PER UN' ARCHITETTURA OLTRE IL COSTRUIRE

La Biennale di Venezia


In occasione della 11. Mostra Internazionale di Architettura, organizzata dalla Biennale di Venezia (14 settembre – 23 novembre 2008), sarà conferito a Frank Gehry il prestigioso Leone d’oro alla carriera.

L A    F O R M A    D E L L E    I D E E

di   Claudia Domenicucci

Frank Owen Gehry

I miei schizzi sono gesti: come fare per costruirli?  Ci sono riuscito grazie al computer,  altrimenti non ci avrei nemmeno provato  (F.O.Gehry).

Volumi irrazionali che diventano realtà, schizzi che prendono forma grazie al supporto dei più sofisticati programmi informatici: queste, le opere di Frank O. Gehry. La sua casa di Santa Monica, la Dancing House di Praga, il Walt Disney Concert Hall di Los Angeles e il Guggenheim Museum di Bilbao, sono solo alcune delle creazioni che lo hanno reso famoso in tutto il mondo come l’architetto che ha fatto del suo “creare” una sfida continua al comune buon senso. Negli ultimi cinquant’ anni, Gehry ha operato seguendo un solo filo conduttore: innovazione. La sua visione dell’ architettura va oltre la teoria estetica universalmente accettata e oltre i limiti tecnologici dettati dal nostro secolo, che lo hanno portato a realizzare continui esperimenti tra forma e materia, fino ad ottenere, grazie al supporto del computer, dei volumi che assumono una plasticità tale da sembrare vere e proprie “sculture”.

Alla base del suo lavoro c’è sempre uno schizzo; lascia che la fantasia, i ricordi e le emozioni imprimano sulla carta segni e forme lontane dal mondo concreto e molto vicine a quello dell’arte, dove ogni volume è libero da quei vincoli che ancora oggi limitano l’ espressione di molti architetti. Dopo la spontaneità dello schizzo, le linee guida dell’ opera sono già definite; il processo che segue tende a delineare l’ edificio compiuto in ogni sua parte, mantenendo però la naturalezza dello stadio iniziale.

segue …>>>



La Biennale di Venezia


In occasione della 11. Mostra Internazionale di Architettura, organizzata dalla Biennale di Venezia (14 settembre – 23 novembre 2008), sarà conferito a Frank Gehry il prestigioso Leone d’oro alla carriera.

L A    F O R M A    D E L L E    I D E E

di   Claudia Domenicucci

Frank Owen Gehry

I miei schizzi sono gesti: come fare per costruirli?  Ci sono riuscito grazie al computer,  altrimenti non ci avrei nemmeno provato  (F.O.Gehry).

Volumi irrazionali che diventano realtà, schizzi che prendono forma grazie al supporto dei più sofisticati programmi informatici: queste, le opere di Frank O. Gehry. La sua casa di Santa Monica, la Dancing House di Praga, il Walt Disney Concert Hall di Los Angeles e il Guggenheim Museum di Bilbao, sono solo alcune delle creazioni che lo hanno reso famoso in tutto il mondo come l’architetto che ha fatto del suo “creare” una sfida continua al comune buon senso. Negli ultimi cinquant’ anni, Gehry ha operato seguendo un solo filo conduttore: innovazione. La sua visione dell’ architettura va oltre la teoria estetica universalmente accettata e oltre i limiti tecnologici dettati dal nostro secolo, che lo hanno portato a realizzare continui esperimenti tra forma e materia, fino ad ottenere, grazie al supporto del computer, dei volumi che assumono una plasticità tale da sembrare vere e proprie “sculture”.

Alla base del suo lavoro c’è sempre uno schizzo; lascia che la fantasia, i ricordi e le emozioni imprimano sulla carta segni e forme lontane dal mondo concreto e molto vicine a quello dell’arte, dove ogni volume è libero da quei vincoli che ancora oggi limitano l’ espressione di molti architetti. Dopo la spontaneità dello schizzo, le linee guida dell’ opera sono già definite; il processo che segue tende a delineare l’ edificio compiuto in ogni sua parte, mantenendo però la naturalezza dello stadio iniziale.

segue …>>>

Schizzo Guggenheim Museum di Bilbao

La sua carriera ha inizio negli anni ‘60, ma è solo alla fine del decennio successivo che Gehry s’impone nel panorama mondiale, facendo parlare di se per aver utilizzato la sua casa di Santa Monica come luogo dove rendere concrete le idee, le stesse che negli anni successivi saranno alla base di tutte le sue opere. 

Gehry avrà la vera consacrazione nell’Olimpo dell’architettura contemporanea solo nel 1997, con la realizzazione del Guggenheim Museum di Bilbao, forse l’opera architettonica più famosa degli ultimi decenni. Costruito per accogliere le opere della Fondazione Solomon R. Guggenheim, il museo si presenta a chi lo osserva come un composto di forme irregolari che si aprono nello spazio su piani diversi. Il tutto è rivestito da sottiliGuggenheim Museum di Bilbao lastre di titanio, che offrono alla luce la possibilità di giocare sulle superfici ricurve, regalando all’intero edificio una veste nuova in ogni momento della giornata.
Da qui in poi il suo lavoro sarà in crescita continua, premiato con numerosi riconoscimenti, l’ultimo dei quali gli verrà assegnato proprio nel nostro paese.
Infatti, in occasione della 11. Mostra Internazionale di Architettura, organizzata dalla Biennale di Venezia (14 settembre – 23 novembre 2008), sarà conferito a Gehry il prestigioso Leone d’oro alla carriera, a riconoscimento del grande lavoro svolto in cinquant’ anni di continua sperimentazione, elemento centrale intorno al quale si articola l’ intera mostra.
La mostra, diretta da Aaron Betsky , si presenta con uno slogan che sembra essere pensato dallo stesso Gehry: “Out There. Architecture Beyond Building”, ovvero “L’architettura và oltre il costruire”. Aaron Betsky, nelle motivazioni che lo hanno spinto a proporre Gehry come candidato al premio, scrive:Frank Gehry ha trasformato l’architettura moderna. L’ha liberata dai confini della ‘scatola’ e dai limiti delle comuni pratiche costruttive. Tanto sperimentale quanto le pratiche artistiche che l’hanno ispirata, l’architettura di Gehry è il vero moderno modello per un’architettura oltre il costruire.
Non siamo più di fronte ad un’ architettura limitata al solo gesto del costruire, legata esclusivamente al prodotto finito, ma interessata a valorizzare tutto ciò che la circonda: È il modo di pensare e di parlare sugli edifici. È il modo di rappresentarli, di realizzarli: questo è architettura (Aaron Betsky). Gehry ha saputo rispondere a questa considerazione, trovando semplicemente il modo di dare forma alle proprie idee senza limitarle; in questi anni ha saputo mantenere un legame costruttivo con il passato, dare voce al presente e porre le basi per l’ architettura del futuro. Questo è Frank O. Gehry.

Frank Owen Gehry 

mikronet

Lascia un commento