BOOSTA@EXMACELLI

Boosta

Boosta
All’età di sei anni frequenta lezioni private di pianoforte per prepararsi agli esami del conservatorio.
All’età di dodici anni manifesta già uno spiccato spirito di protagonismo, pretendendo che la sua insegnante prenda in considerazione alcune sue personalissime variazioni armoniche sui preludi di Bach.
Alle delusioni per il rifiuto fa seguito la passione per l’heavy metal.
Compera il suo primo disco, Dream Evil di Ronnie James Dio, spaventato dalla copertina. Fanno seguito Iron Maiden, AC/DC, Motley Crue. E’ ormai un piccolo ribelle quando, a tredici anni, fugge di casa.
A quattordici, ispirato da alcuni serial televisivi polizieschi di cui è fanatico cultore, decide di simulare un tentativo di rapimento per far scomparire alcuni compiti in classe non propriamente brillanti che avrebbe dovuto far firmare alla famiglia. Architetta quindi un intricato piano (procurandosi anche alcune improbabili ferite) e getta la cartellina nei cassonetti dell’immondizia. Al momento di esporre i fatti in questura commette però alcuni errori di ricostruzione. Successivamente l’azienda rifiuti, con malaugurato zelo, restituisce la cartellina direttamente in classe…
A quindici anni conosce Samuel, che lo ingaggia nel suo primo gruppo, e il rapporto con la musica si fa più gratificante. Passa l’esame del quinto anno di conservatorio e si iscrive al Centro Jazz. Ascolta Keith Jarret e Petrucciani.
Decide di procurarsi una strumentazione completa: per finanziare l’operazione si spaccia come insegnante di qualsiasi strumento esistente presso le famiglie del suo condominio, impartendo improbabili lezioni. Si mormora anche di canto.
Acquista così la sua prima tastiera che poi permuta con un campionatore che da in conto vendita per acquistare un expander che baratta con una batteria elettronica che…
Quando gli Amici di Roland lo coinvolgono nel loro folle ed energico progetto (sigle dei cartoni animati in chiave trash-punk) si presenta con un’unica tastiera (valore commerciale: 60.000 lire) fissata con del nastro di carta su un attaccapanni a tracolla. A tutt’oggi non possiede ancora uno strumento funzionante che sia completamente di sua proprietà.
Max, non senza qualche titubanza, accetta la sua candidatura, molto caldeggiata da Samuel, al progetto Subsonica. Da allora è l’unico che riesca a sopravvivergli nelle estenuanti maratone (fino a sedici ore al giorno) in studio di registrazione.

Denota qualità di futuro produttore; nelle ore notturne di libera uscita lo si vede spuntare in giro nei club torinesi a prestare la sua opera come dj.
Tuttofare è anche scrittore, compone dianablu, 168 pagine pubblicate da Baldini&Castoldi, contenente 8 racconti più una ghost track come se il libro fosse un cd. Il suo sguardo da genio del male lo apre ad iconoclash e ad un’invasione mediatica arrogante….

mikronet

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