PORTO TURISTICO DI TARQUINIA: un sogno da concretizzare subito per il rilancio turistico-economico non più dilazionabile nella fascia tirrenica della provincia di Viterbo

PORTO TURISTICO DI TARQUINIA: un sogno da concretizzare subito per il rilancio  turistico-economico non più dilazionabile nella fascia tirrenica della provincia di Viterbo

 

Il navigatore solitario che, percorrendo la costa tirrenica dovesse approdare nei porti turistici che popolano la tratta costiera che da Sarzana (Liguria) arriva fino a Civitavecchia (Lazio), si accorgerebbe che la stragrande maggioranza degli approdi portuali esistenti è costituita da “porti esterni” ossia porti costruiti mediante propaggini artificiali, che si dipartono dalla costa ed entro le quali viene delimitato il bacino acqueo; il progetto per il nuovo porto turistico di Tarquinia (Viterbo) invece, è un “porto interno”, ossia un porto che si attesta all’interno del territorio e che, in questo caso, “sfrutta” l’esistente foce del fiume Marta (tra gli insediamenti di Tarquinia Lido e Marina Velca) ed il primo tratto del canale fluviale dello stesso per connettersi al mare.

Su un’area di circa 45 ettari sono state progettate le superfici e le strutture (attrezzature per lo sport ed il tempo libero e i collegamenti con la viabilità comunale) al servizio del porto stesso (i posti barca previsti sono 660, ampliabili fino a circa 1000, di cui 60 destinati ad imbarcazioni in transito). La scelta del “porto interno” é stata preferita oltre che da una valutazione relativa all’impatto ambientale anche in relazione alle indicazioni del Piano di coordinamento dei porti della Regione Lazio.
L’ubicazione geografica risulta particolarmente felice per la contemporanea presenza di alcuni fattori che possono essere così sinteticamente elencati:
1) La posizione strategica all’interno di un comprensorio come quello costituito dalla Tuscia, formato da un ricco patrimonio archeologico, architettonico e ambientale;
2) La vicinanza a Roma;
3) La presenza di insediamenti turistici come quelli di Marina Velca e Tarquinia Lido di notevole rilievo, anche se necessitanti di investimenti per un rilancio turistico ed un recupero di immagine;
4) La presenza di una Agricoltura come quella tarquiniese che garantirebbe alle diverse strutture portuali di avere prodotti freschi e rintracciabili durante tutto l’anno e con la quale si potrebbe dar vita ad una reciproca collaborazione per far conoscere a tutti i visitatori le incantevoli produzioni agricole della zona tramite l’organizzazione di Farmer market e trasmettere la conoscenza della natura all’interno delle Fattorie Didattiche.

Anche la posizione dal punto di vista nautico può essere ritenuta interessante in relazione alle mete turistiche di primario interesse come la Corsica, la Sardegna, il complesso dell’Argentario, il Giglio, nonché il sistema costiero a sud di Roma. Queste considerazioni sono importanti per la definizione del segmento di mercato verso cui intende rivolgersi la struttura portuale turistica che viene proposta.

Dal punto di vista prettamente commerciale il porto sul fiume Marta presenterà essenzialmente due gruppi di potenziali acquirenti: i proprietari di alloggi e ville in genere che costituiscono l’insediamento turistico di Marina Velca e Tarquinia Lido e i residenti di Roma e della bassa Toscana, nonché degli altri principali centri nel raggio di 100 – 150 chilometri.

Per come è stato concepito e aggiornato il progetto del Porto Turistico di Tarquinia rappresenta un’enorme opportunità di rilancio del comprensorio Tarquinia – Tarquinia lido sia in ottica turistica che occupazionale.

Per quanto riguarda il secondo aspetto occorre sottolineare che la costruzione del Porto rappresenterà un’enorme opportunità di lavoro per tutte le ditte edili e artigiane di questa area; non solo per ciò che concerne la costruzione vera e proprio del complesso ma anche per la fornitura dei materiali perlopiù della zona; tali ditte potrebbero riunirsi in un Consorzio che potrebbe proporre la sua offerta in ogni gara d’appalto che si promuoverà.

