CITTADINI LIBERI E AGRICOLTORI DICONO ANCORA “NO” ALL’AUTOSTRADA

Il Comitato Cittadini Liberi ha invitato la popolazione, gli agricoltori e la stampa al Consiglio Comunale di oggi (martedì 21 ottobre – ore 18.00): «Vogliamo capire chi sono i furbi, perché non si ingrandisce e non viene messa in sicurezza  l’Aurelia, dove la gente continua a morire ogni giorno. C’è un disegno strategico per industrializzare  la fertile Tarquinia e la Maremma etrusca. Agricoltura, salvaci tu!»

Confederazione Italiana Agricoltori Tarquinia : «Si all’adeguamento della strada statale Aurelia, no all’autostrada»

COMUNICATO  STAMPA COMITATO CITTADINI LIBERI

AUTOSTRADA

«Nel 1823 veniva stampata una raccolta di documenti intitolata “I Pascoli Comunali Cornetani”. Il volume narra la lotta degli Agricoltori di Corneto (l’odierna Tarquinia) a difesa dell’uso civico a pascolo di cui godevano da tempo immemorabile. A partire dalla metà del ‘700 era iniziato l’esproprio, di fatto un latrocinio, di antichissimi diritti di uso civico da parte di potenti famiglie, romane per lo più, che invocando i principi della fisiocrazia ottenevano i decreti papali che le rendevano padrone assolute di terre prima destinate a pascolo comune. Gli agricoltori, da una stagione all’altra, si ritrovavano a dover affittare, e a caro prezzo, i terreni di cui fino a poco prima erano stati comproprietari.  Nel 2007 la Regione Lazio pubblica il volume ‘L’agricoltura del Lazio – il nuovo Made in Italy’. Tarquinia è posta fra le aree rurali “a dinamicità socio-economica, con popolazione giovane, agricoltura intensiva e di qualità”. La positività della classificazione è tutta negli aggettivi usati, fra i quali è importante sottolineare giovane. Popolazione giovane che è presente nel nostro Comune, impegnata nell’agricoltura, e non è andata via  mantenendo vivo il lavoro difeso dagli Agricoltori nel 1823. Ma oggi non è possibile garantire a quella popolazione giovane lo stesso fertile terreno per l’ agricoltura intensiva e di qualità, perché l’industrializzazione, l’inquinamento, le infrastrutture imposte, e non necessarie, degradano questo fertile territorio della Maremma. La storia si ripete. Oggi, come nel 1823, gli agricoltori, giovani e non giovani, si vedono di nuovo protagonisti di una strenua resistenza per difendere queste terre da un’aggressione nuova e molto più subdola. Oggi vi è un disegno strategico per industrializzare il territorio di Tarquinia  dimenticando il monito degli scienziati: “è un errore snaturare la vocazione della vostra città da agricola e turistica, a industriale”.  Ma nel nostro Comune non si viaggia in questa direzione. Nel nostro Comune si compie l’esproprio dei terreni coltivabili. L’industrializzazione modifica profondamente le strutture economiche, favorendo l’infiltrazione mafiosa, come denunciato molto esplicitamente dal sostituto procuratore antimafia che si è occupato di questo territorio. Vi è la perdita di beni concreti o astratti ad alto valore umano e naturale, sostituiti da rumori, diossine, metalli pesanti, aumento del traffico di auto e tir, lavoro alienante, aumento significativo di popolazione attratta dal lavoro e non da un gruppo umano che si propone con i suoi stili di vita, le sue tradizioni, le sue bellezze naturali e culturali.  La sfida è esattamente quella opposta: far crescere Tarquinia puntando sulla sua agricoltura nel modo corretto che i tempi richiedono.

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Il Comitato Cittadini Liberi ha invitato la popolazione, gli agricoltori e la stampa al Consiglio Comunale di oggi (martedì 21 ottobre – ore 18.00): «Vogliamo capire chi sono i furbi, perché non si ingrandisce e non viene messa in sicurezza  l’Aurelia, dove la gente continua a morire ogni giorno. C’è un disegno strategico per industrializzare  la fertile Tarquinia e la Maremma etrusca. Agricoltura, salvaci tu!»

Confederazione Italiana Agricoltori Tarquinia : «Si all’adeguamento della strada statale Aurelia, no all’autostrada»

