SOLO E SOLTANTO UN’ UTOPIA ?

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMAROMA FILM FEST 2008

Politica e Storia fanno da sfondo ad una delle icone più amate della musica reggae con i suoi discorsi, la sua musica e la sua filosofia, diventato poi un mito anche per la crudeltà della sua morte. Dopo quasi trent’anni l’utopia dei suoi testi che predicano la pace restano quello che erano allora… nell’ironia di quel… «Nascere un’altra volta».
B O B   M A R L E Y  –  E X O D U S   7 7

di   Mariangiola Castrovilli

EXODUS

Certamente uno dei film attesi con più curiosità a questo terzo Festival Internazionale del Cinema di  Roma  è Bob Marley – Exodus 77 di Anthony Hall nella sezione L’Altro Cinema diretta da Mario Sesti. Il perché è facile da capire. Per 90 minuti infatti sullo schermo, politica e storia recente strettamente intrecciate fanno da sfondo ad una delle icone più amate della musica reggae con i suoi discorsi, la sua musica e la sua filosofia, diventato poi un mito anche per la crudeltà della sua morte a soli 36 anni nel 1981 per un tumore devastante.

Il film inizia con il racconto dell’inspiegabile attentato subito da Bob a Kingston nel dicembre del ’76. Qualcuno sparò parecchi colpi nella casa in cui stava che lo presero di striscio al petto e al braccio mentre la moglie Rita e Don Taylor  il suo manager riportarono ferite ben più gravi. Zoom sul muro dove si conficcarono le pallottole e sulla foto di allora di Marley che indica i punti dove fu ferito. Attentato inspiegabile, dice l’oversound , ma che potrebbe essere ricollegato alla situazione politica jamaicana resa incandescente dal violento scontro tra i due partiti estremisti. Due giorni dopo però Marley canta nel concerto Smile Jamaica organizzato dal primo ministro Michael Marley.

Se però a botta calda coraggio e presenza di spirito non l’abbandonano, a conti fatti i Marley trovano più saggio partire per Londra dove Bob  inciderà il suo disco più famoso, quello che lo catapulterà in vetta all’empireo dei grandi, Exodus che appena uscito riuscì a restare  al vertice delle classifiche inglesi per ben 56 settimane. Anthony Hall ci coinvolge nel suo docu con una bella trovata, quella di associare ad ogni mese del 77 i brani strettamente nell’ordine in cui compaiono nell’album. Si comincia con Natural Mystic in accoppiata con gennaio mentre  sullo schermo vediamo Jimmy Carter  ed ascoltiamo i ricordi di persone a cui la musica di Marley ha cambiato la vita. E poi via con le testimonianze di amici e collaboratori che hanno condiviso un ceto periodo della sua vita, oltre ad alcune brevi interviste in cui chiedono a Bob per esempio cosa bisogna fare per diventare Rasta. E lui, in una nuvoletta di marjuana, gli occhi un po’ persi, ma ironico come sempre che risponde fulmineo «Nascere un’altra volta».

segue … >>>


FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMAROMA FILM FEST 2008

Politica e Storia fanno da sfondo ad una delle icone più amate della musica reggae con i suoi discorsi, la sua musica e la sua filosofia, diventato poi un mito anche per la crudeltà della sua morte. Dopo quasi trent’anni l’utopia dei suoi testi che predicano la pace restano quello che erano allora… nell’ironia di quel… «Nascere un’altra volta».
B O B   M A R L E Y  –  E X O D U S   7 7

di   Mariangiola Castrovilli

EXODUS

Certamente uno dei film attesi con più curiosità a questo terzo Festival Internazionale del Cinema di  Roma  è Bob Marley – Exodus 77 di Anthony Hall nella sezione L’Altro Cinema diretta da Mario Sesti. Il perché è facile da capire. Per 90 minuti infatti sullo schermo, politica e storia recente strettamente intrecciate fanno da sfondo ad una delle icone più amate della musica reggae con i suoi discorsi, la sua musica e la sua filosofia, diventato poi un mito anche per la crudeltà della sua morte a soli 36 anni nel 1981 per un tumore devastante.

Il film inizia con il racconto dell’inspiegabile attentato subito da Bob a Kingston nel dicembre del ’76. Qualcuno sparò parecchi colpi nella casa in cui stava che lo presero di striscio al petto e al braccio mentre la moglie Rita e Don Taylor  il suo manager riportarono ferite ben più gravi. Zoom sul muro dove si conficcarono le pallottole e sulla foto di allora di Marley che indica i punti dove fu ferito. Attentato inspiegabile, dice l’oversound , ma che potrebbe essere ricollegato alla situazione politica jamaicana resa incandescente dal violento scontro tra i due partiti estremisti. Due giorni dopo però Marley canta nel concerto Smile Jamaica organizzato dal primo ministro Michael Marley.

Se però a botta calda coraggio e presenza di spirito non l’abbandonano, a conti fatti i Marley trovano più saggio partire per Londra dove Bob  inciderà il suo disco più famoso, quello che lo catapulterà in vetta all’empireo dei grandi, Exodus che appena uscito riuscì a restare  al vertice delle classifiche inglesi per ben 56 settimane. Anthony Hall ci coinvolge nel suo docu con una bella trovata, quella di associare ad ogni mese del 77 i brani strettamente nell’ordine in cui compaiono nell’album. Si comincia con Natural Mystic in accoppiata con gennaio mentre  sullo schermo vediamo Jimmy Carter  ed ascoltiamo i ricordi di persone a cui la musica di Marley ha cambiato la vita. E poi via con le testimonianze di amici e collaboratori che hanno condiviso un ceto periodo della sua vita, oltre ad alcune brevi interviste in cui chiedono a Bob per esempio cosa bisogna fare per diventare Rasta. E lui, in una nuvoletta di marjuana, gli occhi un po’ persi, ma ironico come sempre che risponde fulmineo «Nascere un’altra volta».

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BOB MARLEY

Così un mese dopo l’altro assieme a motivi conosciutissimi da Exodus(maggio) al bellissimo Waiting in vain(luglio) a Three little birds(settembre) a Jammin(novembre) assistiamo a tanta parte della vita inglese e jamaicana e non solo del ’77. Ecco allora senza soluzione di continuità  il Giubileo di Elisabetta II, la morte di Steven Biko, una giovane e già agguerrita Margareth Thatcher, il fenomeno punk, le manifestazioni nord irlandesi, le minigonne sempre più mini di Mary Quant,  ed il dolore dei fans a Graceland ai funerali  di Elvis Presley

E siamo già nel 78, quando Bob torna in Jamaica dove in un concerto diventato famoso  riesce a far stringere la mano sul palco ad Edward Seaga e Michael Manley, da sempre accanitissimi rivali della politica locale, e lui nel mezzo ad unire le loro mani.  Ancora  lui e il suo mondo, la religione Rasta, la marijuana elevata a pensiero di vita di cui fa un gran consumo…  Ed eccoci al finale dove sull’onda di una delle sue più belle composizioni, Redemption song  scorrono le immagini di adesso, ancora guerra e rivoluzioni… Iraq… Afganistan… A 27 anni dalla sua morte l’utopia dei suoi testi che predicano la pace restano quello che erano allora. Solo e soltanto un’utopia…

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA

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