PADOVA – FESTIVAL DELLA LETTERATURA E DEL GUSTO CON FEDERICO MORO
« Emozioni per domani, il romanzo dell’Europa. Realismo magico e ricostruzione storica in una vicenda che si rincorre di continuo tra passato e presente perché conoscere significa proiettare il film della storia sullo schermo del futuro e questa è anche la via per aprire i cancelli della verità: di tutte le verità, oltre le apparenze del sensibile, che ruotano dentro e attorno a noi. »
F L A G E L L U M D E I ?
Il fuoco degli Unni
di Federico Moro, romanzo – Studio LT2 edizioni, ISBN 978-88-88028-12-5
Chi è Antonio Altavilla, residente a Roma al numero 42 di via Teatro di Marcello? Il giornalista e scrittore di viaggi, l’uomo razionale e materialista del XXI secolo che crede oppure un crono visore di carne, un’autentica macchina del tempo in cui ciò che è stato rivive trasformato in un caleidoscopio di suoni e immagini? E la misteriosa Huna Teodato, la donna dal cranio deformato artificialmente che lo guida lungo le tappe di un’esperienza iniziatica, è soltanto un’archeologa o qualcosa di più?
Flagellum Dei? già nel titolo svela il filo conduttore della vicenda, la campagna di Attila in Italia nell’anno 452 d.C. In quella primavera, i popoli della federazione riunita sotto lo scettro del re unno lasciano la pianura in cui scorre il fiume Tissa, affluente del Danubio, con l’intenzione d’invadere la Penisola. Ogni singolo guerriero ha le sue personali motivazioni, spesso divergenti e talvolta in aperto contrasto con quelle del sovrano. Varie come le reazioni degli italici in lotta contro il tempo per fermare l’attacco, diretto all’inizio contro la Venetia et Histria e le sue città, Aquileia e Altino in particolare. E tutti dovranno fare i conti con una serie di donne, da una parte e dall’altra, altrettanto decise a opporre al corso degli eventi le proprie convinzioni. A cominciare dall’enigmatica “signora della chiave”, una Dea?, di cui si conosce appena il nome Reitia, e che si materializzerà imprevista nell’antico mitreo nascosto alle foci di un altro fiume, il Timavo, nei pressi della città di Tergeste
Questo l’ambito geografico e storico della narrazione. Flagellum Dei? però resta un romanzo con due protagonisti contemporanei, Antonio Altavilla e Huna Teodato. Venezia recita una parte importante, perché nella città nata dalla distruzione da parte degli unni di Attila della romana Altino in riva al fiume Sile, si collocano l’atto conclusivo della storia e del viaggio.
Scettico convinto dell’esistenza solo di quanto può toccare con mano, Antonio Altavilla finisce risucchiato dal lato invisibile della realtà, quello per cui “non sempre le cose sono come appaiono”. Lungo le anse del tempo incontra un mondo sconosciuto, quello della tarda antichità pronta a diventare Medio Evo. E inquietanti entità intessute a dipinti e decorazioni di antichi palazzi veneziani. Ogni unità è sempre “armonia di contrari” perché… tutto scorre.
L’incontro temporale tra la mostra “Roma e i Barbari” a Palazzo Grassi e la pubblicazione del romanzo appartiene alla categoria degli appuntamenti fortuiti governati dalla sorte. Certo, il filosofo greco Eraclito, molto richiamato nel romanzo, sosteneva che “gli uomini chiamano caso quanto non capiscono” , tuttavia, l’impressione di essersi trovati di fronte a un autentico mistero rimane. Come l’imbattersi in una delle sale espositive nella vetrinetta contenente un diadema unno e un cranio deformato artificialmente come descritto nelle pagine 19-20 del romanzo… meraviglia pronta a diventare disagio al piano superiore, dove si riconosceva in una spilla longobarda dal Museo veronese di Castelvecchio l’immagine di copertina del precedente romanzo dello stesso autore. Al Museo di Castelvecchio a Verona ce ne sono diverse di spille simili. Per nostra tranquillità, comunque, chiamiamolo pure “caso”.
