ERA PROPIA IL CIORNO DI NATALE
Gli Auguri di Oltrepensiero a tutti i lettori, i redattori ed i collaboratori.
La Notte di Natale tra ricordi, spigolature, curosità, disillusioni e speranze.
(Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano) – … Recordo poi che era propia il ciorno di Natale, e propia quella notata si aveva presentato alle nostre posezione un soldato austrieco che parlava italiano, e forse era di Trieste, e disse che si voleva rentere come pricioniere, e così la sentenella non ci ha sparato. E io lo teneva in consegna. Propia quella ciornata era di dominica e il prete ci ha portato sotto li albere per farene sentire la messa, come tante domeniche. E così, ci ha venuto il pricioniere pure, alla messa. Così, quanto il prete aveva fenito di dire la messa, e come tante volte repeteva che il Dio ni doveva dare la crazia di vincere questa sanquinosa querra e scacciare il nostro potente nimico, che come il pricioniere intese quella parola del prete, che «il Dio ni doveva fare la crazia di scacciare il propotente nimico», si ammesso a ridere e senza tremare ha detto: – Qualda che sono tutte li stesse li prete, che la domenica passata il nostro prete ci ha detto, quanto ci hanno portato alla messa, ci ha detto propia li stesse parole, che il Dio ci aveva a fare una crazia, che l’Austria doveva «scacciare il suo potente nemico», che ene l’Italia, e «vincere questa sanquinosa querra»… – E il triestino redeva, e non sapiammo perché redeva e ni pareva che era pazzo, e poi ni ha detto perché rideva e ha detto che forse ci sono 2 Patre Eterne, uno è in Italia, e uno ene in Austria.
(da Terra matta di Vincenzo Rabito (Einaudi, 2007) vincitore del Premio Pieve – Banca Toscana 2000)
CARO BABBO NATALE . . .
Letterina per chiedere una felicità fatta in briciole >>>
Sul sito dell’Esa una ‘finestra’ per vederlo
Scienziati del Cnr hanno studiato se chi ha il tabellone sia avvantaggiato
Gli Auguri di Oltrepensiero a tutti i lettori, i redattori ed i collaboratori.
La Notte di Natale tra ricordi, spigolature, curosità, disillusioni e speranze.
(Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano) – … Recordo poi che era propia il ciorno di Natale, e propia quella notata si aveva presentato alle nostre posezione un soldato austrieco che parlava italiano, e forse era di Trieste, e disse che si voleva rentere come pricioniere, e così la sentenella non ci ha sparato. E io lo teneva in consegna. Propia quella ciornata era di dominica e il prete ci ha portato sotto li albere per farene sentire la messa, come tante domeniche. E così, ci ha venuto il pricioniere pure, alla messa. Così, quanto il prete aveva fenito di dire la messa, e come tante volte repeteva che il Dio ni doveva dare la crazia di vincere questa sanquinosa querra e scacciare il nostro potente nimico, che come il pricioniere intese quella parola del prete, che «il Dio ni doveva fare la crazia di scacciare il propotente nimico», si ammesso a ridere e senza tremare ha detto: – Qualda che sono tutte li stesse li prete, che la domenica passata il nostro prete ci ha detto, quanto ci hanno portato alla messa, ci ha detto propia li stesse parole, che il Dio ci aveva a fare una crazia, che l’Austria doveva «scacciare il suo potente nemico», che ene l’Italia, e «vincere questa sanquinosa querra»… – E il triestino redeva, e non sapiammo perché redeva e ni pareva che era pazzo, e poi ni ha detto perché rideva e ha detto che forse ci sono 2 Patre Eterne, uno è in Italia, e uno ene in Austria.
(da Terra matta di Vincenzo Rabito (Einaudi, 2007) vincitore del Premio Pieve – Banca Toscana 2000)
CARO BABBO NATALE . . .
Letterina per chiedere una felicità fatta in briciole >>>
Sul sito dell’Esa una ‘finestra’ per vederlo
Scienziati del Cnr hanno studiato se chi ha il tabellone sia avvantaggiato
non ti ho mai scritto
forse perchè immaginavo che le mie richieste sarebbero rimaste mute di risposte… e non perché I MIEI DESIDERI fossero così esagerati e immodesti, da meritare il silenzio…
ma perché forse sapevo che certi desideri non potevano esssere esauditi… anche se piccoli.
Ero abituata alle mie bambole rimesse a nuovo… al canestro che mi lasciavi ricco di mandarini e noci… dove troneggiava qualche timida cioccolata… ed io comunque al calore del tuo passaggio, alle emozione del tuo arrivo… stavo felice… e niente più avrei potuto desiderare…
Ora… la vita è diversa,
nessuno farebbe festa ad un canestro addobbato di frange dorate e misto di tanta roba commestibile…
nessun bambino ora lo accetterebbe come dono…
e forse anche io ho desideri diversi…
Cosa vorrei non so
cosa chiederti forse lo immagino
ma tu… pover’uomo… dal tuo maestoso portamento… e dalla bianca barba ormai troppo lunga
mi rassomigli di più a un gran DIO, a cui rivolgersi come per un miracolo…
Vorrei quindi da te
quello che forse nemmeno io saprei definire… ma che forse mi darebbe serenità e dolcezze e non perché io sia tanto vecchia da non avere desideri da inoltrarti,
ma perché le bambole ormai non fanno per me
e le promesse mi hanno stancato.
Mi aspetto quindi da TE una grande scatola ricca di felicità
fatta in briciole… da cui attingerne un po’ ogni volta che il cielo sarà troppo scuro.
da Fiori di Pensiero di freeforumzone.leonardo.it