CLAUDIO CARAMEL E L'ARCHITETTURA

ARCHITETTURA & DESIGN   –   Rubrica  a cura di  Maria Stella Ivana Riggi

« (…) L’architetto, lo scultore hanno tutto l’interesse che l’uomo si attenda da loro, dalla loro arte, dalla loro mano un prolungamento della propria esistenza; per questo vorrei monumenti ben ideati e ben  fatti, che non siano disseminati qua e là a caso, ma vengano eretti in un luogo in cui possano durare. (…) In generale il problema è quello dell’invenzione e della sua giusta esecuzione.  (…) Schizzi per monumenti di ogni tipo ne ho raccolti molti e, se verrà l’occasione, li potrò mostrare: ma il più bel monumento resta pur sempre l’immagine stessa dell’uomo. »

da  “Le affinità elettive”  di  Goethe

…Credo anche e sempre di più nella semplicità e soprattutto nella NORMALITÀ che è il contrario della banalità di certi omologhi stilismi minimalisti o dell’espressionismo esasperato o peggio dell’esibizionismo e della ridondanza.

   U  T  I  L  I  T  A ‘ ,    B  E  L  L  E  Z  Z  A ,    D  U  R  A  T  A  

di    Maria  Stella  Ivana  Riggi

Roger Scruton

Di recente ho iniziato a leggere uno di quei libri suddivisi per tema che nonostante l’importanza degli argomenti trattati, può essere spulciato a tratti in aeroporto, sul treno, sentendo il vicino di appartamento stonato che canta a squarciagola (esperienza interessante…). 
Si intitola “Guida filosofica per tipi intelligenti” di Roger Scruton e si apre con il capitolo primo: ”Perche?”
Una domanda complessa che resta spesso sospesa per aria…  L’autore, ex professore di Estetica al Birkbeck College dell’Università di Londra, afferma che la filosofia può essere avvicinata in due modi: studiando come è stata fatta o “facendola” attraverso la sua pratica, portandola cioè alla vita.
Egli, optando per il secondo approccio, scrive: (…) In questo nostro mondo nulla è fisso : la vita intellettuale è una immensa confusione nella quale miriadi di voci si sforzano di emergere dal frastuono. Ma la comunicazione aumentando in quantità perde in qualità (…).
Contemporaneamente mi risuona più esilarante che mai la battuta di Woody Allen:  “È assolutamente evidente che l’arte del cinema si ispira alla vita, mentre la vita si ispira alla tv!.
Questo breve preambolo perché, da architetto, mi chiedo spesso che relazioni possano intercorrere, tra la vita (intesa anche come pratica della filosofia) e l’architettura; tra questa e la comunicazione; tra i “maestri” ( quelli veri!) e gli “apprendisti” (che non siano i molteplici giovani volenterosi “sfruttati” per periodi “interminabili” con la scusa di “imparare”! ). Claudo Palmi CaramelCerco di contare quanti architetti esistano ancora in circolazione che abbiano voglia di portare avanti con serietà le loro idee progettuali disegnando, realizzando, vivendo nei cantieri (c’è chi delega sempre gli altri per non “sporcare di professione” il vestito buono…), scrivendo e pubblicando, a discapito anche del proprio “tempo libero”.

Probabilmente sulla sensibilità delle donne Scruton scriverebbe  un altro libro, ma forse i quesiti posti potrebbero essere interessanti.

A Giugno scrivendo a proposito della scomparsa del Prof. Michele Sernini, avevo fatto cenno all’architetto padovano Claudio Palmi Caramel che definii “bravissimo e completo”. In realtà, non era quello il momento, ma mi ero già prefissata di scrivere anche su di lui.