Dialogando con… Federico Moro >>>
« Emozioni per domani, il romanzo dell’Europa. Realismo magico e ricostruzione storica in una vicenda che si rincorre di continuo tra passato e presente perché conoscere significa proiettare il film della storia sullo schermo del futuro e questa è anche la via per aprire i cancelli della verità: di tutte le verità, oltre le apparenze del sensibile, che ruotano dentro e attorno a noi. »
F L A G E L L U M D E I ?
Il fuoco degli Unni
di Federico Moro, romanzo – Studio LT2 edizioni, ISBN 978-88-88028-12-5
Chi è Antonio Altavilla, residente a Roma al numero 42 di via Teatro di Marcello? Il giornalista e scrittore di viaggi, l’uomo razionale e materialista del XXI secolo che crede oppure un crono visore di carne, un’autentica macchina del tempo in cui ciò che è stato rivive trasformato in un caleidoscopio di suoni e immagini? E la misteriosa Huna Teodato, la donna dal cranio deformato artificialmente che lo guida lungo le tappe di un’esperienza iniziatica, è soltanto un’archeologa o qualcosa di più?
Flagellum Dei? già nel titolo svela il filo conduttore della vicenda, la campagna di Attila in Italia nell’anno 452 d.C. In quella primavera, i popoli della federazione riunita sotto lo scettro del re unno lasciano la pianura in cui scorre il fiume Tissa, affluente del Danubio, con l’intenzione d’invadere la Penisola. Ogni singolo guerriero ha le sue personali motivazioni, spesso divergenti e talvolta in aperto contrasto con quelle del sovrano. Varie come le reazioni degli italici in lotta contro il tempo per fermare l’attacco, diretto all’inizio contro la Venetia et Histria e le sue città, Aquileia e Altino in particolare. E tutti dovranno fare i conti con una serie di donne, da una parte e dall’altra, altrettanto decise a opporre al corso degli eventi le proprie convinzioni. A cominciare dall’enigmatica “signora della chiave”, una Dea?, di cui si conosce appena il nome Reitia, e che si materializzerà imprevista nell’antico mitreo nascosto alle foci di un altro fiume, il Timavo, nei pressi della città di Tergeste
Questo l’ambito geografico e storico della narrazione. Flagellum Dei? però resta un romanzo con due protagonisti contemporanei, Antonio Altavilla e Huna Teodato. Venezia recita una parte importante, perché nella città nata dalla distruzione da parte degli unni di Attila della romana Altino in riva al fiume Sile, si collocano l’atto conclusivo della storia e del viaggio.
Scettico convinto dell’esistenza solo di quanto può toccare con mano, Antonio Altavilla finisce risucchiato dal lato invisibile della realtà, quello per cui “non sempre le cose sono come appaiono”. Lungo le anse del tempo incontra un mondo sconosciuto, quello della tarda antichità pronta a diventare Medio Evo. E inquietanti entità intessute a dipinti e decorazioni di antichi palazzi veneziani. Ogni unità è sempre “armonia di contrari” perché… tutto scorre.
L’incontro temporale tra la mostra “Roma e i Barbari” a Palazzo Grassi e la pubblicazione del romanzo appartiene alla categoria degli appuntamenti fortuiti governati dalla sorte. Certo, il filosofo greco Eraclito, molto richiamato nel romanzo, sosteneva che “gli uomini chiamano caso quanto non capiscono” , tuttavia, l’impressione di essersi trovati di fronte a un autentico mistero rimane. Come l’imbattersi in una delle sale espositive nella vetrinetta contenente un diadema unno e un cranio deformato artificialmente come descritto nelle pagine 19-20 del romanzo… meraviglia pronta a diventare disagio al piano superiore, dove si riconosceva in una spilla longobarda dal Museo veronese di Castelvecchio l’immagine di copertina del precedente romanzo dello stesso autore. Al Museo di Castelvecchio a Verona ce ne sono diverse di spille simili. Per nostra tranquillità, comunque, chiamiamolo pure “caso”.
Dialogando con… Federico Moro >>>
Nel caso de “Flagellum dei?” si può parlare propriamente di romanzo storico o siamo… nella fantascienza?
