VIGNETTE, ISLAM E IL NUOVO EQUILIBRIO MONDIALE

La Rubrica  *CONTROVENTO*

– Uno spazio per chi va oltre il pensiero comune –

a cura di Ilaria Giovinazzo

Premessa:   non intendo assolutamente giustificare e approvare le violenze compiute da alcuni musulmani in risposta alle vignette satiriche, poiché la considero una reazione profondamente sbagliata e incivile che va a ledere l’immagine stessa del popolo musulmano agli occhi del resto del mondo.

Foto Ansa
Questo articolo arriva con una tempistica fuorviante, visto che in Italia, attualmente, sono tutti occupati a interrogarsi su chi e perché votare alle politiche del prossimo mese. Lasciando da parte questi amletici dubbi e lasciando gli italiani alle loro coscienze, vorrei concentrarmi su un argomento che ha occupato per mesi i giornali e le televisioni di tutto il mondo: le vignette su Maometto. L’argomento, non più martellato dai media, rimane una bruciante spia di quello che sta accadendo tra Europa, America e Paesi Mediorientali, anche se sarebbe meglio dire: tutto l’Oriente fino a poco tempo fa considerato Terzo Mondo. I discorsi che si sono sentiti in giro e le dispute al riguardo, si sono basati essenzialmente sulle affermazioni di quelli che sono a favore della libertà d’espressione e quindi a favore delle vignette e quelli che invocano il rispetto della fede altrui. Ma nessuno si è posto il problema di chiedere a un musulmano perché mai fossero stati feriti così tanto da quei disegni


La Rubrica  *CONTROVENTO*

– Uno spazio per chi va oltre il pensiero comune –

a cura di Ilaria Giovinazzo

Premessa:   non intendo assolutamente giustificare e approvare le violenze compiute da alcuni musulmani in risposta alle vignette satiriche, poiché la considero una reazione profondamente sbagliata e incivile che va a ledere l’immagine stessa del popolo musulmano agli occhi del resto del mondo.

Foto Ansa
Questo articolo arriva con una tempistica fuorviante, visto che in Italia, attualmente, sono tutti occupati a interrogarsi su chi e perché votare alle politiche del prossimo mese. Lasciando da parte questi amletici dubbi e lasciando gli italiani alle loro coscienze, vorrei concentrarmi su un argomento che ha occupato per mesi i giornali e le televisioni di tutto il mondo: le vignette su Maometto. L’argomento, non più martellato dai media, rimane una bruciante spia di quello che sta accadendo tra Europa, America e Paesi Mediorientali, anche se sarebbe meglio dire: tutto l’Oriente fino a poco tempo fa considerato Terzo Mondo. I discorsi che si sono sentiti in giro e le dispute al riguardo, si sono basati essenzialmente sulle affermazioni di quelli che sono a favore della libertà d’espressione e quindi a favore delle vignette e quelli che invocano il rispetto della fede altrui. Ma nessuno si è posto il problema di chiedere a un musulmano perché mai fossero stati feriti così tanto da quei disegni

O se gliel’hanno chiesto, l’hanno poi trattato come qualcuno appena arrivato da un altro pianeta in cui il tempo si è fermato a parecchi secoli or sono. E questo non è davvero il modo migliore di mettersi in ascolto dell’altro.
Ma se il problema fossero davvero quelle semplici vignette satiriche, non sarebbe accaduto quel che è accaduto in tutti i Paesi musulmani, non ci sarebbero state bandiere bruciate, bombe nelle ambasciate, scontri, morti ammazzati, preti uccisi da squilibrati.

Vignette

Tutto ha avuto inizio quando queste benedette vignette sono state pubblicate da un giornale di destra danese, l’Jylland Posten e, nonostante essi fosse ben consci che non era normale satira, bensì che era quanto di meno rispettoso potesse disegnarsi e dirsi dell’Islam, sono state mandate in stampa comunque. Beh, era una provocazione voluta e consapevole. E’ come fare finta di non sapere che per rispetto non si deve sputare in faccia alla gente e sputare lo stesso in nome della libertà. Non ci sono leggi che dicono “non sputare” ma di norma non si fa, se si fa è perché si vuol fare un affronto a qualcuno.