“Perché?” Non di certo per il puro piacere di “sviolinare” (con i violoni strido… esperienza poco interessante…), ma perché credo che per noi giovani architetti e forse anche meno giovani, il suo modo di pensare, scrivere e progettare possa essere uno spunto di riflessione, un “incontro” importante.

segue …>>


ARCHITETTURA & DESIGN   –   Rubrica  a cura di  Maria Stella Ivana Riggi

« (…) L’architetto, lo scultore hanno tutto l’interesse che l’uomo si attenda da loro, dalla loro arte, dalla loro mano un prolungamento della propria esistenza; per questo vorrei monumenti ben ideati e ben  fatti, che non siano disseminati qua e là a caso, ma vengano eretti in un luogo in cui possano durare. (…) In generale il problema è quello dell’invenzione e della sua giusta esecuzione.  (…) Schizzi per monumenti di ogni tipo ne ho raccolti molti e, se verrà l’occasione, li potrò mostrare: ma il più bel monumento resta pur sempre l’immagine stessa dell’uomo. »

da  “Le affinità elettive”  di  Goethe

…Credo anche e sempre di più nella semplicità e soprattutto nella NORMALITÀ che è il contrario della banalità di certi omologhi stilismi minimalisti o dell’espressionismo esasperato o peggio dell’esibizionismo e della ridondanza.

   U  T  I  L  I  T  A ‘ ,    B  E  L  L  E  Z  Z  A ,    D  U  R  A  T  A  

di    Maria  Stella  Ivana  Riggi

Roger Scruton

Di recente ho iniziato a leggere uno di quei libri suddivisi per tema che nonostante l’importanza degli argomenti trattati, può essere spulciato a tratti in aeroporto, sul treno, sentendo il vicino di appartamento stonato che canta a squarciagola (esperienza interessante…). 
Si intitola “Guida filosofica per tipi intelligenti” di Roger Scruton e si apre con il capitolo primo: ”Perche?”
Una domanda complessa che resta spesso sospesa per aria…  L’autore, ex professore di Estetica al Birkbeck College dell’Università di Londra, afferma che la filosofia può essere avvicinata in due modi: studiando come è stata fatta o “facendola” attraverso la sua pratica, portandola cioè alla vita.
Egli, optando per il secondo approccio, scrive: (…) In questo nostro mondo nulla è fisso : la vita intellettuale è una immensa confusione nella quale miriadi di voci si sforzano di emergere dal frastuono. Ma la comunicazione aumentando in quantità perde in qualità (…).
Contemporaneamente mi risuona più esilarante che mai la battuta di Woody Allen:  “È assolutamente evidente che l’arte del cinema si ispira alla vita, mentre la vita si ispira alla tv!.
Questo breve preambolo perché, da architetto, mi chiedo spesso che relazioni possano intercorrere, tra la vita (intesa anche come pratica della filosofia) e l’architettura; tra questa e la comunicazione; tra i “maestri” ( quelli veri!) e gli “apprendisti” (che non siano i molteplici giovani volenterosi “sfruttati” per periodi “interminabili” con la scusa di “imparare”! ). Claudo Palmi CaramelCerco di contare quanti architetti esistano ancora in circolazione che abbiano voglia di portare avanti con serietà le loro idee progettuali disegnando, realizzando, vivendo nei cantieri (c’è chi delega sempre gli altri per non “sporcare di professione” il vestito buono…), scrivendo e pubblicando, a discapito anche del proprio “tempo libero”.

Probabilmente sulla sensibilità delle donne Scruton scriverebbe  un altro libro, ma forse i quesiti posti potrebbero essere interessanti.

A Giugno scrivendo a proposito della scomparsa del Prof. Michele Sernini, avevo fatto cenno all’architetto padovano Claudio Palmi Caramel che definii “bravissimo e completo”. In realtà, non era quello il momento, ma mi ero già prefissata di scrivere anche su di lui.

“Perché?” Non di certo per il puro piacere di “sviolinare” (con i violoni strido… esperienza poco interessante…), ma perché credo che per noi giovani architetti e forse anche meno giovani, il suo modo di pensare, scrivere e progettare possa essere uno spunto di riflessione, un “incontro” importante.

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La casa di JacoGià nel Dicembre del 1999 l’architetto Caramel si presentò anche come scrittore pubblicando uno tra i primi e-book italiani: “La casa di Jaco”.
La dicotomia tra il personaggio Jaco architetto eremita che si isolava in montagna accompagnato dalla pittura e dalla gestione del proprio sito internet e lo stesso Claudio architetto curioso ed attento che viveva la professione in città, la forza dei dialoghi (radici di molteplici spunti di riflessione), la descrizione dei paesaggi, i disegni, le foto, mi tennero incollata alla lettura fumando soddisfatta per un’intera notte.
 
