Premio Città di Tarquinia: il vincitore Lorenzo Fiorucci e la mostra di Attilio Quintili all’Auditorium S. Pancrazio con l’esposizione al Museo Archeologico Nazionale
È lo storico e critico dell’arte Lorenzo Fiorucci ad aggiudicarsi il Premio Città di Tarquinia “Luciano Marziano” (Seconda Edizione) del valore di € 5.000,00, promosso S.T.A.S. – Tarquinia (VT), Società Tarquiniense d’Arte e Storia, e destinanato a eccellenti personalità della critica e della storia dell’arte che si sono distinte nella curatela di rilevanti eventi espositivi e per la loro produzione bibliografico/scientifica in riferimento alla ricerca sulla scultura ceramica.
La giuria di qualità composta da: Flaminio Gualdoni – Storico e critico dell’arte, vincitore della I edizione del premio, in qualità di Presidente di giuria; Elisabetta De Minicis – Fondazione CARIVIT e direttrice del Museo della Ceramica della Tuscia; Daniela Muratti – Nipote di Luciano Marziano; Giovanni Mirulla – Direttore delle riviste d’arteD’A. Design e artigianato e La Ceramica Moderna & Antica.; Attilio Quintili – Scultore ceramista di fama nazionale e Marco Tonelli – Storico e critico dell’arte, ha assegnato il premio a Lorenzo Fiorucci nella serata di venerdì 22 luglio 2022 presso Palazzo Vitelleschi, sede del Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia con la seguente motivazione:
«Si è deciso, con accordo unanime, di puntare su un esponente della generazione oggi mediana, individuandolo proprio nell’area di formazione ed esperienza nella quale lo stesso Marziano aveva esercitato il suo magistero. La scelta è caduta – né altrimenti poteva essere – su Lorenzo Fiorucci. Fiorucci ha un tipico profilo di studioso “con militanze”: impegnato sul piano che tradizionalmente si indica come accademico (preziosa è ad esempio la pubblicazione di Giovanni Carandente. Archives and documents, presso Silvana, 2021), considera non minori occasioni appetitose di lavoro come le mostre, i cataloghi, gli interventi su riviste, ovvero le trame di vivificazione del milieu della ceramica in ambiti anche felicemente impertinenti».
Il Premio Città di Tarquinia “Luciano Marziano” è nato e pensato in memoria di uno tra i critici nazionali più autorevoli per quanto riguarda la produzione ceramica, cui si deve l’importante contributo affinché tale linguaggio venisse sdoganato dal ruolo di sorella minore nel campo delle arti visive.
Èpromosso e organizzato dalla Società Tarquiniense d’Arte e Storia e realizzato con la collaborazione e il sostegno del MIC (Ministero della Cultura) e con il patrocinio del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza (MIC); Museo della Ceramica della Tuscia; Collettivo BAI (Bottega d’Arte Ippari) Comiso; Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia; Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti onlus; Fondazione Carivit; Palazzo Collicola – Galleria d’arte moderna “G. Carandente”.
È in corso, inoltre, fino al 15 agosto 2022 presso l’Auditorium S. Pancrazio la mostra di Attilio Quintili, artista fra i più importanti, autorevoli e riconosciuti a livello nazionale e attivi nel campo della scultura ceramista. “Nero argenteo. All’ombra della luce” a cura di Irene Biolchini si arricchisce e si completa oggi con l’aggiunta di tre vasi canopi che saranno esposti in via eccezionale presso una delle sale principali del Museo Archeologico Nazionale (Palazzo Vitelleschi) di Tarquinia. Gli originali vasi canopi etruschi prodotti a Chiusi e di forma antropomorfa, rappresentanti il defunto seduto in trono, vedono nelle opere di Quintili l’esplosione della testa, metafora di un significo simbolico e sacrale ben preciso, ovvero quello della liberazione dell’uomo. L’Auditorium San Pancrazio e il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia, oltre a richiamare alla memoria attraverso l’opera di Attilio Quintili atmosfere antiche e presenti, fanno da richiamo reciproco per i visitatori dell’uno e dell’altro contesto espositivo.
