IL DEBUTTO DEL GRANDE REGISTA CANADESE IN QUALITA' DI PURO ARTISTA
di Mariangiola Castrovilli
Cronenberg com’è andata l’esperienza come regista di opera lirica, con la trasposizione de La Mosca in scena recentemente a Parigi e Los Angeles?
«L’idea è venuta a Howard Shore, l’autore delle musiche. Mi affascinava moltissimo poter fare qualcosa di completamente nuovo che non avevo mai fatto prima. Ma devo confessare – ammette sorridendo Cronenberg – che non è stato facile, anzi. Un’opera è come un transatlantico che deve cominciare a far manovra 2-3 km prima dell’attracco».
Adesso con le nuove tecniche si può fare di tutto, è d’accordo?
di Mariangiola Castrovilli
Cronenberg com’è andata l’esperienza come regista di opera lirica, con la trasposizione de La Mosca in scena recentemente a Parigi e Los Angeles?
«L’idea è venuta a Howard Shore, l’autore delle musiche. Mi affascinava moltissimo poter fare qualcosa di completamente nuovo che non avevo mai fatto prima. Ma devo confessare – ammette sorridendo Cronenberg – che non è stato facile, anzi. Un’opera è come un transatlantico che deve cominciare a far manovra 2-3 km prima dell’attracco».
Adesso con le nuove tecniche si può fare di tutto, è d’accordo?
Cronenberg s’interrompe un attimo e poi spiega,
«Credo tutto dipenda da quanto si considera ampio il proprio pubblico. Certo se fai un film da 100 milioni di dollari hai aspettative diverse. Dipende da che partita vuoi giocare. “La mosca”, è stato il mio film di maggior successo ben lontano però dal miliardo di dollari incassato da Il Signore degli anelli».
«Noi esseri umani siamo solo animali che si immaginano e hanno il desiderio di diventare diversi da quello che sono. E la religione o la cultura sono i mezzi per realizzare questo desiderio. Ecco, diciamo che mi interessa moltissimo questa forma di trascendenza, questo desiderio dell’essere umano di andare al di là di se stesso. E, anche se non è in programma, finisco poi per parlarne in tutti i miei film».
Cosa devono fare gli attori per piacerle?