Ma se tutto fosse rimasto un fatto nazionale, cioè della Danimarca e basta, in poche settimane la cosa sarebbe rientrata. Infatti, dopo la pubblicazione delle vignette danesi, le comunità musulmane danesi hanno fatto delle normali e pacifiche manifestazioni di protesta chiedendo, almeno, delle scuse ufficiali. Una cosa assolutamente legittima. Già, perché rappresentare il Profeta dell’Islam con delle bombe sulla testa è come dire che noi occidentali consideriamo tutti gli islamici dei terroristi e terrorista la loro religione. E questo è un affronto.

Alla pubblicazione danese ne sono seguite altre ed è a quel punto che sono cominciati i guai. Infatti, dopo che il giornale norvegese cristiano Magazinet, ha pubblicato le medesime vignette in nome della libertà di espressione, sono iniziati i boicottaggi contro i due paesi accusati di vilipendio e oltraggio. A febbraio poi, è arrivata la pubblicazione delle medesime vignette su France Soir, il cui direttore (dipendente del proprietario del giornale, che è franco-egiziano) è stato licenziato per “mancanza di rispetto per le convinzioni di ogni individuo”. Le proteste pacifiche, a quel punto, si sono trasformate in tragiche violenze.

Perché?

Perché li abbiamo fatti arrabbiare. E non è una questione di libertà d’espressione o meno, è che, come afferma anche la giornalista e ricercatrice Soumaya Ghannoushi, l’Occidente è ormai malato di islamofobia. E, soprattutto, l’Occidente mira allo scontro.

Perché?

Perché nel mondo gli equilibri stanno mutando. Perché tra non molto l’Occidente si vedrà sorpassato da India e Cina, e i Paesi Arabi l’hanno capito. L’Iran sa quanto è importante il proprio petrolio, l’Arabia Saudita sa quanto contano i suoi miliardi di barili di greggio per l’America e sa che con quelli può ricattarla.

E lo scenario che si prepara è alquanto destabilizzante: un’alleanza tra le due potenze nascenti, Cina e India ( senza dimenticare la Russia) e i Paesi Mediorientali. Gli americani sono terrorizzati da questo scenario: non sarebbero più loro i padroni del mondo, ecco perché è così importante indebolire la Palestina, distruggere l’Afghanistan e l’Iraq, prendersela con un paese come l’Iran che si sta armando d’energia nucleare. E’ importante tenerli a bada, renderli innocui.

Ma l’America sta per essere presa alle spalle proprio dal Paese arabo con cui ha i più fitti accordi commerciali: l’Arabia Saudita. Re Abdullah, infatti, recentemente, ha compiuto i suoi primi viaggi all’estero dopo la nomina ad agosto, in India e in Cina. Il quotidiano International Herald Tribune afferma: “il recente viaggio in India e in Cina del re saudita Abdullah anticipa una nuova era nei rapporti internazionali che vedrà ridotta l’influenza statunitense a Riyadh e potenziata invece la collaborazione economica tra la regione del Golfo e l’Asia”.

Ed ecco che, dopo un paio di mesi dal viaggio di Abdullah, Bush è corso a New Delhi ad assicurarsi il favore degli indiani.

Insomma, il potere sta passando di mano e l’Europa, ma soprattutto l’America, non vogliono accettare la perdita di supremazia. Il problema è che tutto questo non cambierà grazie a delle vignette satiriche che tirano fuori il lato peggiore dei musulmani, né tantomeno grazie ai bombardamenti americani, né grazie alle limitazioni ingiuste alle politiche nucleari. No, sarebbe meglio creare degli accordi pacifici e stabilire feconde collaborazioni con questi Paesi, accettando il fatto che i tempi sono cambiati e che ogni popolo ha diritto alla propria libertà, alla propria autodeterminazione e alla propria fetta di potere.

 

mikronet

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