AERO vs IDRO… Aerei e Squali: quali similitudini? Una riflessione tra spiegazioni di tipo scientifico e filosofico di Franco Iosa.
(Franco Iosa) – L’altro giorno parlando con un amico, del più e del meno sul mio trascorso aeronautico e sulla mia nuova curiosità e passione riguardo agli squali mi è stata lanciata una sfida. “Coniugare i due argomenti” – La mia risposta “Impossibile”.
Con e senza la divisa dell’Aeronautica Militare Italiana, ho sempre fatto il Controllore del Traffico Aereo, le mie passioni, passatempi ed hobbies, sono sempre stati di breve durata; Il tutto legato a multi fattori ed impegni del momento.
Qualche esempio tra i più significativi: – Ho vissuto l’emozione della “caduta libera” nella mia breve esperienza di paracadutismo, ho passato ore ed ore di pazienza nell’assemblare, colorare e decorare modellini in scala di vari aeroplani, ho fatto sviluppare il senso dell’acquaticità ed insegnato nuoto a moltissimi bambini, ho imparato ad immergermi, e non ultime una moderata passione per la fotografia e per la moto, ma al di sopra di ogni cosa, ho sempre osservato ed ammirato la capacità delle evoluzioni degli aerei.
Anni 70 non c’erano DVD, home PC o altri mezzi tecnologicamente avanzati per la didattica, quali sono disponibili oggi. Non erano disponibili immagini o filmati in forma digitalizzata, ma solo foto su carta e film in pellicola.Il mio Comandante di reparto telecomunicazioni, vista la mia inesauribile voglia di sapere, mi prestò un videoproiettore. Dalla cineteca USAF ottenne il permesso affinché io potessi accedere ai filmati, non classificati, che trattavano l’argomento del volo.
Per ore ed ore la mia attenzione è stata catturata da immagini e spiegazioni, solamente in lingua inglese, che andavano dalla teoria del volo, alla progettazione e sviluppo di aerei sempre più sofisticati, dove la parola chiave era “AERODINAMICA”. Didattiche che andavano dall’attento studio dell’ala dei volatili alle prove nella galleria del vento, all’osservazione dei filetti fluidi, alla correzione delle fonti di turbolenza, allo sviluppo di superfici e forme di basso coefficiente di resistenza, per giungere alla realizzazione di velivoli di elevatissime prestazioni con il maggior rendimento aerodinamico ed il minor dispendio energetico. Illustrazioni su ali di ogni tipo, profilo, forma e struttura. L’assemblaggio di una miriade di componenti; superfici fisse e mobili di sostentamento (portanza) e direzionalità, correttori di flusso e sensori di vario genere.
Un esempio di evoluzione aerodinamica poco più che centenaria
Ricordate la mia passione per le immersioni? Ebbene agli albori di questo mio nuovo hobby, andando sott’acqua, tra barriere coralline e coloratissimi pesci tropicali, mi sono imbattuto in alcuni squali, che, passando a debita distanza, non dimostravano alcuna curiosità o interesse verso i sub. Li osservavo con quel timore dettato dal’atavica ed inconscia paura di questi grandi pesci. Solo la fiducia riposta nel mio istruttore mi ha trattenuto dal fare un’ignobile fuga.
Avevo visto anche un’altra cosa, ma l’eccesso di adrenalina ha in qualche modo offuscato la mia capacità analitica. Durante la notte insonne ho cercato di capire meglio ciò che avevo inconsciamente notato. Il giorno seguente, con grande spavalderia, ho affrontato l’immersione che mi promuoveva sub, questa veniva effettuata in una particolare area con elevata presenza di squali grigi di barriera. Il gruppo di sub posto in linea di fronte ed inginocchiato sulla sabbia del fondale, affacciava verso l’istruttore, che protetto da una cotta metallica, offriva del pesce agli squali.
