ETTORE SOTTSASS

ARCHITETTURA & DESIGN   –   Rubrica  a cura di  Maria Stella Ivana Riggi

«(…) L’architetto, lo scultore hanno tutto l’interesse che l’uomo si attenda da loro, dalla loro arte, dalla loro mano un prolungamento della propria esistenza; per questo vorrei monumenti ben ideati e ben  fatti, che non siano disseminati qua e là a caso, ma vengano eretti in un luogo in cui possano durare. (…) In generale il problema è quello dell’invenzione e della sua giusta esecuzione.  (…) Schizzi per monumenti di ogni tipo ne ho raccolti molti e, se verrà l’occasione, li potrò mostrare: ma il più bel monumento resta pur sempre l’immagine stessa dell’uomo.»

da  “Le affinità elettive”  di  Goethe

   P  R  O  V  A    D ‘  O  R  C  H  E  S  T  R  A :    S  O  T  T  S  A  S  S  !  

di   Maria Stella Ivana Riggi 

 

Prova d'orchestra - Federico Fellini

Ore 23.oo  Spengo il lettore dvd. Serata tranquilla: pizza, pioggia tintinnante alla finestra, film, cellulare muto, pace! Fine pellicola, ritiro il cd, lo trattengo tra le mani, ne rileggo il titolo: “Prova d’orchestra” – Federico Fellini – 1979. Sprofondo nel divano. Ripenso: “ La fiction può andare nel senso di una verità più acuta della realtà quotidiana e apparente (…) Ciò che deve essere autentica è l’emozione che si prova nel vedere e nell’esprimere”. È uno dei tanti appunti sparsi per casa tra i post – it gialli ed i  taccuini.

 “Prova d’orchestra”. Già. Quante “prove” tento ogni singolo giorno per rendere più convincente la realtà apparente. Mi muovo rivolgendomi ad una telecamera nascosta dietro cui si cela un ipotetico “giornalista – Fellini” come nella pellicola … Quante volte  racconto di me stessa come quegli orchestrali associandomi ai “miei strumenti”, alle ritrosie, alle fattezze grottesche ed alle volgarità della vita. E quante volte la sinfonia vien fuori totalmente stonata!
Inciampo nel caos come quei musicisti, talvolta vengo diretta da un “maestro d’ orchestra” irascibile ed infuriato, mai contento … Poi ad un tratto una palla d’acciaio (irruzione nell’esistenza?) sfonda “le pareti dell’auditorium” (alcova?): si ripristina l’equilibrio, ha inizio un’ armonia musicale: distruzione catartica!

Ettore SottsassBreve, strano incipit Felliniano per potermi riallacciare a dei temi a me cari: architettura e design. Ricordando la già citata emozione che si prova nel vedere e nell’esprimere, rivedendo le scene del film in cui gli orchestrali imbrattano i muri ( moti sessantottini? ) in “segno di protesta”, non posso fare altro che pensare ad un pioniere dei su citati argomenti: Ettore  Sottsass.
Un professionista a tutto tondo (a cui faccio gli auguri per i suoi recenti novanta anni!) i cui progetti riprendono senz’altro la funzione della psiche umana. È riconosciuto a livello internazionale: è architetto, designer, pittore, fotografo.  Nel dopoguerra, esprime il suo rifiuto nei confronti del razionalismo in architettura; si accosta all’arte popolare, alla materia, al colore, alla loro sensorialità.  Negli anni sessanta risente dell’influenza della cultura orientale, assolutamente estranea al consumismo occidentale di cui apprezza solamente alcune cose di questo periodo: la cultura Pop, il pacifismo  e le manifestazioni contro la guerra nel Vietnam.  Negli anni settanta da avvio all’architettura radicale ed al “controdesign”: mette in discussione la cultura istituzionale, si interroga sulla creatività pubblica.
Dagli anni ottanta, a seguire, si dedica  con assoluta devozione a tutti i suoi  intenti espressivo-contenutistici esplicandoli nelle sue opere. Ricordo, tra le tante cose, il gruppo Memphis (1981) fondato  insieme ad altri architetti di fama internazionale e attenti come lui a tutto ciò che li circonda, che provoca intelligentemente il mercato il quale risponde. Nasce la rivoluzione del mobile contemporaneo…

segue …>>

ARCHITETTURA & DESIGN   –   Rubrica  a cura di  Maria Stella Ivana Riggi

«(…) L’architetto, lo scultore hanno tutto l’interesse che l’uomo si attenda da loro, dalla loro arte, dalla loro mano un prolungamento della propria esistenza; per questo vorrei monumenti ben ideati e ben  fatti, che non siano disseminati qua e là a caso, ma vengano eretti in un luogo in cui possano durare. (…) In generale il problema è quello dell’invenzione e della sua giusta esecuzione.  (…) Schizzi per monumenti di ogni tipo ne ho raccolti molti e, se verrà l’occasione, li potrò mostrare: ma il più bel monumento resta pur sempre l’immagine stessa dell’uomo.»

da  “Le affinità elettive”  di  Goethe

   P  R  O  V  A    D ‘  O  R  C  H  E  S  T  R  A :    S  O  T  T  S  A  S  S  !  

di   Maria Stella Ivana Riggi 

 

Prova d'orchestra - Federico Fellini

Ore 23.oo  Spengo il lettore dvd. Serata tranquilla: pizza, pioggia tintinnante alla finestra, film, cellulare muto, pace! Fine pellicola, ritiro il cd, lo trattengo tra le mani, ne rileggo il titolo: “Prova d’orchestra” – Federico Fellini – 1979. Sprofondo nel divano. Ripenso: “ La fiction può andare nel senso di una verità più acuta della realtà quotidiana e apparente (…) Ciò che deve essere autentica è l’emozione che si prova nel vedere e nell’esprimere”. È uno dei tanti appunti sparsi per casa tra i post – it gialli ed i  taccuini.