In “Nero Argenteo. All’ombra della luce”, titolo che già racconta di quelle particolari sfumature, non solo cromatiche ma anche e soprattutto simboliche che accompagnano il lavoro dell’artista, Attilio Quintili indaga il rapporto con il simbolo e con l’universale, ricostruendo una connessione con la sede della mostra e il territorio ospitante. La tradizione etrusca non viene citata letteralmente, ma si apre un confronto con un’idea dell’Oltre, creando una connessione tra terra e cielo. Ecco allora che le sue ceramiche si aprono dall’interno, la materia accetta lo squarcio e propone un aldilà che non è necessariamente legato allo spazio conosciuto. Fontana dichiarava: «Il senso della misurazione del tempo è finito. E anche la mia arte è tutta portata su questa filosofia del niente che non è un niente di distruzione, ma un niente di costruzione».
Ecco allora che la lezione dell’Informale viene eredita da Attilio Quintili che, senza alcuna volontà citazionista, presenta la propria ricerca sulle esplosioni, costruendo tramite la forza della deflagrazione nuovi possibili spazi. Il nero argenteo delle sue sculture torna quindi alla forza della nigredo, al primo stadio della creazione, o della “costruzione” per usare ancora una volta le parole di Lucio Fontana.
A curare la mostra è Irene Biolchini tra le più riconosciute e affermate studiose del settore. Attualmente impegnata nell’insegnamento di corsi d’Arte Contemporanea al Department of Digital Arts, University of Malta, è anche Guest Curator per il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, per il quale dal 2012 cura mostre site specific. Nell’ultimo biennio ha inoltre curato per ICA il programma di incontri Per un manifesto della ceramica del XXI secolo (28 ottobre 2021- 3 marzo 2022). Scrive di ceramica per la rivista Espoarte e cura la rubrica Gli artisti e la ceramica per il magazine Artribune. Nel 2021 è uscito per Gli Ori il volume VIVA. Ceramica arte libera, dedicato alla ceramica d’arte italiana del XXI secolo.
BIOGRAFIA
ATTILIO QUINTILI
Terni, classe 1964. Attilio Quintili dall’inizio degli anni novanta, oltre a conseguire la Laurea in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Perugia, si avvicina alla ceramica lavorando nella fabbrica della madre, Anna Maria Veschini, a sua volta discendente di una famiglia legata all’antica tradizione della ceramica di Deruta. Nel 1995 apprende la tecnica del lustro e, da allora, ne fa il proprio mezzo espressivo al quale si dedica con continuità sperimentando le possibilità artistiche offerte dalle ceramiche iridescenti. In un primo momento applica il Lustro rigorosamente alle tipologie rinascimentali derutesi non rinunciando ad una propria libera interpretazione che costituisce l’inizio del suo percorso artistico. In seguito Quintili mette la propria conoscenza della tecnica del lustro a disposizione di quegli artisti interessati a dare valore aggiunto alle loro opere in ceramica attraverso l’intervento finale del terzo fuoco. Dal connubio tra estro artistico e maestria tecnica sono nate numerose ed importanti collaborazioni con diversi artisti quali: Bruno Ceccobelli, Carlo Dell’Amico, Andrea Fogli, Jack Sal, Gianni Moretti. Il percorso artistico di Quintili trova un momento significativo con l’ideazione della mostra collettiva Spiritualità e Materia (Deruta, 2012) dove viene presentata l’installazione Spiritualità e Materia, tema che, da questo momento in poi, diverrà il fulcro della sua ricerca artistica. Nello stesso anno, si delinea la cifra artistica che lo contraddistinguerà in seguito, cioè le esplosioni: si tratta di deflagrazioni controllate di blocchi d’argilla fresca che così prendono forma senza alcun intervento ulteriore dell’artista. Il particolare gesto artistico che genera queste sculture informali viene presentato al pubblico con la mostra Terra di Rinascita (Perugia, 2013) e sugellato qualche anno dopo (Bianco Sporco, Faenza, 2016) con un testo di Enrico Crispolti, incuriosito da questo particolare processo. Il percorso artistico di Quintili non frena la sua poliedricità, dando ulteriore linfa al cenacolo artistico freemocco’s house, luogo di aggregazione conviviale ed espositivo aperto a tutti, artisti affermati e giovani, nato nel 2007 e ancora oggi in attività. La formula proposta da Quintili, organizzatore e promotore di questi eventi, è sempre, sin dalla fondazione della freemocco’s house, quella della serata-evento che unisce il momento conviviale e ludico a quello culturale-artistico, attraverso mostre della durata di una sera o performance eseguite nel corso dell’evento. Particolare attenzione viene conferita da Quintili all’editoria, con la realizzazione di libri d’artista presentati in occasione delle mostre nella sua freemocco’s house, nel frattempo diventata associazione di promozione sociale. Il suo percorso artistico si evolve continuamente, ma è alla fine del 2017 che Quintili presenta nel proprio studio la performance Inside che segna un altro momento significativo della sua ricerca artistica nel confine.
