“IL DITTATORE”: dissacrante, ironico e politicamente scorretto
(Mariangiola Castrovilli) – Dissacrante, ironico e politicamente scorretto Sacha Baron Cohen, uno dei più geniali attori, autori e registi degli ultimi anni è stato definito dal prestigioso magazine Rolling Stone come il creatore ‘di una delle più grandi e divertenti commedie dello scorso decennio‘. Dotato di un umorismo al vetriolo Baron rastrellò con Borat premiato nel 2006 al Toronto International Film Festival attorno ai 250 milioni di dollari worldwide, penny più, penny meno, portando a casa il Golden Globe come best actor, la nomination all’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale e tutta una serie di premi e riconoscimenti un po’ dovunque nel mondo. Ecco poi nel 2009 Bruno che ha prodotto, sceneggiato ed interpretato nel ruolo del biondissimo e gay reporter di moda austriaco, anche questo campione d’incassi, due film che hanno fatto conoscere la vis comica dell’attore britannico che si è imposto con la forza del suo gusto provocatorio, l’eccesso e la satira corrosiva spalmata in ugual misura su ebrei, omosessuali, attivisti politici, neri e minoranze in genere.
Eccoci allora a Cannes 65° con Il dittatore pellicola esilarante e demenziale in uscita da noi il 15 giugno con la Universal, anche questa diretta come le altre due da Larry Charles, tutta una girandola di risate, idee, voluti qui pro quo che avrebbero potuto essere la spina dorsale per lo meno di altri 2 film.
Si ride dal principio alla fine, forse in maniera epidermica ma come non divertirsi con il becero Leader Supremo dell’isolato stato nord africano di Wadiya, ricchissimo di petrolio e dunque con le potenzialità di una nuova Dubai, se non fosse per la povertà endemica, la totale mancanza di classe e l’incondizionato dominio del generale Haffaz Aladeen, tiranno anti occidentale per eccellenza ed irrimediabilmente allergico alla democrazia.
Le cose potrebbero andare bene nel mondo che il dittatore si è costruito su misura fin da quando a sei anni, perso il padre in un falso incidente di caccia, fu nominato Supremo Leader, regnando incontrastato con l’appoggio dallo zio Tamir,(Sir Ben Kingsley)suo uomo di fiducia, capo della polizia segreta, della sicurezza e, all’occorrenza fornitore di donne… Potrebbe andare bene dicevamo se non fosse per l’ingerenza dell’odiato occidente che ha cominciato ad interessarsi troppo da vicino agli affari di Wadiya mentre sono ormai 10 anni che le Nazioni Unite sanzionano il paese e Aladeen non ha nessuna intenzione di mettersi in casa un ispettore del consiglio di sicurezza a ficcanasare nel suo impianto segreto di armi ‘altrimenti perché sarebbe segreto‘?
Consigliato da Tamir accetta di andare a parlare all’Onu per difendersi dalle calunnie e gli insulti sempre più pressanti ed è così che con consiglieri, armi e bagagli parte alla volta di New York, dove succederà veramente di tutto, da un attentato in cui a rimetterci le penne sarà, come al solito il suo sosia, addetto a parare i colpi ad un innamoramento quasi fulminante. Da non perdere la sua parata in alta uniforme sulla Fifth Avenue a dorso di cammello, un pezzo d’antologia, ma a proposito di antologia anche se le note sono solo sette, ne Il dittatore ci sono furti e furterelli per esempio perpetrate ai danni de Il grande dittatore di Chaplin, Harold Lloyd, i fratelli Marx passando per il non raffinatissimo Lenny Bruce con un’improntitudine ed una faccia tosta degna di miglior causa.
E, come al solito follemente demenziali le sue argomentazioni «E’ scandaloso chiamarmi dittatore, io sono l’indemocraticamente Leader eletto dalla mia gente. In realtà il mio titolo completo è Ammiraglio Generale Aladeen, Supremop Leader, Oculista Capo, Invincibile, Tutto Trionfante, Amato oppressore della gente di Wadiya e Ottimo Nuotatore, anche a farfalla. Ho 118 dottorati di ricerca e un diploma in abbronzatura spray dal Qatar Communoity College». Argomentazioni che una volta tornato al potere, estrinsecate davanti ai delegati delle nazioni unite anche senza bisogno di traduzione suonano più o meno come vantaggi, ovvero poveri sempre peggio, ricchi in continua ascesa, elezioni truccate, controllo capillare della stampa, torturare e togliere di mezzo i nemici e compagnia cantante… insomma se volete lasciare da una parte la crisi che ci sta devastando e ridere senza pensare poi troppo per il sottile Il Dittatore che oltre a Sacha Baron Cohe e Sir Ben Kingley vanta un cast con Anna Faris, Megan Fox, John C.Reilly, Sayed Badreya e Jason Montzoukas, è il film giusto per voi.
{morfeo 126}
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