La Francia protagonista a Mar del Plata con i Premi alla Carriera Pierre Richard, Jean Pierre Léaud e Léos Carax
(Mariangiola Castrovilli) – Giornata dedicata a tre grandi personaggi del cinema francese, quella di ieri, dove abbiamo ascoltato in differenti momenti Pierre Richard, Jean Pierre Léaud e Léos Carax.
Nella Sala Astor Piazzolla dell’Auditorium l’attore, regista, cantante e… viticoltore e proprietario di uno splendido ristorante a Parigi, Pierre Richard, ha ricevuto il premio alla carriera. Lusingato nel ricevere il prestigioso riconoscimento, ha detto «sono molto emozionato per questo premio così importante e a tanti, tanti, chilometri di distanza dal mio Paese. Vedere che qui c’è gente che mi ama tanto, è una cosa che mi commuove molto profondamente».
Cambiando registro ha raccontato di quando, pochi giorni fa, ne ha dato la notizia ai suoi amici a Parigi. «E subito mi hanno snocciolato tutto quello che sapevano dell’Argentina – La Pampa, i gauchos, il bandoneon – però li ho subito fermati dicendo che qui ci sono le foche che camminano per le strade come i colombi da noi a Parigi… e, la cosa più divertente è che mi hanno creduto…». Continuando con gli aneddoti, tra le risa del pubblico, ha ricordato, che la sua prima volta in Argentina, incontrò Diego Maradona a cui augurò ‘una carriera spettacolare’. Entusiasta il pubblico, che adora Maradona in toto, si è alzato tutto in piedi per una standing ovation.
Nel Salon Dorè de L’Hermitge, l’albergo più prestigioso di Mar del Plata, abbiamo incontrato Léos Carax, anche lui Premio alla Carriera, autore tra l’altro di film come Les amants du Pont Neuf e di Holy Motors. «Quando scoprii il cinema, apprezzandolo, mi venne un desiderio prepotente di viverci dentro. Così tra i 16 ed i 20 anni, mi piazzai alla Cinemateca Francese, visionando una montagna di film. Cominciai anch’io allora a fare cinema, ispirato da questa specie di ritorno a tutto quello che stavo scoprendo, comprese le pellicole mute».
Merde è uno dei personaggi più curiosi della sua filmografia, cinico e particolare, lo userà ancora? «Adesso, inserito in un mondo attuale, sarebbe curioso vedere cosa succede… un tipo alla Tramp, una sorta di pagliaccio maligno, infantile ed elementare. E sono convinto che ci starebbe anche bene, visto che , nella vita reale, di pagliacci di questo tipo ne abbiamo tanti e tutti pericolosi. Si, mi piacerebbe usare di nuovo Merde».
Dopo una pausa di riflessione Carax riprende il filo dei suoi ricordi, «all’inizio della mia carriera vedevo una enorme quantità di film ma, dopo il mio secondo lungometraggio, sentii di aver già pagato il mio debito. E, da qual momento in poi, vidi molti meno film. Adesso non vado più al cinema».
Cambiata location, ci siamo trasferiti al Museo del Mar dove ci aspettava un altro premio alla carriera, quella di Jean Pierre Léaud, attore, aiutoregista e scrittore, indimenticabile interprete de I quattrocento colpi di Francois Truffaut, che uscito nel 1959, è oggi considerato un lavoro fondamentale nella storia del Cinema. E, a proposito de I 400 colpi, Léaud ha spiegato il processo di Truffeau per filmare questo capolavoro, «Francois ci lasciava provare sette volte solo con lui. Poi altre sette volte solo col cameraman, ed era qui che si aggiungeva tutta l’equipe. Sette volte poi con il tecnico del suono, e così a seguire». Va detto che questa è stata la prima pellicola di Truffaut come regista, che lo trasformò subito nell’icona della Nouvelle Vague con Antoine Doinel, che Truffaut riprese poi in lavori successivi.