LA TRAGEDIA DELLA EX JUGOSLAVIA

    BALKANIKA 96-06                                                                               

DIECI   ANNI   DI   STORIA   ATTRAVERSO   UNA   GUERRA   INFINITA

Serbi, Bosniaci, Croati, Sloveni, Montenegrini, Macedoni, Albanesi si confrontano con il bianco e nero del ’96 e con il colore del 2006. La mostra organizzata dall’ Associazione Italiana delle Culture e da Prospektiva Rivista Letteraria sarà ospitata, dal 5 al 12 luglio, nel contesto del Malastrana Festival a Cascina (Pisa).

FOTO EXPOLa mostra Balkanica 96-06 nasce dall’unione di un percorso compiuto dal fotografo croato Zoran Djucik nel 1996 e dal giornalista italiano Andrea Giannasi nel 2006. L’unione di questi viaggi fotografici ha prodotto una mostra dove si esplora la tragedia della ex Jugoslavia. Per questo nella prima parte, quella dell’autore croato, le fotografie si offrono in bianco e nero con soggetti umani, mentre nella seconda parte, quella curata da Andrea Giannasi, appare il colore ma con case sventrate, cimiteri e alberi bruciati, a simboleggiare la fuga, l’esodo delle popolazioni.

Balkanica nasce nell’ambito dei progetti dell’Associazione Italiana delle Culture che da anni sta lavora per accendere ancora una volta i riflettori su un settore dell’Europa dimenticato da tutti, ma che lentamente si sta proponendo come nuova polveriera. La guerra che ha dilaniato la Jugoslavia ha creato solo città deserte e case sventrate e tanto rancore e odio che gli uomini delle forze internazionali di pace possono solo controllare ma non cancellare.
Djucik e Giannasi, un croato e un italiano, hanno unito le loro esperienze per far parlare ancora quelle genti cadute in poche settimane in una guerra tremenda che ha prodotto orrore ancora oggi sotto gli occhi del mondo intero. Ogni settimana in Bosnia viene infatti scoperta una fossa comune con uomini, donne e bambini dimenticati da tutti. Nelle fotografie quei corpi e il dolore provocato ai sopravvissuti e i cimiteri ricchi di fiori e fotografie di giovani mai cresciuti.
La mostra è patrocinata dalla rivista letteraria Prospektiva da sempre vicina a progetti tesi all’ampiamento del confronto socio-politico.
Per saperne di più www.associazione-culture.org

segue …>>


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DIECI   ANNI   DI   STORIA   ATTRAVERSO   UNA   GUERRA   INFINITA

Serbi, Bosniaci, Croati, Sloveni, Montenegrini, Macedoni, Albanesi si confrontano con il bianco e nero del ’96 e con il colore del 2006. La mostra organizzata dall’ Associazione Italiana delle Culture e da Prospektiva Rivista Letteraria sarà ospitata, dal 5 al 12 luglio, nel contesto del Malastrana Festival a Cascina (Pisa).

FOTO EXPOLa mostra Balkanica 96-06 nasce dall’unione di un percorso compiuto dal fotografo croato Zoran Djucik nel 1996 e dal giornalista italiano Andrea Giannasi nel 2006. L’unione di questi viaggi fotografici ha prodotto una mostra dove si esplora la tragedia della ex Jugoslavia. Per questo nella prima parte, quella dell’autore croato, le fotografie si offrono in bianco e nero con soggetti umani, mentre nella seconda parte, quella curata da Andrea Giannasi, appare il colore ma con case sventrate, cimiteri e alberi bruciati, a simboleggiare la fuga, l’esodo delle popolazioni.

Balkanica nasce nell’ambito dei progetti dell’Associazione Italiana delle Culture che da anni sta lavora per accendere ancora una volta i riflettori su un settore dell’Europa dimenticato da tutti, ma che lentamente si sta proponendo come nuova polveriera. La guerra che ha dilaniato la Jugoslavia ha creato solo città deserte e case sventrate e tanto rancore e odio che gli uomini delle forze internazionali di pace possono solo controllare ma non cancellare.
Djucik e Giannasi, un croato e un italiano, hanno unito le loro esperienze per far parlare ancora quelle genti cadute in poche settimane in una guerra tremenda che ha prodotto orrore ancora oggi sotto gli occhi del mondo intero. Ogni settimana in Bosnia viene infatti scoperta una fossa comune con uomini, donne e bambini dimenticati da tutti. Nelle fotografie quei corpi e il dolore provocato ai sopravvissuti e i cimiteri ricchi di fiori e fotografie di giovani mai cresciuti.
La mostra è patrocinata dalla rivista letteraria Prospektiva da sempre vicina a progetti tesi all’ampiamento del confronto socio-politico.
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