CIAO 2008 !

L’UOMO VITRUVIANO

La celebre immagine è conservata nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie dell’Accademia di Venezia.  Il disegno vuole rappresentare la centralità dell’uomo, ed è oggi nelle tasche di tutti gli italiani e di molti europei, essendo il simbolo impresso sulla moneta da un euroLeonardo lo realizzò nel 1490, riprendendo il testo del terzo libro del De Architectura del celebre architetto romano Vitruvio, riguardante le proporzioni umane: Vetruvio architetto mette nella sua opera d’architettura che le misure dell’omo sono dalla natura distribuite in questo modo. Il centro del corpo umano è per natura l’ombelico; infatti, se si sdraia un uomo sul dorso, mani e piedi allargati, e si punta un compasso sul suo ombelico, si toccherà tangenzialmente, descrivendo un cerchio, l’estremità delle dita delle sue mani e dei suoi piedi. E’ così che Leonardo scriveva dell’opera che aveva appena realizzato.  Il suo uomo si iscrive in modo perfetto, in piedi con le gambe e le braccia allargate, nelle figure geometriche considerate perfette: il cerchio e il quadrato. (www.edscuola.com)

Oltrepensiero 2008 

Il Commento di Gicar

I  N  S  E  G  U  E  N  D  O     L  A     C  O  N  O  S  C  E  N  Z  A

Inseguendo la Conoscenza

Auguri che provengono dal passato riprendendo un’immagine con la quale il grande Leonardo volle forse simboleggare la perferzione con quella sorta di impossibile quadratura del cerchio riprendendo le teorizzazioni archtettoniche di Vitruvio. Abbiamo accostato ad essa, come simbolo del conoscere, l’evoluzione della macchina da scrivere ed avremmo probabilmente dovuto aggiungere una punta di grafite ed un pennino pieno di inchiostro. Sì, perchè è con la scrittura che, in fondo, la conoscenza viene espressa e tramandata sovrapponendo le generazioni ed i tempi che si avvicendano e cambiano nella continua tensione di raggiungere quella chimerica onniscenza che tanto dovrebbe farci rassomigliare a quei “Dio – Dei ” che non siamo. Ma, nonostante ciò, tendiamo comunque alla perfezione nel conoscere sia quello che è dentro di noi e ciò che ci circonda.
Se non fosse stato così non saremmo passati, attraverso i millenni e più precisamente nella storia recente, da il cembalo scrivano, inventato da Giuseppe Ravizza nel 1855, precursore della macchina da scrivere, ai moderni computer da trascinarci dietro in ogni luogo e che, in ogni luogo del mondo e dello spazio, tramite il web ed i satelliti, in ogni momento possiamo real-virtualmente trovarci.  Chissà, il futuro che verrà, quali tecnologie potrà metterci a disposizione per andare “oltre” le attuali conoscenze.
Dice Ralph Waldo Emerson: “La conoscenza è l’antidoto della paura”.
Ma io una paura la sento sulla pelle. Se è vero che l’evoluzione del conoscere ci rende sempre più partecipi dei misteri dell’Universo, contestualmente mi rendo conto che le mie conoscenze personali possono essere limitate non solo dalla genetica dei miei neuroni e dai miei stessi interessi, ma molto più drasticamente dai tempi in cui sono stato “chiamato” a vivere.
L’uomo della Preistoria conobbe il Fuoco, ma non certo il Computer che mai e poi mai avrebbe potuto solamente immaginare!  Cosa mi perderò, inevitabilmente, della conoscenza a venire?
Dobbiamo sicuramente adeguarci ai tempi che viviamo e gioire del fatto che se oggi possiamo comunicare a distanza ed in via immediata tramite computer lo dobbamo esclusivamente a chi ha avuto la “Conoscenza del Fuoco”.
La “Conoscenza del Computer” inseguirà altre “Conoscenze” . . .

segue …>>


L’UOMO VITRUVIANO

La celebre immagine è conservata nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie dell’Accademia di Venezia.  Il disegno vuole rappresentare la centralità dell’uomo, ed è oggi nelle tasche di tutti gli italiani e di molti europei, essendo il simbolo impresso sulla moneta da un euroLeonardo lo realizzò nel 1490, riprendendo il testo del terzo libro del De Architectura del celebre architetto romano Vitruvio, riguardante le proporzioni umane: Vetruvio architetto mette nella sua opera d’architettura che le misure dell’omo sono dalla natura distribuite in questo modo. Il centro del corpo umano è per natura l’ombelico; infatti, se si sdraia un uomo sul dorso, mani e piedi allargati, e si punta un compasso sul suo ombelico, si toccherà tangenzialmente, descrivendo un cerchio, l’estremità delle dita delle sue mani e dei suoi piedi. E’ così che Leonardo scriveva dell’opera che aveva appena realizzato.  Il suo uomo si iscrive in modo perfetto, in piedi con le gambe e le braccia allargate, nelle figure geometriche considerate perfette: il cerchio e il quadrato. (www.edscuola.com)

