“Una volta nella vita” per la regia di Massimo Natale al Teatro7 di Roma
Al Teatro7 di Roma cinque attori per “Una volta nella vita”
(Mariangiola Castrovilli) – Regista cinematografico e teatrale Massimo Natale torna alla regia di una divertente pièce firmata da Gianni Clementi con Maurizio Paniconi, Alessandro Tirocchi, Silvia Delfino, Gianpiero Pumo e Gabriele Sabatini in scena al Teatro Sette dal 15 al 27 gennaio.
Natale qui tutto sembra scorrere all’insegna del surreale infatti si parla di… «Cadaveri. Lo spettacolo è ambientato in uno scalcagnato ed improbabile obitorio dove 4, o forse 3 cadaveri sono stati depositati ed affidati alle cure di un improbabile quanto curioso portantino. Ma ad un certo punto, uno ad uno si svegliano. E quella che sembrava una tranquilla nottata diventa una notte di tregenda…»
Cadaveri litigarelli però che non hanno dimenticato le cattive abitudini terrene… «I nostri cadaveri si risvegliano con tutte le abitudini, le nevrosi i tic di quando erano in vita. E come può capitare ad esempio in una traversata in barca la convivenza forzata diventa complicata. Gli aspetti caratteriali si amplificano. E come sempre in commedia (e a volte nella vita) le situazioni più estreme generano divertimento e comicità».
Perché litigano, per una questione di memoria mai sopita che continua ad agitare spiriti che dovrebbero ormai essere in pace o…? «In vita i nostri amici non si conoscevano. Si ritrovano nell’obitorio ed iniziano a litigare, un po’ come in barca o al bar, per tutto e per nulla… per questioni futili o serie».
È stato difficile mettere insieme gli attori, perché una pièce così non è poi semplicissima, ci vuole quel certo touch of class… «Devo dire che il gruppo che si è creato è veramente… magico. Alessandro e Maurizio (Tirocchi e Paniconi) sono oramai una “coppia di fatto”, da anni insieme su Radio Globo, poi su Comedy Central, nelle serate di cabaret e dalla prossima primavera a Colorado. Una sicurezza, affiatati ma con caratteri speculari che si completano perfettamente. Silvia Delfino è una certezza, Sistina, Brancaccio, Quirino, Manzoni di Milano, Verdi di Firenze. Ha calcato tutti i palcoscenici di Italia in ruoli importanti e sempre efficaci. Gianpiero Pumo è un attore siciliano eclettico e delicato. Per me una scoperta. Dà una umanità particolare al suo personaggio. Gabriele Sabatini è un attore e doppiatore la cui strada spesso si è incrociata con la mia. Anche lui ha importanti esperienze alle spalle e sempre riesce a dare una marcia in più ai suoi personaggi».
Lei scrive sia per il cinema che per il teatro, oltre ad essere l’impeccabile direttore della comunicazione del Teatro Sistina, cosa l’appassiona di più nel mondo delle immagini, la settima arte o la vita caotica in palcoscenico? «Diciamo che ho scoperto di essere felicemente bigamo! Non riuscirei ad immaginare di abbandonare una delle due strade. Anzi credo che passare dal palco al set sia un esercizio salutare. Aiuta a mantenere svegli e reattivi i riflessi e non permette di riposare sulle abitudini. E visto che parli della mia veste di autore non posso dimenticare di citare e ringraziare Gianni Quinto, uomo e autore bravissimo, con il quale sto lavorando a due copioni teatrali».
Ha mai pensato di scrivere libri? «Non di narrativa. Mi sarebbe piaciuto scrivere un libro sulla storia di mio padre e del cinema visto dai suoi occhi. Ma oramai credo ci siano troppi uffici stampa che scrivono memoriali, libri… e quindi meglio lasciare perdere».
Prossimo impegno? «Sto lavorando alla messa in scena di uno spettacolo musicale che si chiama “MR DAGO” scritto da Marco Bonini con le musiche di Roberto Colavalle. Lo presenteremo all’Auditorium della Discoteca di Stato a Roma il 28 e 29 gennaio. E poi sto lavorando alla produzione del secondo film, “Il traduttore”, che proprio il 28 dicembre è stato dichiarato “di interesse culturale” dalla commissione cinema del Ministero dei Beni Culturali».
Se avesse la possibilità di allestire una commedia a Broadway cosa sceglierebbe e con quali attori? «Potendo sognare mi piacerebbe portare a Broadway un prodotto italiano. Penso ad un musical molto bello scritto da Dino Scuderi “Il Bandito Giuliano”. Una storia della mia Sicilia che ha però un sapore internazionale. Sugli attori ce ne sono talmente tanti con i quali mi piacerebbe lavorare… Diciamo che cambierei un cast a settimana per averli tutti!!!»
E se invece avesse a disposizione il Lido a Parigi, saprebbe dove mettere le mani???? E non mi riferisco al lato B delle fanciulle… «Quello è un genere di spettacolo nel quale, registicamente, non credo mi troverei benissimo. Credo sia un genere in cui sia necessario avere un occhio “coreografico” importante e sviluppato».
{morfeo 138}
UNA VOLTA NELLA VITA
al Teatro7 di Roma
dal dal 15 al 27 gennaio 2013