L’intervento del Porto consentirà un volano anche per tutte le attività agricole locali, sempre più in crisi, a causa delle difficile situazione economica mondiale; l’idea è sostanzialmente quella di organizzare all’interno delle strutture previste nel porto dei mercati di prodotti locali nell’ottica di creare una Filiera Corta per tutto ciò che riguarda il settore ortofrutticolo, cerealicolo e zootecnico. I prodotti di Tarquinia dovrebbero diventare un marchio del Porto stesso, un richiamo per tutti i turisti che lo caratterizzi e lo porti ad essere preferito rispetto alle altre strutture portuali esistenti. Il Progetto che si sta portando avanti non darà vita ad una struttura a sé stante rispetto al resto del territorio ma si integrerà con esso, accrescendone il suo potenziale. In questo contesto si ritiene che la chiave giusta sia la Filiera Corta, dal produttore al consumatore finale.

Il Porto turistico naturalmente rappresenterà una grandissima opportunità di lavoro anche come occupazione all’interno dello stesso complesso; vengono calcolati orientativamente in un attività portuale circa 30 posti di lavoro diretti ogni 100 posti barca; nel caso di Tarquinia si tratterebbe di circa 300 nuovi posti di lavoro diretti.

Nel Porto turistico, inoltre, sono previste nuove attività commerciali, connesse e non alla nautica da diporto nonché attività turistico ricettive e ricreative; anche sotto questo aspetto si tratta di un volano sia dal punto di vista occupazionale che turistico. Complessivamente si stima che, una volta realizzato il porto turistico, si creeranno 300 posti di lavoro diretti e 2500 considerando anche l’indotto. Da considerare, inoltre, che l’intervento è compatibile con le opere di arginatura realizzate e recentemente collaudate dall’ARDIS che hanno messo in sicurezza i comprensori di Tarquinia Lido e Marina Velca. Ciò che mancherebbe è un intervento alla foce del Fiume Marta che eviti insabbiamenti e consenta un migliore deflusso delle acque del fiume ed eviti l’accumularsi di detriti di dimensioni medio grandi. Studi condotti recentemente vanno in questa direzione e le opere previste per il Porto consentirebbero tutto ciò.

Nota importante l’ “Inpatto Zero” sull’ambiente. Infatti è stata assunta come linea guida per l’integrazione ed il miglioramento del progetto il principio della “eco-sostenibilità”. Per la realizzazione e la gestione del Porto Turistico di Tarquinia, pertanto si punterà su:
° Tecnologia fotovoltaica per tutto il fabbisogno elettrico del complesso, cercando di integrare il più possibile nei tetti i pannelli fotovoltaici in modo da creare un minimo impatto sulla struttura portuale.
° Tecnologia Geotermica a Bassa Entalpia (che si sviluppa con una rete di serpentine stese a circa 60 cm sotto il suolo) per tutto ciò che concerne il fabbisogno di riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria perlopiù del complesso ricettivo in cui verrà preferito un impianto tipo a pavimento.
° Tecnologia costruttiva: gli edifici avranno delle caratteristiche di costruzione particolari (muri da 50 cm , intercapedini coibentate ecc..) che li porteranno ad una classificazione energetica A+; in altre parole tutti gli edifici verranno realizzati in maniera tale da creare una minima dispersione di energia e quindi un fabbisogno minore.
° Tecnologia Solare Termica che verrà usata perlopiù ad integrazione dell’energia geotermica per la produzione di acqua calda sanitaria usando comunque il medesimo principio della tecnologia fotovoltaica, vale a dire disposizione dei pannelli in modo da creare il minor impatto possibile sulla struttura portuale.
° Approvvigionamento idrico del complesso che dovrà avvenire soprattutto attraverso la realizzazione di uno o più pozzi in modo da non gravare sulle scorte di acquedotti e consorzi di bonifica.
° Smaltimento dei Reflui che verrà messo in atto integrando la fognatura esistente con impianti di fitodepurazione e trattamento reflui, anche quelli delle imbarcazioni , particolarmente importante in un complesso di medie dimensioni come il porto.

