ESSERE CRISTIANI IN CINA di Alberto Rosselli

Breve storia di una comunità spirituale
sempre in bilico tra annientamento e speranza

D I G N I T A ‘    E    A U T E N T I C A    G I  U S T I Z I A

ESSERE CRISTIANI IN CINA - di Aleberto Rosselli - Gianni Iuculano Editore Pavia

Sebbene la Repubblica Popolare Cinese continui a dichiararsi un Paese ateo, in realtà esso conta al suo interno una popolazione religiosa costituita da ben 540 milioni di individui (su un totale di 1 miliardo e 300 milioni di abitanti) dei quali, tuttavia, soltanto 300 milioni dichiarerebbero apertamente la propria fede per non incorrere in discriminazioni da parte dello Stato.

Nonostante l’articolo n. 36 della Costituzione consenta a tutti i cittadini di esercitare “libertà di credo”, in questo vasto Paese l’essere professanti costituisce ancora un handicap di non poco conto, un effettivo status di ‘diversità’ che può precludere il beneficio dei più elementari diritti umani. Una situazione dolorosa e paradossale se si considera che a partire dagli anni Novanta in Cina nessuno crede più al mito del comunismo. E mentre il patrimonio culturale del socialismo maoista si sgretola di fronte all’epocale mutazione capitalista di questo immenso Paese, i vertici di Pechino si trovano a dovere fronteggiare ­ spesso con la violenza – una temuta realtà, fino ad appena un decennio fa totalmente inimmaginabile, cioè la spontanea rinascita tra le masse – disgustate dalla crescente corruzione delle istituzioni e deluse dal tradimento degli impossibili ideali di giustizia sociale predicati per decenni dallo stato materialista – del sentimento religioso.

Quello che oggi reclamano milioni di giovani cinesi, soprattutto giovani, assetati non soltanto di facile e aleatorio benessere materiale, ma anche di dignità e autentica giustizia.

Breve storia di una comunità spirituale
sempre in bilico tra annientamento e speranza

D I G N I T A ‘    E    A U T E N T I C A    G I  U S T I Z I A

ESSERE CRISTIANI IN CINA - di Aleberto Rosselli - Gianni Iuculano Editore Pavia

Sebbene la Repubblica Popolare Cinese continui a dichiararsi un Paese ateo, in realtà esso conta al suo interno una popolazione religiosa costituita da ben 540 milioni di individui (su un totale di 1 miliardo e 300 milioni di abitanti) dei quali, tuttavia, soltanto 300 milioni dichiarerebbero apertamente la propria fede per non incorrere in discriminazioni da parte dello Stato.

Nonostante l’articolo n. 36 della Costituzione consenta a tutti i cittadini di esercitare “libertà di credo”, in questo vasto Paese l’essere professanti costituisce ancora un handicap di non poco conto, un effettivo status di ‘diversità’ che può precludere il beneficio dei più elementari diritti umani. Una situazione dolorosa e paradossale se si considera che a partire dagli anni Novanta in Cina nessuno crede più al mito del comunismo. E mentre il patrimonio culturale del socialismo maoista si sgretola di fronte all’epocale mutazione capitalista di questo immenso Paese, i vertici di Pechino si trovano a dovere fronteggiare ­ spesso con la violenza – una temuta realtà, fino ad appena un decennio fa totalmente inimmaginabile, cioè la spontanea rinascita tra le masse – disgustate dalla crescente corruzione delle istituzioni e deluse dal tradimento degli impossibili ideali di giustizia sociale predicati per decenni dallo stato materialista – del sentimento religioso.

Quello che oggi reclamano milioni di giovani cinesi, soprattutto giovani, assetati non soltanto di facile e aleatorio benessere materiale, ma anche di dignità e autentica giustizia.

ALBERTO ROSSELLI

Alberto Rosselli, giornalista e saggista storico genovese, ha collaborato e collabora da tempo con diversi quotidiani italiani ed esteri (tra cui Il Giornale, Libero, l’Indipendente e Il Secolo d’Italia, Il Borghese, Maariv-Tel Aviv) e con periodici nazionali (tra cui l’Europeo, Storia del Novecento e Storia Verità, di cui è Direttore editoriale) e con svariati siti internet tematici di storia, etnologia, storia militare e diplomatica e geopolitica italiani, statunitensi, tedeschi e olandesi.

Come studioso di storia moderna, contemporanea e militare ha al suo attivo alcune opere di narrativa e diversi saggi tra cui Québec 1759, Il Conflitto anglo-francese in Nord America 1756-1763 (tradotto anche in lingua inglese), Il Tramonto della Mezzaluna – L’Impero Ottomano nella Prima Guerra Mondiale, La resistenza antisovietica in Europa Orientale 1944-1956, L’Ultima Colonia ­ la guerra coloniale in Africa Orientale Tedesca 1914 ­ 1918; Il Ventennio in Celluloide (in collaborazione con Bruno Pampaloni ); Sulla Turchia e l’Europa; L’Olocausto armeno; Storie Segrete della Seconda Guerra Mondiale; Il Movimento panturanico e la ‘Grande Turchia’ e La persecuzione dei cattolici nella Spagna repubblicana 1931-1939.

Alberto Rosselli
ESSERE CRISTIANI IN CINA
Pagg. 110  – Euro 12,00

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