“QUELLO CHE MI SPETTA” – Cinquant’anni di lotte sociali conflitti bellici e fanatismo religioso in Iran visto attraverso gli occhi di una donna: Parinoush Saniee

“QUELLO CHE MI SPETTA” – Cinquant’anni di lotte sociali conflitti bellici e fanatismo religioso in Iran visto attraverso gli occhi di una donna: Parinoush Saniee

QUELLO CHE MI SPETTA di Parinoush Saniee - GARZANTI (Mariangiola Castrovilli) – “Quello che mi spetta” di Parinoush Saniee è il titolo di un best seller messo al bando in Iran e pubblicato per la prima volta in Occidente dalla casa editrice Garzanti. La cosa curiosa è che il romanzo uscito nel 2003 era già arrivato alla sua 13° edizione prima che il governo di Ahmadinejad ne vietasse la diffusione perché il libro rivela la vera condizione delle donne iraniane prigioniere della tradizione e vittime degli uomini che lottano ancora in questi giorni e in queste ore contro il fanatismo.
Lahiji ShahlaSolo la rivolta capitanata dalla scrittrice Shahla Lahjii e dell’avvocato Premio Nobel Shirin Ebadi insieme a molti altri editori iraniani è riuscita a revocare il bando prima del processo intentato dall’autrice contro il ministero per la direzione culturale islamica, e adesso le edizioni sempre tutte esaurite sono arrivate a 19.
Parinoush SanieeIn “Quello che mi spetta” infatti c’è la descrizione di cinquant’anni di lotte sociali conflitti bellici e fanatismo religioso visto attraverso gli occhi di una donna vessata e oppressa che però non si è arresa e ha continuato per la sua strada contro tutto e tutti usando solo la bussola dell’intelligenza e del raziocinio. E una grande speranza anche di fronte al buio più assoluto. Il  romanzo infatti  è veramente appassionante e le 427 pagine si leggono senza poter posare il libro che sembra fatto un po’ come le scatole cinesi. Quando pensi di avere capito e visto tutto, ecco ancora un nuovo risvolto fino all’ultima pagina quando lo chiudi con un senso di amarezza profonda e non poche lacrime. Vale la pena di leggerlo e non vogliamo dirvi di più preferendo lasciare spazio all’incontro con la scrittrice in questi giorni in Italia e in Europa per un lungo giro promozionale.

Parinoush Saniee risponde alle domande dei giornalisti con l'ausilio di una interpreteAlta, elegante, in un tailleur pantalone scuro ravvivato da una camicia bianca e da un bellissimo girocollo, Parinoush è una donna molto curata dallo splendido dolce sorriso e dalle lunghe mani affusolate che muove continuamente quando parla. In farsi. E mentre racconta guardandomi negli occhi mi fa sentire come un pesce fuor d’acqua che non capisce una parola, aspettando la traduttrice…

Parinoush la settimana scorsa hanno arrestato a Tehran il regista Jafar Panahi, sua moglie e sua figlia, i registi Mohammad Rasulov, Mahnaz Mohammadi, Rokshareh Ghraem-Maghami  ed il cineoperatore Ebrahim Ghafari. Agenti in borghese del regime iraniano li hanno prelevati di notte, quando nel sicuro della propria casa si abbassano le difese…
Il regista Jafar Panahi«Purtroppo è il modello di arresto notturno che racconto nel mio libro dopo la rivoluzione islamica» ammette la scrittrice «perché questa è una cosa normale nei paesi del terzo mondo dove la vita privata viene mischiata con la politica. In occidente cambiano i presidenti. Via uno l’altro cambia forse solo la maniera di pagare le tasse ed alcune decisioni del governo che possono mutare situazioni di lavoro. Per noi invece cambia veramente tutto, dalle cose più importanti a quelle di poco conto. Per esempio con l’elezione di Ahmadinejad anche l’abbigliamento femminile è diventata una questione politica».

Quant’è difficile sopravvivere per un intellettuale ed una scrittrice in un paese contrario a cultura e progresso al femminile?
«In Iran sono psicologa e direttrice responsabile di un centro di  ricerche che lavora su studi che ci vengono commissionati da varie enti. Alcuni lavori sono stati pubblicati altri invece bloccati quando si accorgono che sono troppo… dettagliati. La scusa è sempre la stessa che si tratta cioè di segreti che non devono essere rivelati al popolo».
Parinoush Saniee «Io però volevo fare ricerche precise sul pianeta donna in Iran» continua accalorandosi la scrittrice «così abbiamo messo a punto un progetto pilota con i  miei collaboratori e poi l’abbiamo sviluppato autonomamente. Il risultato era troppo interessante perché andasse perduto visto che c’erano dati che riguardano la quasi totalità della popolazione. Pensai così di pubblicare questo materiale sotto forma di romanzo per farlo conoscere a livello nazionale».
 
Dopo tante lotte però il finale lascia con l’amaro in bocca…
«Anche in Iran il finale è stato molto discusso. Questo però più che un romanzo è un lavoro di ricerca ed i risultati non mi permettevano una chiusura consolatoria. La verità è quello che è. Nel nostro paese le donne si sacrificano sempre. Dimenticano se stesse ed i loro diritti arrendendosi a genitori, mariti e figli. Chiedendo loro quante volte sono andate dal medico per esempio viene fuori che lo hanno visto per accompagnare il coniuge, la prole e solo raramente per loro, con il nocumento che si può immaginare».

C’è un po’ di speranza di pace e di tranquillità per il suo bellissimo Paese, dove poter finalmente vivere ragionando con la propria testa?
«Ce lo auguriamo perché la speranza è sempre l’ultima a morire» conclude con un pallido sorriso Parinoush.

PARINOUSH SANIEE

{morfeo 34}

mikronet

Lascia un commento