UMILIATO DAL GOVERNO IL CONSIGLIO COMUNALE DI TARQUINIA

Amministratori perquisiti e trattati come facinorosi.

Un Consigliere Comunale finisce in un ospedale della Capitale.

La delegazione dei Sindaci dell’Alto Lazio accolta
solo dallo staff del Sottosegretario Letta

SOTTO  IL  PESO  DEL CARBONE,  DAVANTI  A  PALAZZO  CHIGI,
 
ANNEGA  LA  DEMOCRAZIA
 

Palazzo Chigi

(Gicar) – Se  non  fosse  stato  per  le  maggiori testate telematiche di informazione locale dell’Alto Lazio, le sole a segnalare, fino a questo momento, fatti e misfatti di una protesta democratica, tutto sarebbe passato, stando anche alle agenzie di stampa, sotto silenzio o quasi.
E mentre un altro dei partecipanti allo sciopero della fame per dire no alla riconversione a carbone della centrale di Civitavecchia finisce dopo venti giorni di digiuno in ospedale, un promesso tavolo di concertazione, tra Governo ed  i Sindaci dell’Alto Lazio, dato per imminente nei prossimi giorni, avrebbe dovuto mettere tutti d’accordo.
Ma proprio così non sarebbero andate le cose quando, nella mattinata di ieri,  il consiglio comunale straordinario di Tarquinia,  riunito per protesta a Roma davanti al palazzo del governo, per chiedere la sospensione dei lavori di riconversione a carbone della centrale Enel Tor Valdaliga Nord a Civitavecchia, si è trovato di fronte ad una piazza blindata ed a cordoni di polizia.
La seduta consiliare era iniziata  formalmente nel municipio di Tarquinia. Dopo l’appello, l’intero consiglio si è trasferito a Roma ed ha proseguito i lavori all’aperto a piazza Chigi.
Al termine, quando il sindaco di Tarquinia, Alessandro Giulivi, che ha guidato una delegazione di primi cittadini del comprensorio, di amministratori provinciali  e di esponenti politici di tutti i partiti ha chiesto di essere ricevuta dal capo del governo Romano Prodi, si è trovato il passo sbarrato dalle forze dell’ordine.  
Sono seguiti momenti di tensione piuttosto alti con amministratori che sono stati perquisiti e identificati con richieste di esibizioni di documenti tra forti diverbi con le forze di polizia sfociati addirittura con il ricovero al S.Giacono del Consigliere Comunale di Tarquinia Luigi Daga.  La delegazione, che pure si era fatta annunciare nei giorni precedenti, ha dovuto penare non poco affinché almeno i Sindaci potessero entrare nel palazzo del Governo ed incontrarsi solo con lo staff di un sottosegretario: Letta.  Al termine dell’incontro la promessa per un tavolo di concertazione.
Quella che dovrebbe essere una pratica democratica, cioè l’incontro tra il Governo e i Sindaci in rappresentanza della popolazione, – dicono i No Coke – si è  trasformata nell’accusa di una manifestazione non autorizzata praticata da un gruppo di facinorosi.
La storia non è piaciuta proprio a nessuno ed i venti di guerra si sono alzati subito e forti.
Già si parla di dimissioni del Consiglio Comunale di Tarquinia, di non presentazione di alcuna lista alle prossime elezioni amministrative e di sciopero della fame degli stessi amministratori e consiglieri comunali.
Tanta l’umiliazione, troppa e per tutti (da destra a sinistra), in una giornata di eutanasia della democrazia. Ma di questo nessuno ne parla.

Sala Consiliare del Comune di Tarquinia

Ci battiamo contro lo sciagurato progetto di conversione a CARBONE della centrale Torre Valdaliga Nord di Civitavecchia. Il nostro motto è NO AL CARBONE, per la tutela della salute, del territorio e del nostro futuro, già fortemente compromessa dalle centrali elettriche esistenti.