Ma da dove nasce questo architetto “curioso ed attento”, “portatore sano di filosofia” alla vita , all’ architettura, alla pittura, alla grafica ed al design? Di certo non dalla cara e vecchia cicogna… Caramel matura da una “catena d’arte”, così viene definita la storia della sua famiglia in “Giacomo, Angelo, Sergio, Claudio Caramel attraverso il ‘900” di Virginio Briatore (Ed. Archivolto- 1996).
 
Copertina del libro Giacomo, Angelo, Sergio, Claudio - Caramel attraverso il '900, di Virginio Briatore, a cura di Camilla Zanuso e Silvio San Pietro, collana I Menhir, ed. L'ArchivoltoIl nonno Giacomo Caramel (1890-1988) era un pittore: <<(…) Uomo intero d’altra tempra, devoto all’arte e incentrato sull’arte, che studia, dibatte, insegna per tutta la vita.(…) Partecipa, interiorizza, accarezza o respinge influenze che turbinano intorno.>>. Da Giacomo nacquero Angelo Caramel (1924-1970) che diventò pittore e poeta , di cui ricordo la breve e intensa “Solitudine” del 1944: Come la montagna solitaria in luce come la vita che mi abbraccia e s’allontana ed alla fine tutto straccia. E Sergio Caramel (1925-1981) il quale divenne architetto: << Il segreto della sua architettura è semplice: prima viene l’idea. Attorno al nocciolo idea, coltivato in un terreno di ricerca poetica e di innovazione, si costruisce la funzione architettonica. Diverso dai manieristi (…) e dai narcisisti che architettano il loro non sempre edificante ego (…) è l’idea pura, la soluzione che poi sarà funzione, materiali, meditazione ragionata e contestuale.>> .
Dall’architetto Sergio Caramel nacque appunto, nel 1957, Claudio l’unico vivente che erediterà lo studio dal padre, scomparso prematuramente, ancor prima di laurearsi allo IUAV (dove tra l’altro resterà fino al 1991 come assistente al corso di Analisi delle strutture urbane): <<(…) In lotta pubblica con lo strapotere politico che governa la trasformazione urbana rifiuta ogni “entratura” sospetta ed inizia a progettare in ambito privato: case di giovani amici, bar, piccoli negozi,i primi oggetti di design.>> Accrescerà così nel tempo un curriculum che diventerà di straordinaria “ricchezza”. Cito solamente alcuni tra i progetti più recenti pubblicati su “Claudio Palmi Caramel – Architettura e design 1995-2005” (ed. Idea Architecture books)”Edificio per uffici a Padova” (Premio Architettura città Oderzo 1999);  “Dipartimento di ingegneria ambientale Image” ( Università di Padova 2000-2002);  “Centro servizi interporto Padova” ( 2003-2005, incarico congiunto con Tobia Scarpa ); “Parco del Padrego Caneva” (Pordenone 2004);  ” Jole Film” (Padova 2004, per l’attore Marco Paolini);  “Flagship Store Morellato “ (Milano 2005);  i progetti di design per “Arktechnologies”“Kleis”, ”Even”,  “Morellato”, ”Lavazza”, “Panasonic”, “Desalto”
Ha eseguito “ritratti a memoria”“collage”, “studi astratti”
Nel 2005 viene presentato alla mostra D-DAY, al Pompidou di Parigi, con lo shaker progettato per Lavazza insieme a F. Adrià. Nello stesso periodo riceve il premio “Best System” Colonia 2005 “Interior Innovation Award”.  Altre opere sono state presentate a Tokio e sempre a Parigi.