 “Prova d’orchestra”. Già. Quante “prove” tento ogni singolo giorno per rendere più convincente la realtà apparente. Mi muovo rivolgendomi ad una telecamera nascosta dietro cui si cela un ipotetico “giornalista – Fellini” come nella pellicola … Quante volte  racconto di me stessa come quegli orchestrali associandomi ai “miei strumenti”, alle ritrosie, alle fattezze grottesche ed alle volgarità della vita. E quante volte la sinfonia vien fuori totalmente stonata!
Inciampo nel caos come quei musicisti, talvolta vengo diretta da un “maestro d’ orchestra” irascibile ed infuriato, mai contento … Poi ad un tratto una palla d’acciaio (irruzione nell’esistenza?) sfonda “le pareti dell’auditorium” (alcova?): si ripristina l’equilibrio, ha inizio un’ armonia musicale: distruzione catartica!

Ettore SottsassBreve, strano incipit Felliniano per potermi riallacciare a dei temi a me cari: architettura e design. Ricordando la già citata emozione che si prova nel vedere e nell’esprimere, rivedendo le scene del film in cui gli orchestrali imbrattano i muri ( moti sessantottini? ) in “segno di protesta”, non posso fare altro che pensare ad un pioniere dei su citati argomenti: Ettore  Sottsass.
Un professionista a tutto tondo (a cui faccio gli auguri per i suoi recenti novanta anni!) i cui progetti riprendono senz’altro la funzione della psiche umana. È riconosciuto a livello internazionale: è architetto, designer, pittore, fotografo.  Nel dopoguerra, esprime il suo rifiuto nei confronti del razionalismo in architettura; si accosta all’arte popolare, alla materia, al colore, alla loro sensorialità.  Negli anni sessanta risente dell’influenza della cultura orientale, assolutamente estranea al consumismo occidentale di cui apprezza solamente alcune cose di questo periodo: la cultura Pop, il pacifismo  e le manifestazioni contro la guerra nel Vietnam.  Negli anni settanta da avvio all’architettura radicale ed al “controdesign”: mette in discussione la cultura istituzionale, si interroga sulla creatività pubblica.
Dagli anni ottanta, a seguire, si dedica  con assoluta devozione a tutti i suoi  intenti espressivo-contenutistici esplicandoli nelle sue opere. Ricordo, tra le tante cose, il gruppo Memphis (1981) fondato  insieme ad altri architetti di fama internazionale e attenti come lui a tutto ciò che li circonda, che provoca intelligentemente il mercato il quale risponde. Nasce la rivoluzione del mobile contemporaneo…

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Sot Casa Wolf - Ettore Sottsass

In campo architettonico realizza opere in cui palpitano sinergicamente la natura,  la costruzione, l’uomo e le sue funzioni vitali.

I muri, il colore, la luce, le costruzioni sia anonime che monumentali diverranno oggetto di riflessione e progettazione.

A  questo punto la mia mente divaga un’altra volta, ma cercando di tenere un filo conduttore…
Riporto qualche riga tratta da “Nuovo repertorio dei pazzi della città di Palermo” di Roberto Alajmo: “ Uno faceva collezione di chiodi usati e li classificava in diverse cassette con sopra scritto: utili, forse utili, difficilmente utilizzabili.”

Nella alterazione della mente esiste, spesso, un fondo di verità… Pongo una domanda: oggi di quanti prodotti, di quante forme abbiamo bisogno? Devono esistere per forza? A cosa si relazionano? Da cosa possono nascere ?

Ettore Sottsass - Scritti 1946-2001 - ed. Neri Pozza

Esiste un libro scritto da Sottsass ed è “Scritti 1946-2001” ( ed. Neri Pozza). Utilizzando la sua poetica, i suoi viaggi, la sua esperienza di vita egli ci illumina su questo ed altro.
Cito di seguito alcuni passi significativi.

Così scrive: “(…) Le forme mitizzate non hanno niente a che fare con la vita e forse vengono caricate di miti proprio per poter essere usate come punti di riferimento in gesti che nel tempo e nello spazio in realtà non hanno né senso né ordine (…) La vita è importante. I gesti della vita quotidiana, i gesti senza mito che si consumano in se stessi uno dentro l’altro, che si generano uno dentro l’altro in un processo di moltiplicazione quasi totalmente incontrollabile: tutto questo è importante.” ( pp. 158-159 ).
Mi chiedo ancora: può un progettista, essendo legato alla vita quotidiana, sporcarsi le mani oltre che con la polvere dei cantieri, dei materiali, con quella dei sentimenti? L’amore, in senso lato, che ruolo ha?

Sottsass racconta: “ (…) mi è venuto in mente di fare una stanza da letto e questo pensiero per me è molto meno peregrino di quanto si possa pensare: è una proposta molto più seria e sociale, come si dice oggi, di quanto possa sembrare, diretta com’è a cercare di salvarsi con l’amore e la pigrizia, con l’ozio, il silenzio e la meditazione più che con la storia distruttiva e velenosa del benessere. Come se lo immaginano gli industriali.”( p.154).

La nostra mente “sana” e “moderna”, potrebbe essere meno ossessionata dal narcisismo? Potremmo ricordare come nella favola di Lewis Carroll che : “chi semina suono raccoglie senso”? Credo proprio di sì … “Prova d’orchestra: Sottsass!”

Maria Stella Ivana Riggi
Maria Stella Ivana Riggi (Maggio 1972), architetto vive e lavora in Sicilia precisamente a Caltanissetta dove attualmente risiede.

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