SUBPRIME
L’occhio attento alle nuove economie, alle nuove politiche, ai nuovi pensieri.
“ M U T U I S U B – P R I M E ”
Ancora una volta gli oggetti non identificati arrivavano dal paese principe in sviluppo ed innovazione: gli Stati Uniti d’America. Campo di volo: il mercato finanziario.
Dopo una breve osservazione, da parte di avvistatori specializzati in U.F.O. statunitensi, i tecnici del settore emettevano l’ineluttabile verdetto: shock finanziario con prognosi di rientro in una o due settimane. Intanto gli strani oggetti arrivavano sui cieli europei con conseguente panico degli operatori del settore. Appena l’estate compiva il giro di boa anche questi apparecchi finivano per tornarsene a casa.
Ne tenteremo una decodificazione dal linguaggio strettamente tecnico per tentare di comprenderne anche il fenomeno sottostante. I mutui sub-prime sono dei prestiti concessi da società a persone disagiate o con situazione reddituali precarie o con passate storie di insolvenza. A copertura di ciò viene praticato ai beneficiari un tasso di interesse molto alto. Tale tipo di destinatari, però, determina un elevato livello di rischio nel rimborso delle rate e nella estinzione totale del debito. Le società concessionarie pertanto, perfettamente consapevoli di tale rischio hanno girato tali mutui a finanziarie e banche che hanno così creato dei prodotti derivati distribuendoli sul mercato.
Tali prodotti hanno avuto così una rapida espansione confondendosi tra gli investimenti finanziari in molte parti del mondo.
Tale meccanismo ha funzionato con il sistema infallibile, di importazione sovietica, delle bambole di matrioska. Gli operatori del settore hanno infatti nascosto i mutui sub-prime, con una pregevole operazione di ingegneria finanziaria, sovrapponnendo ad essi una serie di obbligazioni(crediti).
Il risultato di tale attività è stata quella di dissimulare totalmente il credito originario (il mutuo sub-prime), soprannominato Junk (spazzatura) in ragione della sua scarsa rimborsabilità.
Questo gioco inventato dagli operatori finanziari si inceppa al momento della insolvibilità del debitore originario. La bambola più piccola della Matrioska fa saltare in aria le bambole più grandi. Le obbligazioni successive, infatti, sono garantite dai mutui sub-prime e non dalle banche e dalle finanziarie che le hanno distribuite. In questo modo l’anello debole della catena diventa il risparmiatore finale che oltre a non percepire alcun interesse sulle somme investite può rischiare addirittura di perdere il capitale. A perdere non è però solo il risparmiatore finale, ma anche quella filiera di società che ha investito parte del proprio capitale su questi prodotti rivelatisi in seguito fallimentari.
L’occhio attento alle nuove economie, alle nuove politiche, ai nuovi pensieri.
“ M U T U I S U B – P R I M E ”
Ancora una volta gli oggetti non identificati arrivavano dal paese principe in sviluppo ed innovazione: gli Stati Uniti d’America. Campo di volo: il mercato finanziario.
Dopo una breve osservazione, da parte di avvistatori specializzati in U.F.O. statunitensi, i tecnici del settore emettevano l’ineluttabile verdetto: shock finanziario con prognosi di rientro in una o due settimane. Intanto gli strani oggetti arrivavano sui cieli europei con conseguente panico degli operatori del settore. Appena l’estate compiva il giro di boa anche questi apparecchi finivano per tornarsene a casa.
Ne tenteremo una decodificazione dal linguaggio strettamente tecnico per tentare di comprenderne anche il fenomeno sottostante. I mutui sub-prime sono dei prestiti concessi da società a persone disagiate o con situazione reddituali precarie o con passate storie di insolvenza. A copertura di ciò viene praticato ai beneficiari un tasso di interesse molto alto. Tale tipo di destinatari, però, determina un elevato livello di rischio nel rimborso delle rate e nella estinzione totale del debito. Le società concessionarie pertanto, perfettamente consapevoli di tale rischio hanno girato tali mutui a finanziarie e banche che hanno così creato dei prodotti derivati distribuendoli sul mercato.
Tali prodotti hanno avuto così una rapida espansione confondendosi tra gli investimenti finanziari in molte parti del mondo.
Tale meccanismo ha funzionato con il sistema infallibile, di importazione sovietica, delle bambole di matrioska. Gli operatori del settore hanno infatti nascosto i mutui sub-prime, con una pregevole operazione di ingegneria finanziaria, sovrapponnendo ad essi una serie di obbligazioni(crediti).
Il risultato di tale attività è stata quella di dissimulare totalmente il credito originario (il mutuo sub-prime), soprannominato Junk (spazzatura) in ragione della sua scarsa rimborsabilità.
Questo gioco inventato dagli operatori finanziari si inceppa al momento della insolvibilità del debitore originario. La bambola più piccola della Matrioska fa saltare in aria le bambole più grandi. Le obbligazioni successive, infatti, sono garantite dai mutui sub-prime e non dalle banche e dalle finanziarie che le hanno distribuite. In questo modo l’anello debole della catena diventa il risparmiatore finale che oltre a non percepire alcun interesse sulle somme investite può rischiare addirittura di perdere il capitale. A perdere non è però solo il risparmiatore finale, ma anche quella filiera di società che ha investito parte del proprio capitale su questi prodotti rivelatisi in seguito fallimentari.
Si parla di perdite attorno ai 300 mld di dollari, ma il conteggio è suscettibile di essere ritoccato al rialzo.
In conclusione possono essere fatte due considerazioni elementari.
La prima è che il dato allarmante del fenomeno non è solo di natura macro-economica. Sono in ballo in questa vicenda una serie di problematiche connesse strettamente ad una regolamentazione attenta del mercato finanziario globale.
Il risparmiatore finale non può essere trattato infatti come mero soggetto passivo di scelte economiche operate a monte.
Egli deve diventare parte attiva del processo finanziario, approntando a sua tutela una rete di garanzie legali che consistono principalmente nella trasparenza massima e capillare circa i prodotti che lo stesso sottoscrive.
In tal modo egli finisce di essere trattato come il soggetto che si fa carico, secondo una definizione eufemistica degli squilibri e degli eccessi del sistema.
La seconda riguarda la stessa filosofia economica dei nostri tempi. Gli scandali finanziari che si susseguono in maniera ripetuta e che si svolgono con lo stesso copione devono essere troncati alla radice. È assurdo che in un mondo come il nostro, l’unica legge a dettare gli orientamenti economici sia quella del profitto facile e truffaldino.
Ne va della nostra stessa sopravvivenza. Anche perché, al prossimo giro, la bambolina più piccola della matrioska potrebbe esplodere o essere pericolosamente velenosa.