AL TEATRO ELISEO DI ROMA “GIORNI FELICI” DI BECKETT

E S I S T E R E E R E S I S T E R E
di Mariangiola Castrovilli

Ma perché Winnie e Willie sono lì nella sabbia in attesa di… Godot? I Giorni felici del titolo si riferiscono con amara ironia alla perseveranza di Winnie a non arrendersi all’assurdità di una sitazione e a definire ‘felici’ i suoi giorni. Marchesini, perché proprio Beckett?
«Perché è dai tempi dell\’Accademia che lo desidero. È un\’opera che richiede una maturità anche personale. Quindi dovevo aspettare non solo di essere una cinquantenne, ma anche di avere un po\’ di storia alle spalle per affrontare un testo come questo, dove c\’è la vita, la morte, il nulla».
segue … >>>

E S I S T E R E E R E S I S T E R E
di Mariangiola Castrovilli

Ma perché Winnie e Willie sono lì nella sabbia in attesa di… Godot? I Giorni felici del titolo si riferiscono con amara ironia alla perseveranza di Winnie a non arrendersi all’assurdità di una sitazione e a definire ‘felici’ i suoi giorni. Marchesini, perché proprio Beckett?
«Perché è dai tempi dell\’Accademia che lo desidero. È un\’opera che richiede una maturità anche personale. Quindi dovevo aspettare non solo di essere una cinquantenne, ma anche di avere un po\’ di storia alle spalle per affrontare un testo come questo, dove c\’è la vita, la morte, il nulla».
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«Perché è l\’esatto contrario del percorso che stavo seguendo. E’ stata un\’inversione di marcia. Negli spettacoli comici mi impossessavo completamente del testo, riadattandolo, facendo tutti i personaggi. Qui affronto adesso un testo scarnificato, dove si impone un rapporto rigoroso perfino con le didascalie. Dove c\’è proprio una rarefazione, una riduzione al minimo del movimento, dello spazio, del tempo, della comicità. Forse è questa sfida che mi ha esaltato totalmente. Sicuramente una scelta molto rischiosa, un salto nel buio».
Marchesini, Winnie come portavoce di un’umanità sfinita e disfatta che però si accanisce ad esistere e… resistere…
«Certo, a dire tutte le parole che ci sono da dire, ad identificarsi con quelle per riempire il silenzio, per sottolinearlo, per abbellire la propria fine. In questa esaltante ricerca dell’oro, ficcata dentro un buco, bloccata fino al collo, aspettando la Fine della Partita, voglio proprio vedere se riesco a mantenere le promesse e… le parole! Oh, quello si, sarà un giorno felice!»