COMUNICATO  STAMPA COMITATO CITTADINI LIBERI

AUTOSTRADA

«Nel 1823 veniva stampata una raccolta di documenti intitolata “I Pascoli Comunali Cornetani”. Il volume narra la lotta degli Agricoltori di Corneto (l’odierna Tarquinia) a difesa dell’uso civico a pascolo di cui godevano da tempo immemorabile. A partire dalla metà del ‘700 era iniziato l’esproprio, di fatto un latrocinio, di antichissimi diritti di uso civico da parte di potenti famiglie, romane per lo più, che invocando i principi della fisiocrazia ottenevano i decreti papali che le rendevano padrone assolute di terre prima destinate a pascolo comune. Gli agricoltori, da una stagione all’altra, si ritrovavano a dover affittare, e a caro prezzo, i terreni di cui fino a poco prima erano stati comproprietari.  Nel 2007 la Regione Lazio pubblica il volume ‘L’agricoltura del Lazio – il nuovo Made in Italy’. Tarquinia è posta fra le aree rurali “a dinamicità socio-economica, con popolazione giovane, agricoltura intensiva e di qualità”. La positività della classificazione è tutta negli aggettivi usati, fra i quali è importante sottolineare giovane. Popolazione giovane che è presente nel nostro Comune, impegnata nell’agricoltura, e non è andata via  mantenendo vivo il lavoro difeso dagli Agricoltori nel 1823. Ma oggi non è possibile garantire a quella popolazione giovane lo stesso fertile terreno per l’ agricoltura intensiva e di qualità, perché l’industrializzazione, l’inquinamento, le infrastrutture imposte, e non necessarie, degradano questo fertile territorio della Maremma. La storia si ripete. Oggi, come nel 1823, gli agricoltori, giovani e non giovani, si vedono di nuovo protagonisti di una strenua resistenza per difendere queste terre da un’aggressione nuova e molto più subdola. Oggi vi è un disegno strategico per industrializzare il territorio di Tarquinia  dimenticando il monito degli scienziati: “è un errore snaturare la vocazione della vostra città da agricola e turistica, a industriale”.  Ma nel nostro Comune non si viaggia in questa direzione. Nel nostro Comune si compie l’esproprio dei terreni coltivabili. L’industrializzazione modifica profondamente le strutture economiche, favorendo l’infiltrazione mafiosa, come denunciato molto esplicitamente dal sostituto procuratore antimafia che si è occupato di questo territorio. Vi è la perdita di beni concreti o astratti ad alto valore umano e naturale, sostituiti da rumori, diossine, metalli pesanti, aumento del traffico di auto e tir, lavoro alienante, aumento significativo di popolazione attratta dal lavoro e non da un gruppo umano che si propone con i suoi stili di vita, le sue tradizioni, le sue bellezze naturali e culturali.  La sfida è esattamente quella opposta: far crescere Tarquinia puntando sulla sua agricoltura nel modo corretto che i tempi richiedono.

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Al Polo Nord la temperatura in questo momento è di 5° sopra la norma, la botta sta arrivando e la crisi economica che è appena iniziata è solo un’avvisaglia di quello che ci aspetta: la recessione è iniziata e, considerato che uno dei principali motivi della crisi attuale è la questione del clima, come ha ben capito Obama, tutto quello che fa inquinamento sarà odiato. Tarquinia è un piccolo ecosistema da difendere: l’inquinamento, l’aumento del traffico, il divenire terra di conquista di famiglie mafiose la mortificano e rendono i luoghi della democrazia, vanto di questa città dall’epoca comunale, luoghi del baratto senza fine per facili carriere politiche e sanitarie, nelle grandi società energetiche, e carriere legate ad un successo amministrativo che ha bisogno di soldi, non importa da dove provengono quei soldi. Per questi motivi si approva la centrale a carbone, la zona industriale, la distruzione della Frasca e di S. Agostino, la centrale a finta biomassa a ridosso della Roccaccia e, ultima in ordine di tempo, l’autostrada, mentre non viene ingrandita e messa in sicurezza l’Aurelia dove la gente continua a morire.  Oggi entrare nei luoghi della democrazia diventa sempre più faticoso, si respira un’aria pesante, cinica, ignorante, bocche che non si aprono e mani che si alzano e concludono contratti a tornaconto personale. Quando siamo andati a votare le clausole del contratto erano altre. Martedì 21 ottobre, ore 18.00, al consiglio comunale di Tarquinia tocca all’autostrada. Il Comitato dei Cittadini Liberi sarà lì, a denunciare il misfatto. Invitiamo tutta la popolazione a partecipare.»

Comitato dei Cittadini Liberi

COMUNICATO  STAMPA CONFEDERAZIONE AGRICOLTORI TARQUINIA

AUTOSTRADA

«Si all’adeguamento della strada statale Aurelia, no all’autostrada. La Confederazione Italiana Agricoltori di Tarquinia, da sempre attenta  alle problematiche legate alla salvaguardia dell’ambiente e per la sicurezza alimentare esprime la sua assoluta contrarietà  al progetto di autostrada sul territorio di Tarquinia.
Siamo convinti,che tutte le battaglie fatte in passato contro l’autostrada ,non possano essere buttate nel dimenticatoio,le ragioni che univano le popolazioni il mondo agricolo e quello politico siano ancora attuali.
La proposta di approvazione da parte del comune di Tarquinia alla realizzazione dell’autostrada è un colpo di spugna che la politica vuole realizzare ai danni delle popolazioni di questo territorio, a cui si chiede ancora una volta di subire in silenzio una servitù troppo impattante per l’ambiente e per l’agricoltura.
Riteniamo che i cittadini di Tarquinia non siano stati sufficientemente informati sulla nuova proposta di autostrada, che utilizza ingannevolmente la parola adeguamento della strada statale
Aurelia in autostrada di tipo A, di fatto propone una seconda arteria di 25,5 mt di sede stradale (da calcolare in più i metri di distanza di sicurezza dall’autostrada) e di 4.00-7.00 mt di altezza rispetto
all’Aurelia.
Questo territorio deve essere difeso per poter esprimere ancora la sua vocazione agricola e turistica, ecco perchè siamo contro le scelte scellerate come quelle della riconversione a carbone di Tvn a
Civitavecchia, e quella dell’autostrada che per la sua realizzazione taglierà  in due,la città  riversando tonnellate di cemento su centinaia di ettari di terreni agricoli.
Noi eravamo e siamo convinti che si debba realizzare l’adeguamento dell’Aurelia in un’arteria più sicura e più efficiente rispetto al problema di mobilità  del tratto Grosseto-Civitavecchia,tenendo
sempre nel dovuto conto l’impatto sull’ambiente e il diritto di insistenza degli agricoltori sulla propria terra, che con gli espropri verrebbe meno.
La confederazione italiana agricoltori, comincia a chiedersi: ma cosa hanno deciso di fare di questo territorio?»

mikronet

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