VITERBO: 25.000 PRESENZE PER L'ANTOLOGICA SU LIGABUE di Martina Campolongo
Una mostra di altissimo spessore culturale,
nel quarantesimo anniversario dalla sua scomparsa.
Una mostra di altissimo spessore culturale,
nel quarantesimo anniversario dalla sua scomparsa.
Un grande traguardo per un uomo dall’infanzia difficile che lo ha condotto più volte ad atti di autolesionismo e a forti scontri con militari tedeschi durante la seconda guerra mondiale che gli è costato il ricovero in manicomio.
I suoi disegni hanno un tratto nervoso,insistente e una forte pressione della matita sulla carta.
Spesso sono sporchi e deformati e per questo fortemente espressivi.
Negli autoritratti ha molta importanza l’abbigliamento: le pieghe della giacca, il tessuto del cappello, gli accessori,quasi a dimostrare la volonta’ da parte dell’autore di ottenere dignita’ e considerazione da parte delle altre persone.
Inoltre l’abbigliamento fa da spia allo situazione psicologica del soggetto.
Nella scultura da un semplice blocco di argilla ricava la figura con una forte pressione delle mani, soprattutto dei pollici, per aggiungere successivamente i particolari.
Sulla sua vita è stato dedicato un film nel 1979 dal titolo “Ligabue” per la regia di Salvatore Nocita.
Esiste inoltre un Centro Studi a Parma di cui fanno parte autorevoli nomi tra i quali
Gianni Cavazzini, Marzio Dall’ Acqua, Raffaele de Grada, tutti grandi esperti dell’artista.
E proprio il Centro Studi e Archivio “Antonio Ligabue” ha organizzato nel 1990 a Viterbo un importante rassegna dal titolo “I Selvaggi d’oggi: Ligabue-Nerone”, mettendo in comparazione due personaggi temporalmente lontani ma artisticamente vicini.
I suoi disegni hanno un tratto nervoso,insistente e una forte pressione della matita sulla carta.
Spesso sono sporchi e deformati e per questo fortemente espressivi.
Negli autoritratti ha molta importanza l’abbigliamento: le pieghe della giacca, il tessuto del cappello, gli accessori,quasi a dimostrare la volonta’ da parte dell’autore di ottenere dignita’ e considerazione da parte delle altre persone.
Inoltre l’abbigliamento fa da spia allo situazione psicologica del soggetto.
Nella scultura da un semplice blocco di argilla ricava la figura con una forte pressione delle mani, soprattutto dei pollici, per aggiungere successivamente i particolari.
Sulla sua vita è stato dedicato un film nel 1979 dal titolo “Ligabue” per la regia di Salvatore Nocita.
Esiste inoltre un Centro Studi a Parma di cui fanno parte autorevoli nomi tra i quali
Gianni Cavazzini, Marzio Dall’ Acqua, Raffaele de Grada, tutti grandi esperti dell’artista.
E proprio il Centro Studi e Archivio “Antonio Ligabue” ha organizzato nel 1990 a Viterbo un importante rassegna dal titolo “I Selvaggi d’oggi: Ligabue-Nerone”, mettendo in comparazione due personaggi temporalmente lontani ma artisticamente vicini.
Quella di febbraio 2006 è stata invece una mostra che ha registrato piu’ di ventisei mila presenze in due mesi.
Molte le scuole di Viterbo e provincia che l’hanno visitata e che hanno lasciato un pensiero personale sul libro delle presenze.
Si puo’ dire che si è trattato di un esposizione rivolta più che altro agli studenti i quali hanno potuto conoscere e apprezzare l’opera del massimo esponente dell’arte naif.
Un percorso espositivo molto interessante che ha permesso di scoprire l’intensa attività artistica del pittore anche grazie al video realizzato da Gianluca di Prospero che narra la sua la vita travagliata e un mezzo di grande considerazione per la città di Viterbo come organizzatrice di eventi culturali.