Nessuna frenesia, nessuna competizione, nessun attacco all’uomo che dava loro da mangiare. Un po’ alla volta, un po’ più rilassato e diminuito il fascino di quel carosello, la mia attenzione si è spostata sulla forma di questo pesce e sulle sue pinne. Grandi “Grigi di Barriera”, ingigantiti dal vetro della maschera, che passando a pochi palmi dai nostri visi ci ipnotizzavano con il loro sguardo intenso. La pupilla, ellittica al centro di un iride verde quasi fosforescente, dava all’occhio un’impressionante freddezza…
La loro capacità di avanzare nell’acqua senza nessun sforzo apparente, il controllo e la fluidità nel cambiar direzione e profondità non poteva che appartenere solamente a chi è magistralmente adattato all’acqua ed alle leggi “del’IDRODINAMICA”. E qui trovai la risposta alla domanda rimuginata durante la notte precedente. Similitudine tra il volo degli aerei ed il nuoto degli squali.
Un corpo snello ed un muso allungato; Con la parte anteriore appiattita al fine di ridurre la resistenza nelle curve veloci e consentire gli spostamenti laterali durante il nuoto normale. La parte centrale più alta per indurre un maggiore attrito con la funzione di fulcro per compiere rapide svolte. Per dirla in gergo aeronautico “to be able to turn on a dime” ossia, per essere capace di girare su una monetina.
Sempre facendo un paragone aeronautico potremo dire c’è similitudine tra le superfici di controllo di volo di un velivolo e le pinne di un squalo; queste ultime, consentono all’animale di controllare i suoi movimenti in modo del tutto simile agli aeroplani.
Con la pinna caudale, oltre al controllo di direzione, ottiene la propulsione e con il corredo di pinne dorsali, pettorali e pelviche l’animale può ottenere e controllare la portanza, il beccheggio, il rollio e l’imbardata. L’incrocio dei tre assi di rotazione è posto in un punto preciso, per cui, in ogni specie di squalo la dimensione delle pinne è proporzionata alla dimensione del corpo e sono poste in modo tale da dare la maggior efficienza e manovrabilità a questo predatore così magnificamente evoluto.
IDRODINAMICITA’ perfetta grazie anche ad una pelle ricoperta da dentelli dermici appuntiti, che misurano da qualche decimo di millimetro a 1cm, e che incanalano l’acqua in un flusso laminare lungo tutto il corpo senza creare attrito, turbolenza e rumore. Trovo che, definire la pelle di squalo, come carta abrasiva, sia un’offesa alla perfezione.
In torre di controllo, l’osservazione continua della posizione degli aeroplani nel circuito di traffico è prassi obbligatoria, che consente di istruire e dirigere i velivoli in modo ordinato e sicuro. Inginocchiato nel fondo sabbioso per qualche interminabile secondo ho immaginato di poter dirigere, con la stessa maestria, quei numerosi squali che “volteggiavano”, sia davanti che sopra le nostre teste.
Un esempio di idrodinamica perfezionatasi da qualche millennio
Ecco come le mie esperienze personali, mi hanno portato a coniugare il mondo del volo, ottenuto con l’appropriazione dello spazio aereo da parte dell’uomo, con quello del nuoto degli squali, in uno spazio acqueo impropriamente invaso dalle nostre civiltà. Due masse di diversa sostanza e densità, dove Aerodinamica e Idrodinamica seguono le stesse leggi fisiche.
AERO
L’uomo, con le conoscenze sviluppate attraverso lo studio e con l’applicazione delle leggi fisiche sui flussi, grazie alle tecnologie disponibili ha realizzato velivoli sofisticati. Aimè non solo per il trasporto ma anche per azioni belliche (Si vis pacem para bellum). Mezzi che rispondono a tutti i principi dell’AERODINAMICA e soddisfano i requisiti di velocità e manovrabilità per gli impieghi ai quali sono destinati.
IDRO
Nonostante tutte le conoscenze e tutti gli strumenti di progettazione e produzione, l’Uomo non ha ancora raggiunto la capacità di costruire mezzi subacquei, che, nonostante rispettino le leggi del’IDRODINAMICA, abbiano le capacita di muoversi con la stessa fluidità di movimento degli squali e dei delfini.
Ancor oggi, per muoversi nell’acqua con appropriati mezzi, anche con il più basso coefficiente di resistenza, sono necessarie fonti energetiche rilevanti, legate alla funzione e alla dimensione del mezzo.
E’ una riflessione complessa nella sua brevità, volutamente ho solo sfiorato spiegazioni di tipo scientifico e filosofico. Ringrazio il lettore per essere arrivato fino alla fine.