ENERGIE ALTERNATIVE
L’occhio attento alle nuove economie, alle nuove politiche, ai nuovi pensieri.
I L S O L E N O N E’ Q U O T A T O I N B O R S A
Oramai la coda al distributore sta diventando un incubo. Il consumatore è avvinto dal panico da rincaro. Esce di casa per rifornire la propria automobile memorizzando il prezzo che ha appena appreso al primo TG dell’alba. Quando esce di casa, accende la radio e le quotazioni della benzina sono già salite. Non appena avvista il distributore alla fine del viale, ecco comparire austero il cartello con il prezzo già rincarato di qualche centesimo. Ma non è finita qui. Dopo la lunga attesa cui si deve sottoporre per arrivare all’agognata pompa, ecco l’operatore cambiare cartello e aggiungere ancora centesimi alla vecchia quotazione.
Sembra di vivere in un video-game dove il giocatore deve arrivare alla fine prima che la valanga lo sommerga. Il tutto con i naturali e prevedibili contraccolpi al sistema nervoso che gli individui della nostra società già stressata non possono permettersi.
Questa sembra una strada senza uscita, se tutti ci accaniamo a volere giocare per forza, quando in realtà è possibile utilizzare altri video-game.
Quando leggerete questo articolo sarete probabilmente ancora in una stanza del vostro albergo o della vostra casa a mare in una pausa tra un bagno e un altro. Qualche istante prima, magari, avete interrotto la classica pennichella senza pensare che sopra la vostra testa non ci sia solo un agente abbronzante gratuito ma anche una fonte inesauribile di energia.
Quando si parla di energie alternative come quella solare, di solito, ci si limita a chiacchiericci fatui da Bar o si cominciano ad evocare fantasmagorici macchinari dai costi elevatissimi, che scoraggiano qualsiasi iniziativa.
Questa tendenza, peraltro confermata in parte negli ultimi anni, sta cominciando ad invertirsi con l’adozione di alcune iniziative rilevanti su scala mondiale e nazionale. Il sole è la più antica fonte di energia rinnovabile di tutta la storia dell’umanità. Già i romani ne avevano sfruttato le potenzialità adottando sistemi di riscaldamento dell’acqua e delle abitazioni che utilizzavano l’effetto serra creato dal vetro colpito dai raggi solari.
L’occhio attento alle nuove economie, alle nuove politiche, ai nuovi pensieri.
I L S O L E N O N E’ Q U O T A T O I N B O R S A
Oramai la coda al distributore sta diventando un incubo. Il consumatore è avvinto dal panico da rincaro. Esce di casa per rifornire la propria automobile memorizzando il prezzo che ha appena appreso al primo TG dell’alba. Quando esce di casa, accende la radio e le quotazioni della benzina sono già salite. Non appena avvista il distributore alla fine del viale, ecco comparire austero il cartello con il prezzo già rincarato di qualche centesimo. Ma non è finita qui. Dopo la lunga attesa cui si deve sottoporre per arrivare all’agognata pompa, ecco l’operatore cambiare cartello e aggiungere ancora centesimi alla vecchia quotazione.
Sembra di vivere in un video-game dove il giocatore deve arrivare alla fine prima che la valanga lo sommerga. Il tutto con i naturali e prevedibili contraccolpi al sistema nervoso che gli individui della nostra società già stressata non possono permettersi.
Questa sembra una strada senza uscita, se tutti ci accaniamo a volere giocare per forza, quando in realtà è possibile utilizzare altri video-game.
Quando leggerete questo articolo sarete probabilmente ancora in una stanza del vostro albergo o della vostra casa a mare in una pausa tra un bagno e un altro. Qualche istante prima, magari, avete interrotto la classica pennichella senza pensare che sopra la vostra testa non ci sia solo un agente abbronzante gratuito ma anche una fonte inesauribile di energia.
Quando si parla di energie alternative come quella solare, di solito, ci si limita a chiacchiericci fatui da Bar o si cominciano ad evocare fantasmagorici macchinari dai costi elevatissimi, che scoraggiano qualsiasi iniziativa.
Questa tendenza, peraltro confermata in parte negli ultimi anni, sta cominciando ad invertirsi con l’adozione di alcune iniziative rilevanti su scala mondiale e nazionale. Il sole è la più antica fonte di energia rinnovabile di tutta la storia dell’umanità. Già i romani ne avevano sfruttato le potenzialità adottando sistemi di riscaldamento dell’acqua e delle abitazioni che utilizzavano l’effetto serra creato dal vetro colpito dai raggi solari.
