MONTECITORIO, NAPOLITANO HA GIURATO DA PRESIDENTE

Da domani le consultazioni per il nuovo governo

E’ il giorno dell’insediamento dell’undicesimo Presidente della Repubblica

Il Predidente della Repubblica, Giorgio Napolitano

Roma, 15 mag. (Adnkronos/Ign) – ”Giuro di essere fedele fedele alla Repubblica e di osservare lealmente la Costituzione”. Giorgio Napolitano pronuncia la formula del giuramento davanti al Parlamento in seduta comune. L’emiciclo ha rivolto al nuovo Presidente della Repubblica un caloroso applauso. E subito la campana maggiore di Montecitorio è tornata a suonare, come da protocollo. L’undicesimo presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (nella foto), ha giurato di fronte al Parlamento riunito in seduta comune, prima di insediarsi al Palazzo del Quirinale; e già domani alle 10 inizieranno le consultazioni per il nuovo governo.

Preceduto dal presidente della Camera Fausto Bertinotti e da quello del Senato Franco Marini, Napolitano ha fatto il suo ingresso in aula a Montecitorio alle 16.55. Al suo arrivo si sono levati dall’aula applausi generali tra i parlamentari tutti in piedi, mentre solo in alcuni settori di Forza Italia non si sono registrati applausi. Fra i banchi del governo il premier uscente Silvio Berlusconi, si è alzato insieme a tutti i membri del governo ma non si è unito al loro applauso. 

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Da domani le consultazioni per il nuovo governo

E’ il giorno dell’insediamento dell’undicesimo Presidente della Repubblica

Il Predidente della Repubblica, Giorgio Napolitano

Roma, 15 mag. (Adnkronos/Ign) – ”Giuro di essere fedele fedele alla Repubblica e di osservare lealmente la Costituzione”. Giorgio Napolitano pronuncia la formula del giuramento davanti al Parlamento in seduta comune. L’emiciclo ha rivolto al nuovo Presidente della Repubblica un caloroso applauso. E subito la campana maggiore di Montecitorio è tornata a suonare, come da protocollo. L’undicesimo presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (nella foto), ha giurato di fronte al Parlamento riunito in seduta comune, prima di insediarsi al Palazzo del Quirinale; e già domani alle 10 inizieranno le consultazioni per il nuovo governo.

Preceduto dal presidente della Camera Fausto Bertinotti e da quello del Senato Franco Marini, Napolitano ha fatto il suo ingresso in aula a Montecitorio alle 16.55. Al suo arrivo si sono levati dall’aula applausi generali tra i parlamentari tutti in piedi, mentre solo in alcuni settori di Forza Italia non si sono registrati applausi. Fra i banchi del governo il premier uscente Silvio Berlusconi, si è alzato insieme a tutti i membri del governo ma non si è unito al loro applauso. 

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Poi il giuramento e il discorso di circa 35 minuti. Mirato alla distensione politica e alla ripresa del dialogo tra schieramenti e istituzioni, accolto da un lunghissimo applauso del Parlamento in seduta comune, senza distinzione di parte. Per Napolitano il ”clima di pura contrapposizione e di incomunicabilità” che si è instaurato è un ”segno di un’ancora insufficiente maturazione nel nostro paese dei rapporti politici ed istituzionali”. ”E’ venuto il momento -auspica il capo dello Stato- della maturità per la democrazia dell’alternanza anche in Italia”. E’ venuto il tempo del ”reciproco riconoscimento, rispetto ed ascolto tra gli opposti schieramenti, il confrontarsi con dignità in Parlamento”, che insiste Napolitano è ”il luogo del confronto sui problemi del paese”. Il messaggio rivolto da Napolitano alla nazione, dallo scranno piu’ alto dell’aula di Palazzo Montecitorio, è ampio e tocca molti temi sensibili. I pensieri rivolti al suo predecessore, Carlo Azeglio Ciampi, e le parole indirizzate a Papa Benedetto XVI sono accompagnate da calorosi applausi dell’aula. Tra le questioni toccati anche l’impegno italiano nelle missioni di pace: il ricordo dei caduti italiani nel mondo è accolto con sentiti applausi bipartisan; e il rapporto tra Stato e Chiesa, il lavoro precario e le difficoltà dell’economia, la costruzione dell’Europa e la sfida contro il terrorismo internazionale.

”Signor Presidente, onorevoli parlamentari, signori delegati, mi inchino dinanzi a questa Assemblea nella quale si riconoscono tutti gli italiani, per la prima volta anche quelli che operano all’estero, le cui comunità hanno finalmente voce per far sentire le loro esigenze ed attese. Non sarò in alcun momento il Presidente solo della maggioranza che mi ha eletto ; avrò attenzione e rispetto per tutti voi, per tutte le posizioni ideali e politiche che esprimete; dedicherò senza risparmio le mie energie all’interesse generale per poter contare sulla fiducia dei rappresentanti del popolo e dei cittadini italiani senza distinzione di parte. Viva il Parlamento! Viva la Repubblica! Viva l’Italia!”. Si conclude con queste parole il discorso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano davanti al Parlamento riunito in seduta comune, un discorso di 20 pagine, che il neo Presidente ha letto. Tutta l’aula, alla sua conclusione, ha lungamente applaudito.

Alle 18 il presidente della Repubblica si è recato all’Altare della Patria per la deposizione di una corona sulla tomba del Milite Ignoto.

Alle 18.15 il corteo presidenziale è poi giunto al Quirinale. Nel cortile d’onore, il presidente Napolitano ha ascoltato l’esecuzione dell’inno nazionale e passato in rassegna un reparto di formazione interforze che gli ha reso gli onori. Al termine della rassegna, è stato accolto da Carlo Azeglio Ciampi. Alle 18.40 il nuovo capo dello Stato e il presidente Ciampi entrano nel Salone dei Corazzieri, in cui ‘Capo di Stato uscente’ pronuncia un indirizzo di saluto al termine del quale ha avuto luogo il ringraziamento delle personalità intervenute alla cerimonia.

Il QuirinaleInfine, alle 19.20 Ciampi scende al piano terra della Vetrata per ascoltare l’Inno Nazionale e passare in rassegna, accompagnato dal Consigliere Militare, il reparto di formazione interforze che rende gli onori. Al termine dello schieramento, il comandante del Reggimento Corazzieri gli consegna un esemplare dello Stendardo presidenziale e, dopo aver preso congedo dal Segretario Generale della presidenza della Repubblica e dai collaboratori, il presidente Ciampi lascia così il Palazzo del Quirinale.

Adnkronos/Ign

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