LE EMOZIONI E LE INQUIETUDINI DI BENEDETTO BRUNI

Sabato 21 ottobre presso la sala comunale di Arcille (GR) alle ore 18,00
sarà presentato il libro Emozioni di Benedetto Bruni.
Insieme all’autore interverranno il Prof. Claudio Spinelli e il Dott. Arsenio Carosi
.

…Non v’è nessuno che mi tenda una mano.

Sono stanco, eppur debbo andare lontano…

Emozioni

(R.G.)   Benedetto Bruni nasce il 26 aprile 1935 da Bisio e Novilia Abati, al podere La Colomba, nel comune di Scansano (GR).
Aveva cinque anni e, con la sorella Benedetta, già “badava“ gli animali al pascolo; per frequentare le scuole elementari, era costretto ogni giorno ad una camminata attraverso i campi di oltre trenta minuti.
Nel 1943, la famiglia Bruni si sposta al podere Marruchetino, più vicino alla scuola.
Costretto dagli eventi bellici ad un infanzia di privazioni e di paura, anche l’adolescenza non gli riserva grandi soddisfazioni: duri lavori di campagna dall’alba al tramonto. Nel 1950 la famiglia Bruni si trasferisce nel podere La Carletta, a soli 15 km da Grosseto
segue >>>

(Claudio Spinelli)  Pur non essendo un critico letterario, ma un professore di chirurgia, Benedetto Bruni, con grande senso di amicizia, mi ha proposto di scrivere una breve presentazione sulla sua opera di poesie scelte. Il mio mestiere, dovendo confrontarmi quotidianamente con le problematiche riguardanti la vita e la morte, mi ha insegnato a conoscere non solo gli aspetti più esteriori dell’uomo ma anche quelli più nascosti, i sentimenti dell’animo umano. Ho sempre apprezzato di Benedetto il profondo senso di umanità, in particolare il suo altruismo, la sua sensibilità incondizionata, la sua semplicità e la sua onestà intellettuale; doti rilevabili similmente in Rosy.

In tantissime occasioni, non ho potuto fare a meno di incantarmi, quasi ipnotizzato, di fronte ai suoi racconti, descritti con intensità ed amore, riguardanti la metamorfosi della vita familiare, il lavoro, i viaggi.
In fondo, tutta la sua poesia è intrisa di tematiche esistenziali; in tutti i suoi scritti domina il sentimento dell’inquietudine.     leggi tutto  …>>>

Benedetto Bruni(Arsenio Carosi)  Non è mai scontata la conoscenza di una persona. Capita talora di viverci accanto e scoprirne all’improvviso talenti e virtù nascoste. Tanto inattese da restarne stupiti, incantati.
È successo a me quando mi si è rivelata la vocazione di Benedetto Bruni, allorché per la prima volta ho potuto conoscere il frutto della sua “passione”, quando ho appreso che la poesia rappresentava per Lui il miglior beneficio alla stanchezza, dopo una lunga giornata di duro lavoro. Avverti, in queste circostanze, tutti i limiti e le parzialità dei correnti rapporti umani e gioisci di scoperte che ne arricchiscono il valore. Trovi conferma che dentro il cuore e la testa delle persone non risiede solo l’imponderabile, c’è la vita senza confini, si situano passioni e tensioni che la rigidità delle parole mantiene nascosti, salvo… un’anima poetica in grado di farle scorrere sull’inchiostro. Ho vissuto con trasporto e attenzione la lettura del lavoro di Benedetto che abbraccia un periodo di oltre trent’anni della sua vita. Un’opera speculare alle sue traversie e alle sue esperienze, che riflette gioie e dolori (tanti), momenti d’intimità e di emozione, di ansia e di meditazione, nelle situazioni e negli ambienti che Egli si trova a percorrere.    leggi tutto …>>>

 

Sabato 21 ottobre presso la sala comunale di Arcille (GR) alle ore 18,00
sarà presentato il libro Emozioni di Benedetto Bruni.
Insieme all’autore interverranno il Prof. Claudio Spinelli e il Dott. Arsenio Carosi
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…Non v’è nessuno che mi tenda una mano.

Sono stanco, eppur debbo andare lontano…

Emozioni

(R.G.)   Benedetto Bruni nasce il 26 aprile 1935 da Bisio e Novilia Abati, al podere La Colomba, nel comune di Scansano (GR).
Aveva cinque anni e, con la sorella Benedetta, già “badava“ gli animali al pascolo; per frequentare le scuole elementari, era costretto ogni giorno ad una camminata attraverso i campi di oltre trenta minuti.
Nel 1943, la famiglia Bruni si sposta al podere Marruchetino, più vicino alla scuola.
Costretto dagli eventi bellici ad un infanzia di privazioni e di paura, anche l’adolescenza non gli riserva grandi soddisfazioni: duri lavori di campagna dall’alba al tramonto. Nel 1950 la famiglia Bruni si trasferisce nel podere La Carletta, a soli 15 km da Grosseto
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(Claudio Spinelli)  Pur non essendo un critico letterario, ma un professore di chirurgia, Benedetto Bruni, con grande senso di amicizia, mi ha proposto di scrivere una breve presentazione sulla sua opera di poesie scelte. Il mio mestiere, dovendo confrontarmi quotidianamente con le problematiche riguardanti la vita e la morte, mi ha insegnato a conoscere non solo gli aspetti più esteriori dell’uomo ma anche quelli più nascosti, i sentimenti dell’animo umano. Ho sempre apprezzato di Benedetto il profondo senso di umanità, in particolare il suo altruismo, la sua sensibilità incondizionata, la sua semplicità e la sua onestà intellettuale; doti rilevabili similmente in Rosy.

