Lo Spazio Bianco - Un Film di Francesca Comencini

(Alessandra Giannitelli) – Lo spazio bianco è uno spazio mancato, sospeso. È lo spazio tra la vita e la morte, tra la speranza e la rassegnazione. L’attesa insostenibile in quel mare fatto di incertezze e di comunicazioni a senso unico – tra i genitori e il bambino, ma anche tra genitori e medici. Lo spazio in cui Irene si trova a dover lottare per uscirne, per iniziare a vivere.

 

Margherita Buy in una scena del film Lo Spazio BiancoLa gravidanza di Maria, insegnante di lettere alle scuole serali, si blocca al sesto mese e da quel momento la sua vita non sarà più la stessa. Sarà un tutt’uno con il respiro artificiale di Irene, come se la piccola non avesse mai abbandonato il grembo materno.
«Aspetto che nasca. O che muoia. Non lo so» è quanto risponde Maria quando le viene chiesto come trascorre le giornate della sua sofferente maternità.
A partire dal quinto mese di gestazione, madre e nascituro iniziano una comunicazione speciale, vitale per la salute fisica – ma soprattutto emotiva – del bambino, che si ripercuoterà poi sul suo futuro. Un legame che – una volta spezzato – non è semplice ricreare tra le pareti sterilizzate di un’incubatrice, ma che Maria persegue giorno per giorno, caparbiamente, tra i mille dubbi e le troppe paure per il futuro incerto di quella piccola vita che ancora non può stringere a sé.

Francesca ComenciniTratto dall’omonimo libro di Valeria Parrella, “Lo spazio bianco” di Francesca Comencini (presentato al Festival di Venezia 2009) conserva la stessa delicatezza con cui la giovane scrittrice napoletana accompagna, pagina dopo pagina, il buio di quell’attesa “senza fine”. «Senza fine, tu sei un attimo senza fine, non hai ieri e non hai domani…» sussurra premurosa Margherita Buy (Maria) allo scricciolo al di là del vetro che non ha passato e lotta per avere un futuro, mentre assiste incredula, contando anche i secondi, a quella strana e impressionante gestazione dal vivo. Fa uno strano effetto osservare il lento sviluppo del proprio bambino dal vetro di un’incubatrice, è un po’ come astrarsi dal proprio corpo e osservarlo da fuori, vedere come reagisce agli stimoli, come procede lo sviluppo, fino alla tanto agognata “seconda nascita”. Un vetro dietro il quale si tenta di ricreare l’ambiente materno indispensabile al nascituro, ma che non può trasmettere il calore umano di un genitore.

Lo Spazio Bianco di Valeria Parrella - EinaudiÈ davvero “un attimo senza fine” la sua piccola vita, un attimo tra il nulla e la vita stessa.
Il tentativo – ben riuscito – di sdrammatizzare realtà tanto dolorose, passa attraverso una Napoli fatta di difficoltà quotidiane e di una forte volontà d andare avanti, sempre. C’è tutta la speranza di chi alle sfide è ormai avvezzo e non si dà per vinto, anzi, combatte per vincerle. E quelle delle tante mamme e dei tanti papà di bambini nati prima del tempo è una sfida vera e propria, una battaglia dura, dolorosa, che richiede forza d’animo e ottimismo per essere affrontata e superata.

“LO SPAZIO BIANCO”  –  TRAILER

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Lo Spazio Bianco - Un Film di Francesca Comencini

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