TRE CASE - CLAUDIO CARAMELHa scritto saggi ed articoli su molte riviste specializzate tra cui “Modo”. Nel Gennaio 2007 esce il suo ultimo libro che si intitola: “Trecase” (ed. Electa) di Claudio Caramel , a cura di Laura Lazzaroni, con testi di Tobia Scarpa e David Chipperfield. Un “palazzo padronale” di Padova, più volte manomesso nei secoli, acquisito all’asta da un imprenditore immobiliare viene rivenduto in porzioni (una volta ottenute le concessioni) ad un ristretto gruppo di famiglie. Caramel ci stupisce ancora una volta: progetta tre case per un unico committente (un capofamiglia, un figlio, una figlia) che ha acquistato una buona porzione di questo edificio. Capendo di avere rare occasioni di restauro e di recupero nelle unità di cui si sta occupando, libero quindi da vincoli “storici” o da preesistenze artistiche di rilievo studia e realizza tre case “contemporanee” nel taglio spaziale, distributivo e geometrico. Non rinuncia però alla interpretazione delle tecniche sedimentate nella tradizione costruttiva del “palazzo padronale” urbano e delle ville palladiane venete “operando e lavorando nella materia”. In questo modo si ricongiunge alla storia consentendoci di conoscere, tramite i progetti ed il piccolo glossario presente alla fine del libro: “Il terrazzo alla veneziana”, ”La pietra di Vicenza”, “La pietra d’Istria”, “Il marmorino naturale”… Oculata anche la scelta degli arredi e dei complementi interni proponendo pezzi storici del design. Sono tutti spunti di riflessione importanti, sopratutto se si pensa che quanto evidenziato proviene da un’unica testa!

A questo punto Scruton mi riporta al quinto capitolo del suo libro: “Le persone”. << (…) Il compito più importante per la filosofia nel mondo contemporaneo consiste nel risollevare la persona umana, liberarla dalla scienza banalizzante e sostituire il sarcasmo del sapere di essere semplicemente animali con l’ironia che osserva che non lo siamo. Messo da parte l’Io e le sue care illusioni, ci ritroviamo nel mezzo di un’antica controversia. Che cos’è esattamente ciò che ci distingue dagli altri animali e che può giustificare l’avere investito nell’idea e nell’ideale dell’umanità? >>  

Architettura e Design - Cludio Pami CaramelForse il “perché” delle mie domande iniziali continuerà a rimanere sospeso per aria e forse sarà difficile risollevare la persona umana , ma mi piacerebbe concludere con alcune parti di un saggio, a me caro, sempre di Caramel , “Complessità e normalità” da “Architettura e design 1995-2005”:

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…Credo anche e sempre di più nella semplicità e soprattutto nella NORMALITÀ che è il contrario della banalità di certi omologhi stilismi minimalisti o dell’espressionismo esasperato o peggio dell’esibizionismo e della ridondanza. Cerco di lavorare come eticamente sento di fare, e non di propormi come un “protagonista” cerco in ogni modo di soddisfare e interpretare le richieste intelligenti dei miei committenti, e “m’importa ottenere da quanto sarà, che soddisfaccia con tutto il vigore del nuovo alle esigenze ragionevoli di quanto è stato” (Eupalino), ma sono anche disobbediente e scontento. (…) Non mi piace vedere che il nostro mestiere che amo e che ho frequentato da piccolo grazie a mio padre Sergio( bravo bravissimo architetto 1925/1981), sta velocemente perdendo il suo senso più profondo e antico.  Questo è UN MESTIERE DIFFICILE E DI SERVIZIO ALLA GENTE, è un mestiere necessario alla società di oggi come a quella di sempre; necessario alla comunità sia per rispondere ad esigenze pratiche e funzionali ma anche ad esigenze afferenti alla sfera intellettuale e spirituale, dell’emozione e dell’espressione quindi artistica. (…)Essere architetti significa costruire edifici e non immagini, senza voler cambiare il mondo. (…)Fino ad oggi ho cercato di stare defilato da certo avido e cinico affarismo,opponendo una moderata ma motivata resistenza. Ho scelto di stare nel mio studio con i miei collaboratori e l’aiuto prezioso dei miei artigiani, “provando et riprovando”, tentando di trascurare il meno possibile, ogni volta ricominciando tutto daccapo, lavorando tutti i giorni alla ricerca di ciò che vorrei essere: uno che si occupa dello spazio, che cerca risposte ad esigenze tecnico-funzionali o a bisogni che cambiano, che prova a costruire correttamente le sue idee ma che lavora a tagliere e che “trattiene” la sua energia creativa verso l’obiettivo di tutti noi: “utilità, bellezza, durata” >>.


Maria Stella Ivana Riggi
Maria Stella Ivana Riggi (Maggio 1972), architetto vive e lavora in Sicilia precisamente a Caltanissetta dove attualmente risiede.

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