LIBRIVENDOLI – rubrica a cura di leggendogodendo.com

I roghi dei libri.

Ogni libro bruciato è un delitto. Un rogo di libri è sterminio di massa.

I L   F U T U R O   D E L   L I B R O :    U S C I R E   D A L   T E M P I O

di     Felice  Scipioni

Pedro Burruguete 1450-1504

Eppure un rogo di libri lo sottoscriverei…

Tra le opere di misericordia spirituale ci infilerei anche la messa in atto di un grande falò con tutti i libri di testo depositari della scienza ufficiale che ogni bravo studente deve possedere per essere promosso agli esami, vincere un concorso, trovare lavoro.
Prezzo, numero di pagine, argomento: tutto è stabilito dal Ministero che ha dettato le regole per fabbricare  i dottori. Il sapere è lì, concentrato in quelle pagine; basta leggerle e memorizzarle. Sarai professore, notaio, medico, quello che vorrai.
Assurto a  summa del sapere, il manuale, comodo alibi per alunni e insegnanti,  sarebbe bene abolirlo. Se proprio non è possibile  chiudere le scuole, si privino almeno gli studenti del cappio col quale verranno strozzati.
Il manuale sta alla cultura come il matrimonio sta all’amore. Quello che doveva essere un surrogato, un punto di partenza è diventato un approdo. 

Se lo studio e la lettura sono godimenti dell’anima, il manuale, bignamizzando il sapere gli ha tolto il sapore , trasformandolo in dovere

Per diventare Berlusconi bastano i manuali.
Per diventare Papini, Prezzolini, Zanzotto…ci vogliono i libri. Con l’ausilio dei libri questi concupiscenti dell’intelletto hanno fatto a meno anche della scuola. Anzi, nonostante la scuola, sono diventati maestri di scrittura e di vita leggendo libri. E solo dopo averne divorati tanti, li hanno anche scritti. Per il nostro e loro piacere. 

A me è capitata la ventura di essere padroneggiato dal furore di possedere libri (treantacinquemila!): mia disgrazia e salvezza. Non riuscirei a vivere senza. Anche se so che non potrò mai leggerli tutti, per essere entrato nella evanescente  zona Cesarini,  sono rassicurato dalla  loro presenza. Alla bibliomania si è aggiunto, in tempi più recenti, il piacere della stampa e diffusione di una collana di libelli dedicati a Epicuro. Concepiti e partoriti, come figli, nell’orgasmo e nell’allegrezza, vorrebbero convincere qualcuno che non ha ancora assaporato le prelibatezze della lettura, che tra i piaceri della vita c’è  anche il leggere.

segue…>>

I roghi dei libri.

Ogni libro bruciato è un delitto. Un rogo di libri è sterminio di massa.

I L   F U T U R O   D E L   L I B R O :    U S C I R E   D A L   T E M P I O

di     Felice  Scipioni

Pedro Burruguete 1450-1504

Eppure un rogo di libri lo sottoscriverei…

Tra le opere di misericordia spirituale ci infilerei anche la messa in atto di un grande falò con tutti i libri di testo depositari della scienza ufficiale che ogni bravo studente deve possedere per essere promosso agli esami, vincere un concorso, trovare lavoro.
Prezzo, numero di pagine, argomento: tutto è stabilito dal Ministero che ha dettato le regole per fabbricare  i dottori. Il sapere è lì, concentrato in quelle pagine; basta leggerle e memorizzarle. Sarai professore, notaio, medico, quello che vorrai.
Assurto a  summa del sapere, il manuale, comodo alibi per alunni e insegnanti,  sarebbe bene abolirlo. Se proprio non è possibile  chiudere le scuole, si privino almeno gli studenti del cappio col quale verranno strozzati.
Il manuale sta alla cultura come il matrimonio sta all’amore. Quello che doveva essere un surrogato, un punto di partenza è diventato un approdo. 