BIOGRAFIA
LORENZO FIORUCCI
Nato a Città di Castello (PG) nel 1982 storico-critico dell’arte, ha studiato all’Università di Perugia con Caterina Zappia e si è perfezionato all’Università di Siena con Enrico Crispolti. Dal 2020 curatore di progetti speciali presso il Museo Palazzo Collicola di Spoleto e Curatore per le mostre temporanee del Museo d’Arte Ceramica Contemporanea di Torgiano. Fondatore e membro del Comitato Nazionale per il centenario di Giovanni Carandente, e del Comitato Nazionale per il centenario di Pietro Cascella di cui è anche segretario. I suoi interessi di studio si sono concentrati sull’arte italiana del secondo dopoguerra, con particolare attenzione per le vicende della scultura informale e della ceramica del Novecento, fra invenzione artistica e design. Accanto alla ricerca storica affianca l’indagine critica curando mostre e seguendo artisti giovani ed affermati. In questa veste ha vinto il bando ministeriale “Exhibit Program”, 2020 rivolto a giovani critici-curatori. Ha inoltre vinto altri due bandi ministeriali in particolare il PAC, (piano arte contemporanea 2021) che ha permesso l’acquisizione di un’opera di Loris Cecchini al Museo di Palazzo Collicola di Spoleto e la realizzazione di un’opera site specific di Ugo La Pietra al parco di sculture di Brufa (PG). Tra le iniziative curatoriali in ambito ceramico ci sono: la mostra Terrae. La ceramica nell’Informale e nella contemporaneità (Città di Castello, Palazzo Vitelli alla Cannoniera, 2015), la retrospettiva sulla scultrice Nedda Guidi in occasione della XXVI Biennale di Scultura di Gubbio (Gubbio, Palazzo dei Consoli, 2016), la mostra Epigoni e falsi di Rometti (Umbertide 2016), Ugo La Pietra e la manifattura Rometti (Milano; Tarquinia 2018), Barocco e Barocchetto, colore e materia nella scultura ceramica di Lucio Fontana e Leoncillo Leonardi (Umbertide 2018), Keramikos 2018 (Viterbo 2018),Mediterraneo: Keramikos 2020 (Napoli 2020), Bruno Ceccobelli Ottavi ( Torgiano 2021), BACC Biennale di arte ceramica contemporanea a Frascati (2022), Incontri in terra (Deruta 2022) e Leoncillo nel segno del corpo (Fano 2022). Ha collaborato con Marco Tonelli alla mostra: Materia Prima (presso il museo della ceramica di Montelupo Fiorentino 2016 e 2017). Ha curato inoltre la mostra Etrusculudens, Origini trasformazioni e mutamenti, che documenta l’esperienza di Sebastian Matta e il laboratorio da lui creato a Tarquinia, attraverso il lavoro di tre allievi: Giovanni Calandrini, Luigi Belli e Massimo Luccioli. Si è occupato inoltre, attraverso saggi e curatela di mostre, di Giovanni Carandente, Leoncillo Leonardi, Fausto Melotti, Lucio Fontana, Edgardo Mannucci, Paolo Canevari, Ugo La Pietra, Claudio Massini, Maurizio Cannavacciuolo, Loris Cecchini, Vasco Bendini, Emanuele Astengo, Silvio Pasotti, Mino Ceretti, Valdi Spagnulo, Amilcare Rambelli, Franco Summa, Giancarlo Sciannella, Claudio Borghi, Giuseppe Pirozzi, Clara Garesio, Giacinto Cerone, Mario Raciti, Titina Maselli, ed altri. Ha inoltre partecipato alla realizzazione del catalogo ragionato delle opere del pittore Giuseppe De Gregorio e sta curando il catalogo generale della pittura e collage di Bepi Romagnoni. Collabora con l’Archivio Crispolti di Roma, la galleria Montrasio Arte Monza e Milano e la Manifattura Rometti di Umbertide (PG) di cui cura l’archivio storico. Scrive per le riviste “Contemporart”, “Hestetika” e “La Biblioteca di Via Senato” è tra i fondatori e membro del comitato scientifico della rivista “CAD 900”.