Comitato NOCOKE
 

Amministratori perquisiti e trattati come facinorosi.

Un Consigliere Comunale finisce in un ospedale della Capitale.

La delegazione dei Sindaci dell’Alto Lazio accolta
solo dallo staff del Sottosegretario Letta

SOTTO  IL  PESO  DEL CARBONE,  DAVANTI  A  PALAZZO  CHIGI,
 
ANNEGA  LA  DEMOCRAZIA
 

Palazzo Chigi

(Gicar) – Se  non  fosse  stato  per  le  maggiori testate telematiche di informazione locale dell’Alto Lazio, le sole a segnalare, fino a questo momento, fatti e misfatti di una protesta democratica, tutto sarebbe passato, stando anche alle agenzie di stampa, sotto silenzio o quasi.
E mentre un altro dei partecipanti allo sciopero della fame per dire no alla riconversione a carbone della centrale di Civitavecchia finisce dopo venti giorni di digiuno in ospedale, un promesso tavolo di concertazione, tra Governo ed  i Sindaci dell’Alto Lazio, dato per imminente nei prossimi giorni, avrebbe dovuto mettere tutti d’accordo.
Ma proprio così non sarebbero andate le cose quando, nella mattinata di ieri,  il consiglio comunale straordinario di Tarquinia,  riunito per protesta a Roma davanti al palazzo del governo, per chiedere la sospensione dei lavori di riconversione a carbone della centrale Enel Tor Valdaliga Nord a Civitavecchia, si è trovato di fronte ad una piazza blindata ed a cordoni di polizia.
La seduta consiliare era iniziata  formalmente nel municipio di Tarquinia. Dopo l’appello, l’intero consiglio si è trasferito a Roma ed ha proseguito i lavori all’aperto a piazza Chigi.
Al termine, quando il sindaco di Tarquinia, Alessandro Giulivi, che ha guidato una delegazione di primi cittadini del comprensorio, di amministratori provinciali  e di esponenti politici di tutti i partiti ha chiesto di essere ricevuta dal capo del governo Romano Prodi, si è trovato il passo sbarrato dalle forze dell’ordine.  
Sono seguiti momenti di tensione piuttosto alti con amministratori che sono stati perquisiti e identificati con richieste di esibizioni di documenti tra forti diverbi con le forze di polizia sfociati addirittura con il ricovero al S.Giacono del Consigliere Comunale di Tarquinia Luigi Daga.  La delegazione, che pure si era fatta annunciare nei giorni precedenti, ha dovuto penare non poco affinché almeno i Sindaci potessero entrare nel palazzo del Governo ed incontrarsi solo con lo staff di un sottosegretario: Letta.  Al termine dell’incontro la promessa per un tavolo di concertazione.
Quella che dovrebbe essere una pratica democratica, cioè l’incontro tra il Governo e i Sindaci in rappresentanza della popolazione, – dicono i No Coke – si è  trasformata nell’accusa di una manifestazione non autorizzata praticata da un gruppo di facinorosi.
La storia non è piaciuta proprio a nessuno ed i venti di guerra si sono alzati subito e forti.
Già si parla di dimissioni del Consiglio Comunale di Tarquinia, di non presentazione di alcuna lista alle prossime elezioni amministrative e di sciopero della fame degli stessi amministratori e consiglieri comunali.
Tanta l’umiliazione, troppa e per tutti (da destra a sinistra), in una giornata di eutanasia della democrazia. Ma di questo nessuno ne parla.

Sala Consiliare del Comune di Tarquinia

Ci battiamo contro lo sciagurato progetto di conversione a CARBONE della centrale Torre Valdaliga Nord di Civitavecchia. Il nostro motto è NO AL CARBONE, per la tutela della salute, del territorio e del nostro futuro, già fortemente compromessa dalle centrali elettriche esistenti.

Comitato NOCOKE
 

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