GARAGE 77
Il testo in friulano di uno degli spettacoli di maggior
successo degli ultimi anni in Friuli Venezia Giulia
Venerdi 2 febbraio (ore 20.30) al Teatro Comunale di Camino al Tagliamento (UD) Presentazione del libro GARAGE 77 del Teatro Incerto (Edizioni Kappa Vu). Presentazione e lettura teatrale con Claudio Moretti e Elvio Scruzzi. L’evento è organizzato dall’Assessorato alla Cultura di Camino al Talgliamento.
(Alessandro Montello, Messaggero Veneto) – La maturità porta con sé, a volte, un fisiologico calo della passione, un rallentamento dell’esaltazione creativa, una postura più adagiata sulla stanchezza del quotidiano. Se un tempo erano i 35 anni la metà della vita, adesso questo tempo si è molto allungato, arrivando alle soglie dei 45 e, forse, oltre.
Su queste riflessioni, a partire da questo, il Teatro Incerto ha portato in scena (nel 2005) in un Teatro San Giorgio che è risultato troppo piccolo per la tanta gente che ci voleva entrare, un nuovo, esilarante, profondo spettacolo: Garage 77. Nuovo testo interamente scritto dal Teatro Incerto e prodotto dallo stesso in collaborazione con il Centro servizi e spettacoli di Udine.
Ottanta minuti col fiato sospeso, una battaglia persa a trattenere risate che scoppiavano al minimo movimento scenico della consolidata triade teatrale friulana. Un gioco delle parti studiato nei minimi particolari, un disegno della psicologia dei personaggi meticoloso, costruito sulle capacità sceniche di Fabiano Fantini, Claudio Moretti ed Elvio Scruzzi. La promessa di un grande testo, che l’Incerto aveva fatto nelle settimane precedenti alla prima, è stata mantenuta: nonostante fosse una prima, non c’è stato nessun calo di tensione, l’architettura del testo sembrava oliata da mesi di repliche, i tre gradiscani erano in serata di gloria. E il pubblico ha colto questa grande occasione con palpabile entusiasmo e frequenti scrosci di applausi a scena aperta. La trama apparente dello spettacolo è quella della così detta reunion di un gruppo musicale strapaesano, famoso (cioè?) nel Friuli degli anni Settanta, perché “in tempi sospetti”, suonava il rock duro cantandolo in friulano. Riavvicinamento che avviene con il pretesto di partecipare ad un grande festival musicale in Germania, con l’occasione di esibirsi sullo stesso palco degli U2. Inverosimile, chiaro. Contraddittorio, iperbolico. Presuntuoso, appunto. Perché l’unico concerto che ci sarà, e di cui si sentirà solo parlare, avverrà nel tendone di una festa della birra a cinquanta chilometri dal festival vero, nel quale lo strapaese si ripresenta , ancora una volta, vittorioso.
Il testo in friulano di uno degli spettacoli di maggior
successo degli ultimi anni in Friuli Venezia Giulia
Venerdi 2 febbraio (ore 20.30) al Teatro Comunale di Camino al Tagliamento (UD) Presentazione del libro GARAGE 77 del Teatro Incerto (Edizioni Kappa Vu). Presentazione e lettura teatrale con Claudio Moretti e Elvio Scruzzi. L’evento è organizzato dall’Assessorato alla Cultura di Camino al Talgliamento.
(Alessandro Montello, Messaggero Veneto) – La maturità porta con sé, a volte, un fisiologico calo della passione, un rallentamento dell’esaltazione creativa, una postura più adagiata sulla stanchezza del quotidiano. Se un tempo erano i 35 anni la metà della vita, adesso questo tempo si è molto allungato, arrivando alle soglie dei 45 e, forse, oltre.
Su queste riflessioni, a partire da questo, il Teatro Incerto ha portato in scena (nel 2005) in un Teatro San Giorgio che è risultato troppo piccolo per la tanta gente che ci voleva entrare, un nuovo, esilarante, profondo spettacolo: Garage 77. Nuovo testo interamente scritto dal Teatro Incerto e prodotto dallo stesso in collaborazione con il Centro servizi e spettacoli di Udine.
Ottanta minuti col fiato sospeso, una battaglia persa a trattenere risate che scoppiavano al minimo movimento scenico della consolidata triade teatrale friulana. Un gioco delle parti studiato nei minimi particolari, un disegno della psicologia dei personaggi meticoloso, costruito sulle capacità sceniche di Fabiano Fantini, Claudio Moretti ed Elvio Scruzzi. La promessa di un grande testo, che l’Incerto aveva fatto nelle settimane precedenti alla prima, è stata mantenuta: nonostante fosse una prima, non c’è stato nessun calo di tensione, l’architettura del testo sembrava oliata da mesi di repliche, i tre gradiscani erano in serata di gloria. E il pubblico ha colto questa grande occasione con palpabile entusiasmo e frequenti scrosci di applausi a scena aperta. La trama apparente dello spettacolo è quella della così detta reunion di un gruppo musicale strapaesano, famoso (cioè?) nel Friuli degli anni Settanta, perché “in tempi sospetti”, suonava il rock duro cantandolo in friulano. Riavvicinamento che avviene con il pretesto di partecipare ad un grande festival musicale in Germania, con l’occasione di esibirsi sullo stesso palco degli U2. Inverosimile, chiaro. Contraddittorio, iperbolico. Presuntuoso, appunto. Perché l’unico concerto che ci sarà, e di cui si sentirà solo parlare, avverrà nel tendone di una festa della birra a cinquanta chilometri dal festival vero, nel quale lo strapaese si ripresenta , ancora una volta, vittorioso.
La bravura dell’Incerto è quella di far ridere delle miserie quotidiane che ognuno nasconde dietro agli agi o alle scelte di vita: la piccola impresa, il matrimonio d’interesse, il radicamento dentro un’alterità estrema che si risolve dentro una maschera di malinconica solitudine.
Però i personaggi dell’Incerto sono costruiti sul modello cechoviano: hanno grandi ideali, ma non li raggiungono. Colgono solo gli obiettivi ai quali le loro forze li portano. Ecco, allora, nel commovente finale, primeggiare l’unica cosa che ha senso in un mondo mercificato: l’amicizia, ancora di salvezza del rapporto fra umani.
Fonte:
Mauro Daltin – Ufficio Stampa Kappa Vu
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