L’IMPORTANZA DEL PREMIO
NEL SOLCO DELLA MEMORIA
DI LUCIANO MARZIANO
Il Premio, nato nel 2018 dalla volontà di S.T.A.S., ripercorre nelle sue intenzioni e motivazioni quelle che furono di Luciano Marziano, destinando a eccellenti personalità della critica e della storia dell’arte che si siano distinte nella curatela di rilevanti eventi espositivi e per la loro produzione bibliografico/scientifica in riferimento alla ricerca sulla scultura ceramica, un riconoscimento che fortifica le stesse radici e vocazione della città di Tarquinia, dal 2004 Patrimonio dell’Umanità e sito Unesco, considerata a livello internazionale Pinacoteca del Mondo Antico per la presenza nel territorio di prestigiose tombe etrusche dipinte. Com’è noto, Tarquinia è un centro importante e di prestigio non solo per le sue origini arcaiche ma anche e soprattutto in tempi più recenti per la sua storia legata all’arte che l’ha vista, nel secondo Novecento, accogliere artisti e importanti personalità del mondo della cultura. Fra questi vi è Luciano Marziano, tra i critici nazionali più autorevoli per quanto riguarda la produzione ceramica, cui si deve l’importante contributo affinché tale linguaggio venisse sdoganato dal ruolo di sorella minore nel campo delle arti visive. Per queste ragioni la Società Tarquiniense d’Arte e Storia è decisa a sostenere e portare avanti il Premio Città di Tarquinia, per volontà della Presidentessa Alessandra Sileoni (nella foto) che, nel solco della memoria di Luciano Marziano, prosegue quell’importante lavoro di valorizzazione della ceramica nel contesto delle arti contemporanee. In questa edizione, il legame con l’arte ceramica è altresì rimarcato dalla prestigiosa sede in cui si è svolta l’assegnazione del premio: Palazzo Vitelleschi, sede del Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia, rappresenta idealmente il punto di congiunzione fra produzione antica e moderna: un dialogo da sempre ricercato da Luciano Marziano che vedeva nelle collezioni di originali etruschi e greci del museo, un modello di ispirazione fondamentale per un rinnovato slancio creativo.
LUCIANO MARZIANO
(Comiso 1923/Tarquinia 2016)
Una vita intensa quella di Luciano Marziano, una biografia nel segno dell’arte che inizia quando da Comiso lascia la Sicilia e si trasferisce ragazzo a Roma, dove si laurea in giurisprudenza. Frequenta poi i corsi di Storia dell’arte Moderna e Contemporanea tenuti da Giulio Carlo Argan, ed è lì che inizia il suo lungo appassionato viaggio nell’arte, che si concluderà simbolicamente quando il Presidente della Repubblica gli conferisce le onorificenze di Cavaliere e Commendatore nonché il Diploma di Benemerito della Scuola, della Cultura e dell’Arte e viene nominato nel 2015 Ispettore Onorario per la tutela e la vigilanza dell’Arte Moderna e Contemporanea. In questo lungo arco di tempo, dal 1929 anno della sua nascita al 24 marzo 2016, ultimo giorno della sua vita, Marziano ha onorato la cultura e l’arte con la sua presenza, con la sua intelligenza e nobiltà d’animo.Storico e critico d’arte, autore di saggi e libri, curatore di mostre, animatore di fermenti culturali, intellettuale sempre giovane e compagno di viaggio di tanti artisti, ha percorso i sentieri dell’arte in modo trasversale fino ad incrociare il mondo della ceramica, materia che fra i primi in Italia ha affrontato con spirito critico, grande passione e rispetto. Collaboratore delle più importanti riviste italiane e straniere d’arte e di architettura, con il cuore sempre però legato a quella che più gli permetteva di divulgare la sua visione contemporanea della ceramica, D’A e La Ceramica Moderna & Antica. Per scelta si trasferisce a Tarquinia, e anche lì porta il suo contributo di intellettuale animando la cittadina con mostre, conferenze e dibattiti con ospiti di eccellenza come Nino Caruso e Nedda Guidi. – (tratto da Addio a Luciano Marziano. Storico e critico d’arte allievo di Argan, fu tra i primi in Italia a studiare la ceramica contemporanea con approccio critico di Jasmine Pignatelli – Artribune del 27 marzo 2016)
✳ FONTE: Ufficio Stampa RP//PRESS