Ci sono artisti, magari fenomenali, che però non hanno questa fortuna. Siamo quattro fans dei Beatles, ad esempio siamo stati a vedere il concerto di Paul McCartney a Liverpool il 1° giugno. Quindi suoniamo davvero quello che ci piace.»
Però come cover band dei Beatles siete in cima…
«Aspetta, non è una cover, c’è questa distinzione: la cover band è un gruppo che suona le canzoni dei Beatles, però le reinterpreta. Noi siamo un tributo, tribute.
Il tribute è… non so se conosci gli Achtung Babies, per dire, sono un gruppo che fa gli U2.
L’idea del tributo è una cosa che nasce in Inghilterra più di trent’anni fa, ad esempio io ho visto i Butler Beatles, un gruppo inglese; praticamente hanno l’età dei Beatles e come noi si mascherano, si travestono e questa cosa da un po’ di anni a questa parte succede anche in Italia, quindi ci sono gruppi che fanno i Beatles, gruppi che fanno… appunto che ne so, ci sono i Tree Gees che fanno i Bee Gees, poi ci sono gli Achtung Babies che fanno gli U2. Gruppi dei Beatles ce ne sono tanti. Io non voglio dire che noi siamo i più bravi, penso che siamo i più famosi, perché magari c’è qualcuno più bravo e io non lo so, c’è gente che ha meno fortuna perché vive in posti piccolini, sicuramente per fare una cosa del genere ti ci devi dedicare a tempo pieno, cioè noi facciamo solo questo. Se fai questo lavoro non puoi fare anche un’altra attività, perché non c’è tempo. Noi siamo stati un mese in Scandinavia a gennaio e praticamente, se avessimo lavorato tutti e quattro, il programma non si sarebbe potuto fare. Quindi siamo quelli che sicuramente girano di più, probabilmente quelli più famosi…»
Comunque siete un punto di riferimento per le altre band
«Ho tanti amici che hanno iniziato il discorso dei Beatles, poi magari mi hanno chiesto dove avevo trovato la batteria, anche perché voglio dire.. non è una gara. Ad esempio c’è un gruppo di amici giù in calabria, si chiamano i Rubber Soul. In calabria i Beatles sono loro, noi non ci andiamo da un po’ di anni. Però, ti ripeto, sono amici e sono ragazzi simpatici. A Roma abbiamo stretto amicizia con un gruppo che si chiama Beaters. Per me è stupida la competizione, perché nessuno di noi è i Beatles. Noi lo facciamo da tanti anni, poi abbiamo – ti ripeto – passione, abbiamo professionalità. Anche perché sai, uno spettacolo del genere, non so se hai notato che è studiato nei tempi, ci sono proprio dei tempi tecnici. Noi ci cambiamo ed Emanuele fa “Yesterday”. Ad esempio Emanuele questa sera ha allungato un po’ su “Yesterday”, non so se hai notato, perché il camerino era lontano. Quindi… che ne so, su “The long and winding road” ha fatto un’introduzione di piano molto lunga perché sapeva che Renato doveva andare di corsa, cambiarsi completamente, mettersi un’altra parrucca. Quindi uno spettacolo studiato nei minimi particolari.»