In relazione alla sua fattibilità occorre sottolineare che recentemente sono state presentate le Linee guida per la redazione del nuovo Piano dei Porti e delle Coste del Lazio. Ad illustrare lo studio, elaborato dalla Giunta regionale, la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta a Roma, pochi mesi fa, presso la sede di via Cristoforo Colombo. Alla presentazione è intervenuto anche l’assessore regionale alla Mobilità e Tpl, Francesco Lollobrigida, con la partecipazione dei componenti della Cabina di Regia del Mare di cui fanno parte rappresentanti delle Province costiere, dell’Anci, dei ministeri dell’Ambiente, del Turismo e dei Trasporti, della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, degli assessorati e direzione regionali competenti. Si è trattato di un’analisi preliminare ed approfondita del sistema portuale laziale per individuare scenari ed obiettivi, al fine di arrivare a una pianificazione integrata e sostenibile delle aree costiere della Regione. L’obiettivo è creare un circuito portuale che affermi ancora di più all’interno del Mediterraneo il ruolo del sistema Lazio, in considerazione inoltre della sua collocazione geografica quale regione al centro dei traffici e degli scambi nazionali e internazionali. Fra gli obiettivi l’intensificazione delle ‘Autostrade del Mare’ per lo sviluppo del trasporto nazionale merci e passeggeri, la creazione delle ‘Metropolitane del Mare’ per il collegamento fra i porti e con le principali località costiere, l’incremento dei posti barca e la crescita dell’industria cantieristica. Lo sviluppo del turismo e delle economie passerà inoltre attraverso l’incremento delle aree dedicate alla nautica minore, con l’individuazione di nuove forme di capacità ricettiva di qualità. Il tutto, nel rispetto delle normative ambientali e paesaggistiche: la gestione del territorio dovrà infatti tenere conto delle analisi sul rischio ambientale effettuate sulle macroaree, della compatibilità idrogeologica, del fenomeno dell’erosione e delle zone soggette a vincolo.

Porto Turistico di TarquiniaOccorre anche evidenziare che la nautica da diporto, nonostante il permanere di carenze strutturali nel settore, ha validamente dato il suo contributo allo sviluppo dell’economia turistica nazionale.
E’ utile sottolineare però che in Europa in questo settore, l’Italia rappresenta il fanalino di coda, nonostante il nostro patrimonio costiero, e malgrado 2 italiani su 3 in vacanza preferiscano i soggiorni marini e lacustri. Pertanto il settore del diporto nautico non ha avuto lo sviluppo, almeno sotto il profilo quantitativo, che avrebbe meritato: i dati UCINA (Unione Nazionale Cantieri e Industrie Nautiche ed Affini) riferiti ad alcuni anni fa hanno rilevato un parco nautico per l’Italia di 630.000 unità pari a 11,4 unità ogni 1.000 abitanti.
In Francia, negli stessi anni, il parco nautico era di 1.066.300 unità, pari a 19,4 unità ogni 1.000 abitanti, in Inghilterra 27,9 unità ogni 1.000 abitanti ed in Germania, con uno sviluppo delle coste non paragonabile al nostro, 18 unità per 1.000 abitanti. Ancora più forte il divario se viene confrontata la situazione italiana con quella di alcuni paesi del Nord Europa, come Svezia, Norvegia, Danimarca e Olanda.
Senz’altro la politica fiscale italiana, fortemente punitiva su tutto il settore, ha influito negativamente sul suo sviluppo, ma va tenuta nel debito conto la forte carenza di attrezzature, di approdi e porti turistici. Per tornare nel Lazio, sempre alcuni anni fa, venivano stimati in circa 8.000 i posti barche attrezzati necessari nei porti laziali, con una carenza stimata fra i 4.000 e i 6.000 nuovi posti barca per soddisfare la domanda del momento. Indubbiamente la nautica da diporto rappresenta una notevole valenza per l’Italia in relazione agli aspetti socio-economici che investe; 20.000 posti di lavoro diretti e oltre 120.000 nell’indotto, più di 1.000 miliardi di fatturato annuo. Inoltre nell’attuale fase di congiuntura economica non sono certo trascurabili i 30 posti di lavoro che si creano nei porti turistici ogni 100 posti barca.

Infine c’è da chiedersi quanto costerà alle casse pubbliche il porto turistico di Tarquinia: esattamente nulla, poiché si tratta di un’iniziativa imprenditoriale che è tutta a carico di una società privata (Martana srl) già proprietaria di tutti i terreni necessari alla realizzazione del porto.

 

LE IMMAGINI DI UN PROGETTO

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Fonte e Info:
http://www.portoturisticoditarquinia.it 

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