A Marina Velca sulle rive del Tirreno… Libri, Lanterne volanti e Ombelichi roteanti
(Enrica Bissolati) – Questa sera “Etruschi e Romani a Banchetto”: quando il simposio si sposa all’alcova… cibi, bevande e condimenti nell’Etruria antica. Dopo “Gli Etruschi a luci rosse”, serata che ha avuto uno strepitoso successo, continuano al Saint Tropez di Marina Velca gli appuntamenti con la Cultura. Libri e cucina si amalgamano (e questa volta il binonio è perfetto) con una serata da “Mille e una notte” preannunciata per Sabato 31 luglio (d’obbligo l’inizio alle ore 22.00), in cui davvero gli Etruschi ed i Romani, quelli di oggi ovviamente, si troveranno a tavola insieme per far storicamente e simbolicamente pace, in una sera d’estate del terzo millennio, con un banchetto senza precedenti il culmine del quale sarà raggiunto attraverso uno spettacolo di “Lanterne Volanti”, “Ombelichi Roteanti”.
Il libro proposto nel corso della cena a base di Coda alla Vaccinara, Lumache ed Acquacotta è quello della professoressa Clotilde Vesco, esperta di arte culinaria e insegnante all’Università di Firenze, “Guida alla cucina etrusca – cibi e divertimenti in Etruria”. Altri libri di riferimento (in visione in un espositore e acquistabili nello Stabilimento) saranno “Magna Roma – cibi e bevande nella Roma antica” di Federico Zucchelli e il testo classico di Apicio “L’arte della cucina – manuale dell’esperto cuoco della Roma Imperiale” – con versione latina a fronte (introduzione, traduzione e commento a cura di Clotilde Vesco).
Tema della serata, alla quale parteciperà l’editore Felice Scipioni, una considerazione dai risvolti impertinenti tale da invertire la Storia e i luoghi comuni: “La società dei magnaccioni è nata con gli Etruschi e si è consolidata con i Romani ”. Ne parlerà Vittorio Gradoli, sommelier ed esperto cuoco, con un invito alla degustazione di vini tra una proiezione e l’altra prima di concludere le dissertazioni in un dibattito che coinvolgerà i presenti. Tra gli argomenti carciofi, rape, cipolle, peperoncino, porri, agli, asparagi, cavoli, fave, lenticchie che costituivano l’essenza della vegetariana cucina etrusca, mentre il miele, in particolare quello ricavato dal timo, faceva da principale condimento. Non tutti sanno che gli Etruschi conoscevano e apprezzavano le tagliatelle: ciò si desume dalle attrezzature rinvenute nella Tomba dei Rilievi a Cerveteri. Notizie che gli esperti hanno raccolto pellegrinando tra gli affreschi delle necropoli etrusche e i musei delle città dell’antica Etruria, rileggendo testi classici di autori contemporanei agli ultimi appartenenti alla Nazione Etrusca, riesumando le abitudini enogastronomiche di questo popolo che amava la primavera e l’eterno brindisi all’immortalità. Secondo gli Etruschi lo sdraiarsi a tavola per mangiare era come partecipare ad un rito sacro: il cibo aveva la funzione nobiliare e catartica di procurare l’immortalità.
Quindi, mangiare per vivere o vivere per mangiare?
Agli Etruschi piaceva mangiare bene e bere meglio. Per quei rigidi e austeri polentoni dei Romani, gli Etruschi erano dei perdigiorno che amavano la tavola e l’alcova. Mangiavano persino due volte al giorno, questi crapuloni. Da qui l’appellativo infamante di “gastribuloi”: schiavi del ventre.
Alcuni pseudostorici hanno sentenziato che se gli Etruschi si sono estinti, è perché pensavano soltanto a mangiare, bere e fare l’amore. Invece i Romani di inizio repubblica, che mangiavano una volta al giorno – come gli Inglesi ancora oggi – e in forza delle leggi restrittive in materia di sesso, hanno fondato l’Impero (verrebbe da chiederci perché certi popoli asiatici e africani, che mangiano una volta ogni due giorni, non abbiano fondato alcun Impero).
Oggi sappiamo che gli Etruschi furono dei grandi filosofi e che avevano capito tutto sulla vita.
Se ne sono andati come sono venuti: in punta di piedi.
La vita è un soffio, prendiamoci quello che ci è dato: è l’insegnamento che ci viene da questi nostri antenati, da quando Luciano Bonaparte, due secoli fa, ha cominciato a portare alla luce le loro tombe e i loro segreti:
“Vivere è un cader da molto in alto / e il finale rimane sempre quello: / un tonfo dritto dritto sull’avello, / non resta altro che goderci il salto”. E gli Etruschi se lo sono goduto.
Ma al Saint Tropez le considerazioni filosofiche saranno, passata la mezzanotte, alleggerite con il previsto spettacolo di Lanterne volanti e la Danza del Ventre (ormai un classico in questi incontri in riva al mare) del gruppo “The desert stars” mentre saranno serviti Kebab e Cous Cous. Insomma ancora una serata intrigante nel centro residenziale di Marina Velca arricchita tra l’altro da una mostra di Intonaco Etrusco realizzata da Giacinto Mazzola che concluderà in musica e karaoke la nottata etrusca che riprenderà Venerdì 6 agosto, sempre al Saint Tropez con “Chi disse donna disse danno?” per un “incontro-scontro” tra maschilisti e femministe. Di nuovo la Donna Etrusca al centro delle attenzioni che sarà messa a confronto con quella Greca e Romana. Lectio Magistralis, questa volta, con il Prof. Paolo Giannini etruscologo ben noto in tutta la Tuscia. A far da sfondo il libro la “La Donna Etrusca – bella, sensuale, colta e indipendente – La condizione femminile in Etruria” di Ciriaco Di Giovanni per i tipi di Scipioni alla terza edizione.
Ci saranno poi i soloni che si scandalizzeranno e grideranno: così la cultura si fa leggerezza. Mentre gli organizzatori ambirebbero dimostrare che la leggerezza può e deve farsi cultura: i “pensieri” vadano pure in vacanza, ma il “pensiero” deve cogliere questa opportunità per librarsi leggendo godendo.
Info:
Saint Tropez
0766.813287
333.4855415 – 3201917507
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