NEL VITERBESE SMALTIMENTO DELLE CARCASSE DI CINGHIALE

Il progetto pilota sarà sperimentato ad Acquapendente
e se vi saranno risultati positivi verrà esteso a tutta la
Provincia di Viterbo

Cinghiali

Al via un progetto pilota per lo smaltimento di pelli e altri rifiuti provenienti dall’abbattimento dei cinghiali. “Questa iniziativa – spiega l’assessore alla Caccia della Provincia di Viterbo, Mario Trapèha la pretesa di cercare di agevolare i cacciatori che spesso non sanno dove gettare i rifiuti”.
Nella Tuscia ogni anno vengono abbattuti circa 3.000 capi ed esistono un centinaio di squadre che si prodigano nell’esercizio venatorio. Tutto questo provoca problematiche di sanità legate allo smaltimento dei rifiuti. “Da tempo le varie squadre di cacciatori ci avevano avvertiti dei disagi legati allo smaltimento delle carcasse dei cinghiali e dei rischi ambientali legati all’esercizio venatorio. Questa, seppur parziale, è una risposta alle loro esigenze. Con un finanziamento iniziale di duemila euro abbiamo deciso di far partire il progetto pilota ad Acquapendente – dice ancora Trapè – dove si concentra il maggior numero di squadre di caccia, undici, e al termine verificarne i risultati. Non posso escludere fin da ora che se le valutazioni saranno positive, come spero, potremmo estendere il progetto a tutta la provincia, concertando la decisione con gli enti e le associazioni venatorie interessate”.
Il progetto, realizzato con la collaborazione della Asl e dell’assessorato all’Ambiente, prevede l’individuazione di un sito temporaneo in cui i rifiuti saranno stoccati e successivamente trasportati dalla Asl negli stabilimenti autorizzati al riciclaggio.

Il progetto pilota sarà sperimentato ad Acquapendente
e se vi saranno risultati positivi verrà esteso a tutta la
Provincia di Viterbo

Cinghiali

Al via un progetto pilota per lo smaltimento di pelli e altri rifiuti provenienti dall’abbattimento dei cinghiali. “Questa iniziativa – spiega l’assessore alla Caccia della Provincia di Viterbo, Mario Trapèha la pretesa di cercare di agevolare i cacciatori che spesso non sanno dove gettare i rifiuti”.
Nella Tuscia ogni anno vengono abbattuti circa 3.000 capi ed esistono un centinaio di squadre che si prodigano nell’esercizio venatorio. Tutto questo provoca problematiche di sanità legate allo smaltimento dei rifiuti. “Da tempo le varie squadre di cacciatori ci avevano avvertiti dei disagi legati allo smaltimento delle carcasse dei cinghiali e dei rischi ambientali legati all’esercizio venatorio. Questa, seppur parziale, è una risposta alle loro esigenze. Con un finanziamento iniziale di duemila euro abbiamo deciso di far partire il progetto pilota ad Acquapendente – dice ancora Trapè – dove si concentra il maggior numero di squadre di caccia, undici, e al termine verificarne i risultati. Non posso escludere fin da ora che se le valutazioni saranno positive, come spero, potremmo estendere il progetto a tutta la provincia, concertando la decisione con gli enti e le associazioni venatorie interessate”.
Il progetto, realizzato con la collaborazione della Asl e dell’assessorato all’Ambiente, prevede l’individuazione di un sito temporaneo in cui i rifiuti saranno stoccati e successivamente trasportati dalla Asl negli stabilimenti autorizzati al riciclaggio.

mikronet

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