Se lo studio e la lettura sono godimenti dell’anima, il manuale, bignamizzando il sapere gli ha tolto il sapore , trasformandolo in dovere

Per diventare Berlusconi bastano i manuali.
Per diventare Papini, Prezzolini, Zanzotto…ci vogliono i libri. Con l’ausilio dei libri questi concupiscenti dell’intelletto hanno fatto a meno anche della scuola. Anzi, nonostante la scuola, sono diventati maestri di scrittura e di vita leggendo libri. E solo dopo averne divorati tanti, li hanno anche scritti. Per il nostro e loro piacere. 

A me è capitata la ventura di essere padroneggiato dal furore di possedere libri (treantacinquemila!): mia disgrazia e salvezza. Non riuscirei a vivere senza. Anche se so che non potrò mai leggerli tutti, per essere entrato nella evanescente  zona Cesarini,  sono rassicurato dalla  loro presenza. Alla bibliomania si è aggiunto, in tempi più recenti, il piacere della stampa e diffusione di una collana di libelli dedicati a Epicuro. Concepiti e partoriti, come figli, nell’orgasmo e nell’allegrezza, vorrebbero convincere qualcuno che non ha ancora assaporato le prelibatezze della lettura, che tra i piaceri della vita c’è  anche il leggere.

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Snobbati da librerie e biblioteche (costano poco , con una grafia comprensibile e per di più non intendono trasmettere Verità o Certezze),  sono costretti a cercare  rifugio nei bar, nelle trattorie, negli alberghi, nelle edicole delle stazioni, nelle barbierie, suffragando l’idea balzana secondo la quale i libri si vendono anche in libreria.
Tutto può stare nella magia di questi mondi di carta, tutti i mondi possibili e impossibili, reali e surreali, passati e futuri. Un libro deve stupire, per il piacere o la sorpresa dell’incontro, deve appassionare per le emozioni che regala durante la lettura, per quelle che si protrarranno nel tempo come dopo un addio o un arrivederci…
LIBRIBisogna liberare i libri dal tempio, liberarli dal piedistallo, dalle teche che non ce li fanno avvicinare. La gente dovrebbe incontrare i libri più spesso e i libri dovrebbero trovarsi dove la gente vive, lavora, si incontra. E’ così che nascono le amicizie.
I libri non possono annoiarsi nell’attesa di essere scelti, uno fra tanti, da quei pochi collaudati lettori che già sanno divertirsi leggendo.. 

I libri ovunque e comunque.
I Santuari della Feltrinelli continuino pure il glorioso percorso, ma dove c’è un bottegaio, un ambulante, un rigattiere, ci sia anche ciò che per l’universo si squaderna, secondo l’ inarrivabile definizione dantesca del libro.

Stanno morendo le ultime cartolibrerie di periferia. Di  ambulanti che vendono libri se ne vedono sempre meno, ma i nostri Comuni, Province, Regioni, Enti pubblici e privati perseverano nel  voler finanziare le  schiere di scrittori che spasimano dalla voglia di vedere il loro nome e le loro effigi sulle copertine di libri che mai alcuno leggerà. Che cosa rimarrà di tanta carta sprecata? Molta  vana gloria e qualche voto in più nell’urna dei vari partiti di un misero  panorama politico. 

Per non parlare dello scandalo da tutti conosciuto e più volte denunciato (vedi  Report): 700 milioni di Euro all’anno per finanziare i giornali che non ci sono, inventati da un solo parlamentare che insieme ad altri otto persone hanno escogitato  una cooperativa i cui soci, anziché essere  denunciati dallo Stato per associazione a delinquere, vengono premiati con milioni di Euro annui.       

Stampare un giornale o un libro ha senso soltanto se c’è qualcuno interessato alla lettura.
Se mancano i lettori, si sporca la carta e ci si rende corresponsabili di un  delitto ecologico.
E i contribuenti dovrebbero pagare le tasse a uno Stato che elargisce danaro a Partiti imbrattacarte  attraverso il finanziamento dei loro fasulli quotidiani?
Pensate quanti rivenditori di libri si potrebbero alimentare e sostenere con tutti questi milioni buttati al vento…

Felice Scipioni  fescipi@tin.it

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