Oltrepensiero 2008 

Il Commento di Gicar

I  N  S  E  G  U  E  N  D  O     L  A     C  O  N  O  S  C  E  N  Z  A

Inseguendo la Conoscenza

Auguri che provengono dal passato riprendendo un’immagine con la quale il grande Leonardo volle forse simboleggare la perferzione con quella sorta di impossibile quadratura del cerchio riprendendo le teorizzazioni archtettoniche di Vitruvio. Abbiamo accostato ad essa, come simbolo del conoscere, l’evoluzione della macchina da scrivere ed avremmo probabilmente dovuto aggiungere una punta di grafite ed un pennino pieno di inchiostro. Sì, perchè è con la scrittura che, in fondo, la conoscenza viene espressa e tramandata sovrapponendo le generazioni ed i tempi che si avvicendano e cambiano nella continua tensione di raggiungere quella chimerica onniscenza che tanto dovrebbe farci rassomigliare a quei “Dio – Dei ” che non siamo. Ma, nonostante ciò, tendiamo comunque alla perfezione nel conoscere sia quello che è dentro di noi e ciò che ci circonda.
Se non fosse stato così non saremmo passati, attraverso i millenni e più precisamente nella storia recente, da il cembalo scrivano, inventato da Giuseppe Ravizza nel 1855, precursore della macchina da scrivere, ai moderni computer da trascinarci dietro in ogni luogo e che, in ogni luogo del mondo e dello spazio, tramite il web ed i satelliti, in ogni momento possiamo real-virtualmente trovarci.  Chissà, il futuro che verrà, quali tecnologie potrà metterci a disposizione per andare “oltre” le attuali conoscenze.
Dice Ralph Waldo Emerson: “La conoscenza è l’antidoto della paura”.
Ma io una paura la sento sulla pelle. Se è vero che l’evoluzione del conoscere ci rende sempre più partecipi dei misteri dell’Universo, contestualmente mi rendo conto che le mie conoscenze personali possono essere limitate non solo dalla genetica dei miei neuroni e dai miei stessi interessi, ma molto più drasticamente dai tempi in cui sono stato “chiamato” a vivere.
L’uomo della Preistoria conobbe il Fuoco, ma non certo il Computer che mai e poi mai avrebbe potuto solamente immaginare!  Cosa mi perderò, inevitabilmente, della conoscenza a venire?
Dobbiamo sicuramente adeguarci ai tempi che viviamo e gioire del fatto che se oggi possiamo comunicare a distanza ed in via immediata tramite computer lo dobbamo esclusivamente a chi ha avuto la “Conoscenza del Fuoco”.
La “Conoscenza del Computer” inseguirà altre “Conoscenze” . . .

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D’altronde neanche noi di Oltrepensiero.it avremmo mai realisticamente potuto pensare, nel 2007, di quintuplicare gli accessi al sito-giornale rispetto al 2006. Ci scusiamo per non essere stati in grado di esaudire tutte le esigenze scaturite da questa crescita esponenziale. L’anno che verrà ci vedrà particolarmente impegnati in tal senso. Vi ringraziamo per averci seguito nelle nostre proposte e nel nostro fluttuare soprattutto per il lavoro dei nostri collaboratori che, se pur non pagati, continuano a “perlustrare” la realtà al fine di conoscere, di far conoscere, ciò che abbiamo davanti agli occhi e quello che verrà.

Buon 2008 e arrivederci alle conoscenze che ci porterà e che vorremo o saremo in grado di conoscere e perchè no di … immaginare !

P. S.  –  Oltrepensiero.it nella sua, a volte, irrazionalità, vuole abbandonarvi ad una notizia che in questi giorni ha preso il cuore di tutti.  Una “Storia d’Amore” che trasversalmente indaga sulla “conoscenza” dei sentimenti umani  . . .