Di recente oltre a queste due funzioni il sistema termico ne sta sviluppando un’altra altrettanto rilevante attraverso il fenomeno della refrigerazione solare, consentendo così il funzionamento dei condizionatori in estate.
Il secondo, leggermente più sofisticato, è quello che si basa sull’effetto fotovoltaico. In sostanza alcuni materiali come il silicio arricchito con il boro o il fosforo riescono a rilasciare, se colpiti da radiazioni luminose, una corrente di elettroni che converte direttamente l’energia solare in energia elettrica. L’elemento base di questa tecnologia è la cella fotovoltaica capace di sprigionare una potenza di 1,5 W.
Ed è proprio su questo punto che Nuovomondo si appresta a puntare i riflettori, portando alla vostra attenzione due novità che si preannunciano rivoluzionarie per il mondo dell’energia solare.
La prima (e non è poco) arriva dall’Italia e precisamente dall’E.N.E.A. Il centro studi dell’Ente per l’Energia e L’Ambiente del nostro paese ha perfezionato una tecnologia già sperimentata in California e dimostratasi vincente per evitare la dispersione del calore e contrastare la non continuità dei raggi solari.
L’energia del sole è, infatti, per sua natura inesauribile, abbondante, ma è poco concentrata (si disperde in parte nell’atmosfera) ed è soprattutto fortemente discontinua.
L’ENEA per ovviare a questi inconvenienti naturali ha ulteriormente sviluppato una tecnica basata sull’intercettazione delle radiazioni solari da parte di connettori parabolici che riflettono le stesse su dei tubi all’interno dei quali scorre un liquido che viene surriscaldato.
Se ne ottiene così vapore che investe le turbine che producono elettricità.
La tecnica che, come dice dicevamo, era stata già sperimentata da una ditta californiana è stata migliorata in due punti:
1. Sostituzione del liquido dei tubi costituito da un olio tossico con una miscela di nitrati di sodio e potassio, non più tossici, più economici e con una maggiore capacità termica.
Il secondo passo sarà quello della costruzione, che è gia in corso, di un impianto sperimentale della potenza di circa 28 MW presso la centrale ENEL di Priolo Gargallo nei pressi di Siracusa.
Quanto sopra riferito costituisce un inizio importante nel nostro Paese per un serio progetto di riconversione energetica a costi bassi, non più dipendente dall’oro nero.
Si pensi inoltre alle ricadute di carattere economico che la costruzione di impianti di tal tipo avrebbero nelle regioni meridionali, favorite da un clima mite per gran parte dell’anno.
In questo caso individuando aree di terreno incolte o di scarso valore economico si potrebbe procedere all’istallazione dei collettori, facendo diventare questi terreni centri di produzione di energia elettrica.
La nostra industria troverebbe un nuovo settore di sviluppo, partendo proprio dalle aree più svantaggiate incrementando l’export di tali prodotti e alimentando gli investimenti finanziari su di essi.
La grande rivoluzione consiste nel fatto che questo ciclo economico cos’ articolato non avrebbe alcun impatto ambientale negativo.
In linea con quanto sperimentato dall’ENEA è di qualche giorno fa la notizia che L’Istituto per l’energia della Commissione Europea sta lavorando ad un progetto che ha come obiettivo quello di sfruttare le enormi potenzialità del deserto del Sahara, istallando su di esso pannelli che consentirebbero di rifornire di energia solare pulita l’Europa intera.
Il Progetto, che è stato presentato a fine Luglio all’Euroscience Forum di Barcellona, fa parte di uno più ampio soprannominato DESERTEC e che prevede la cooperazione tra i paesi della fascia del sole e quelli della fascia della tecnologia per lo sfruttamento delle energie rinnovabili e per l’approvvigionamento di acqua.
In sostanza il piano prevede la creazione di una rete per lo scambio di energie rinnovabili tra paesi come la Gran Bretagna e la Norvegia (ricchi di energia eolica) e i paesi della fascia del Sahara (ricchi di energia solare), in modo da ridurre drasticamente la dipendenza dal petrolio.
Basta pensare che l’attuale fabbisogno energetico dell’intero pianeta è coperto da una sette millesima parte dell’energia che il Sole irradia sulla terra.
Convertendo questi dati in un’immagine potremmo rappresentare l’area sufficiente a produrre tale quantitativo di energia come un francobollo sulla carta geografica del deserto del Sahara.