In tantissime occasioni, non ho potuto fare a meno di incantarmi, quasi ipnotizzato, di fronte ai suoi racconti, descritti con intensità ed amore, riguardanti la metamorfosi della vita familiare, il lavoro, i viaggi.
In fondo, tutta la sua poesia è intrisa di tematiche esistenziali; in tutti i suoi scritti domina il sentimento dell’inquietudine.     leggi tutto  …>>>

Benedetto Bruni(Arsenio Carosi)  Non è mai scontata la conoscenza di una persona. Capita talora di viverci accanto e scoprirne all’improvviso talenti e virtù nascoste. Tanto inattese da restarne stupiti, incantati.
È successo a me quando mi si è rivelata la vocazione di Benedetto Bruni, allorché per la prima volta ho potuto conoscere il frutto della sua “passione”, quando ho appreso che la poesia rappresentava per Lui il miglior beneficio alla stanchezza, dopo una lunga giornata di duro lavoro. Avverti, in queste circostanze, tutti i limiti e le parzialità dei correnti rapporti umani e gioisci di scoperte che ne arricchiscono il valore. Trovi conferma che dentro il cuore e la testa delle persone non risiede solo l’imponderabile, c’è la vita senza confini, si situano passioni e tensioni che la rigidità delle parole mantiene nascosti, salvo… un’anima poetica in grado di farle scorrere sull’inchiostro. Ho vissuto con trasporto e attenzione la lettura del lavoro di Benedetto che abbraccia un periodo di oltre trent’anni della sua vita. Un’opera speculare alle sue traversie e alle sue esperienze, che riflette gioie e dolori (tanti), momenti d’intimità e di emozione, di ansia e di meditazione, nelle situazioni e negli ambienti che Egli si trova a percorrere.    leggi tutto …>>>

 

. . . In quel tempo la città di Grosseto si stringeva, quasi per intero, intorno alle vecchie Mura Medicee, ma per il giovane Benedetto, che in bicicletta vi si recava con gli amici, la città sembrava immensa.

A Ferragosto scoprì “il Mare”: immenso…, i libri di geografia non gli avevano dato nemmeno l’idea di ciò che fosse.
Nel 1956, dopo gli espropri dell’Ente Maremma, fu assegnato alla famiglia Bruni un podere di 18 ettari di terreno alla Sabatina, nel Comune di Campagnatico. Benedetto ebbe l’opportunità di frequentare un corso di trattorista a Firenze.
Si aprì per lui uno dei pochi momenti di felicità e tranquillità. Nel 1959 si sposa con Clementina Benelli. Dal matrimonio, nel 1960, nacque l’unico figlio, Fabrizio.
La buona sorte non è sembrata amica di Benedetto. Nel 1965, Clementina si ammalò di un male incurabile. Dopo sei difficili anni, trascorsi più nell’ospedale di Siena che a casa propria, Ella muore il 26 dicembre del 1971.
Di li a pochi mesi si ammala anche babbo Bisio: solo massicce dosi di oppio e di morfina riescono a lenirne i dolori. Nel 1974 “termina” la sua sofferenza..
Benedetto si immerge nel lavoro, un po’  per necessità, un po’  perché resta la sola maniera che Egli conosca per poter “campare”.
E proprio grazie al frutto del duro lavoro riscatta dai fratelli l’intera proprietà del podere. Trascorrono sette anni, conosce Rossana. La voglia di vivere di lei, il suo carattere solare convincono Benedetto a distaccarsi dalla campagna, tentando la via dell’imprenditoria privata: sia per lo slancio che per il sacrificio profuso, l’attività viaggia a gonfie vele.
La mala sorte però non pare essersi dimenticata di Benedetto: nel 1989 Rossana manifesta i primi problemi di salute. Decidono di ritornare al loro podere.
Nel 1990 muore anche Mamma Novilia .
Con la forza interiore di chi ha subito mille traversie, Benedetto e Rossana non si scoraggiano. Decidono di dedicare la vita residua alla conoscenza, visitando prima i più bei posti in Italia, poi all’estero.
Nel 1996 Rossana accusa un dolore al petto. Operata a Pisa, tutto sembra andare per il meglio, ma, dopo 5 anni, nuova operazione chirurgica e altra chemioterapia.
Rossana sta “bene”, o almeno è quello che Ella vorrebbe far apparire con il suo sorriso solare e con le sue espressioni di amore verso gli altri.
Abbiamo voluto tediare con questa prefazione, per preparare alla lettura di alcune poesie che, senza conoscerne l’autore, potrebbero sembrare improntate a pessimismo e malinconia, proprio l’opposto di ciò che quotidianamente esprime Benedetto.
Al contrario, sembra che, per una qualche magia, Benedetto riesca, con la sua penna, a scaricare sul foglio, a “mettere a terra”, le sue tensioni e le sue disavventure, liberandolo sorridente alla vita e all’amicizia. (R.G.)

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