“  QUEI  TRENTA  METRI  DI  POESIA  SULL’ASFALTO  ”

DALLA PELLE AL CUORE    … senza più parole … senza farti male  >>>

Ti Amo 

Lei mi ha perdonato grazie alla mia poesia sull’asfalto

(Giampiero Bellucci – Messaggero Veneto) Alla fine, quei trenta metri di poesia sull’asfalto hanno colpito al cuore e così Ika ha perdonato Ste. Un gesto plateale che ha dimostrato il pentimento per una scappatella, al quale è seguito il perdono della persona tradita. Per Stefano, 16 anni ed Erica, 17, entrambi di Cussignacco, alla fine l’amore ha trionfato con un lieto fine degno di una commedia romantica, con i due innamorati che si baciano e lasciano la scena mano nella mano. Ma perché ciò accadesse per il giovane innamorato non è stata facile: ha dovuto attendere un’intera notte al freddo prima di portare a termine quello che aveva in mente già da qualche giorno: scrivere con una bomboletta spray sull’asfalto di via Veneto, in corrispondenza di piazza Giovanni XXIII a Cussignacco, quelle parole d’amore per chiedere scusa. Nella notte tra il 24 e il 25, dalle 2.30, quando è uscito di casa, Ste ha aspettato fino alle 4.30 che la gente in piazza si diradasse; poi armato di bomboletta spray, ha iniziato a comporre il testo di Dalla pelle al cuore la canzone di Antonello Venditti che in questo periodo spopola nelle radio del paese. Una canzone che pochi giorni prima Erika e Stefano avevano sentito insieme durante una gita sulla neve, in un tentativo di rappacificamento. «Pochi giorni fa eravamo insieme sul Lussari a sciare – racconta Stefano – e abbiamo sentito le note della canzone di Venditti. Io l’avevo già ascoltata alla radio e mi era subito piaciuta. Ho notato che anche Erica era rimasta colpita da questa canzone, così mi è venuto in mente di scrivere quel testo sull’asfalto». E così è stato, non ha atteso molto. Anzi, ha approfittato del Natale per far trovare sotto l’albero un regalo inaspettato. «Sono uscito di casa alle 2.30 – fa sapere Stefano – ma in piazza c’era ancora gente e così ho aspettato che tutti andassero via. Circa due ore e poi verso le 4.30 mi sono messo all’opera. Ho impiegato circa un’ora per scrivere tutto». Così, la mattina del 25 Erica si è trovata sotto il naso una lettera d’amore al quanto inusuale. Non la solita letterina, una mail o un modaiolo sms, ma trenta metri di asfalto e caratteri cubitali che esprimevano tutto l’amore per lei. Una prova che non ha lasciato scelta. «E cosa devo fare? Dopo questa prova, certo che lo perdono», è stato il commento della giovane fidanzatina. Ma non è finita qui. Come c’era d’aspettarsi in molti hanno letto quel messaggio domandandosi chi si nascondeva dietro quel gesto, chi fossero Ste e Ika. In molti sono rimasti incuriositi a Cussignacco dove il fatto ha tenuto banco in molti locali e tra gli abitanti del quartiere a sud di Udine. Solo i gestori del bar Al Fornar, in piazza Giovanni XXIII, Anna Nervo e Luca Saccavini, avevano intravisto la sagoma dell’autore del gesto, mentre stavano abbassando le serrande del locale. Ma senza scoprire il volto di Ste. Il mistero, fino a ieri rimaneva tra gli abitanti di Cussignacco e non solo. Infatti, dopo la notizia apparsa sul Messaggero Veneto, questo gesto d’amore è finito anche alla ribalta delle cronache nazionali, occupando gli spazi del palinsesto Mediaset: la piazza di Cussignacco è finita sul tg di Italia uno, Studio Aperto, con l’inconsueta lettera d’amore. Dunque, il segreto è svelato, autore e mittente del messaggio sono venuti allo scoperto: due giovani inguaribili romantici innamorati.

Dalla pelle al cuore 


Dalla Pelle Al Cuore  –  Antonello Venditti

Il sesso fa partire
l’amore fa tornar da te
e dalla pelle al cuore
che adesso sto davanti a te

So che mi perdonerai

mi devi perdonare
so che tu ce la farai

e dalla pelle al cuore
che devo ritornare
senza più parole
senza farti male

e dalla pelle al cuore
e tu lo capirai
solo da uno sguardo
tu lo scoprirai

Non cerco comprensione
e lacrime che tu non hai
è stata un’emozione
che mi ha rubato l’anima

Dolcissimo mio amore
e non mi ha fatto vicere
si apre il tuo portone
e adesso sei davanti a me

e dalla pelle al cuore
che devo ritornare
senza più parole
senza farti male

e dalla pelle al cuore
e tu lo capirai
solo da uno sguardo
tu lo scoprirai

e dalla pelle al cuore
che devo ritornare
senza più parole
senza farti male

mi perdonerai
mi perdonarai
mi devi perdonare sai
mi perdonarai

e dalla pelle al cuore
e tu lo capirai
solo da uno sguardo
tu lo scoprirai

e dalla pelle al cuore
che devo ritornare
senza più parole
senza farti male

mi perdonerai
mi perdonarai
mi devi perdonare sai
mi perdonarai

Mi perdonerai

La conoscenza si basa non solo sulla verità ma anche sull’errore
Karl Gustav Jung

mikronet

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