«Personalmente amo definire Flagellum Dei? “romanzo magico/esoterico a sfondo storico”, in cui l’elemento magico si ritrova nella continua necessità di agire, il “fare” dei protagonisti contemporanei e no, quello esoterico nel richiamo a guardarsi dentro, nelle profondità della psiche e del passato con frequenti richiami ai filosofi Eraclito, Pitagora e Giamblico, e lo sfondo storico nell’ambientazione “reale”, l’invasione unna del 451, ricostruita con la massima aderenza possibile alle fonti.»
Quali sono, a suo parere, le caratteristiche “imprescindibili” per raccontare la storia attraverso la letteratura?
«Per raccontare la Storia attraverso la letteratura bisogna sempre rispettare i fatti e i personaggi così come questi sono stati delineati dalla ricerca scientifica. La libertà dell’autore si esercita nei personaggi e nelle situazione d’invenzione e là dove non esistano dati documentali: in questo ultimo caso, però, serve il principio di “verosimiglianza”, vale a dire scrivere integrando con prudenza e senza alterare il corso degli eventi o la natura dei personaggi storici. Nel casi di Flagellum Dei? la figura di Attila, personalità complessa e all’apparenza molto diversa da quella più diffusa, emerge in realtà dalle fonti e dai lavori di alcuni tra i maggiori studiosi dell’argomento “Unni”, citati in bibliografia.»
Uno degli “anacronismi” più subdoli della letteratura di ambiente storico è quello delle idee: come è possibile creare personaggi ancora oggi appetibili senza “modernizzare” la loro sensibilità sociale e culturale?
«Non si può, in effetti: il romanzo “storico” per quanto mi riguarda è solo un romanzo “a sfondo storico” e non può che essere così. L’autore è uomo/donna di oggi e il suo pensiero matura e si sviluppa in contesto contemporaneo. Del resto, si rivolge a lettori dei giorni nostri, non certo a romani o unni del V secolo. Non avrebbe alcun senso cercare di “ricostruire” quel mondo sotto il profilo della sensibilità sociale e/o culturale per ricrearla e far vedere semplicemente com’era. Il romanziere non è un archeologo e neppure uno storico. E questo senza scomodare il famoso “principio di indeterminatezza” di von Heisenberg, valido in ogni tipo di osservazione, per cui il solo fatto di “osservare” e utilizzare degli strumenti altera in maniera inesorabile quanto viene osservato. Noi usiamo occhi e menti di oggi nell’indagare il passato e parliamo a uomini e donne di oggi, questo è il punto.»
Il periodo barbarico è uno dei più oscuri e intriganti della nostra storia: che suggestioni offre e che pericoli riserva?
«Il fascino, e l’importanza decisiva del periodo tarda antichità/alto medioevo è che lì troviamo molte delle radici dell’Europa attuale. Continente multuetnico e multiculturale dove in spazi ridottissimi si intrecciano popoli di origine assai diversa eppure uniti dal filo rosso di esperienze e valori comuni: esperienze e valori formano l’identità, tanto del singolo quanto delle collettività, per cui mi sento di affermare che in realtà la multietnica e multiculturale Europa, tale perché così l’ha forgiata la Storia, ha una propria, definita, identità. Valorizzare quanto unisce è la responsabilità dei contemporanei. Non a caso parlo di responsabilità, perché nelle pieghe delle vicende europee si annidano anche infiniti orrori, massacri e ragioni d’odio. Vale a dire il lascito pericoloso di un’età per altro affascinante anche perché misteriosa e poco conosciuta.»
Flagellum Dei?
Il fuoco degli Unni
di Federico Moro, romanzo
Studio LT2 edizioni, ISBN 978-88-88028-12-5
PADOVA
domenica 26 ottobre ore 17,00 Caffè Pedrocchi, via VIII Febbraio 15
nell’ambito del Festival della Letteratura e del Gusto
promosso da Grandi Eventi Pedrocchi
letture d’autore del romanzo Flagellum Dei? Il fuoco degli Unni
di Federico Moro, StudioLT2 Edizioni
Ingresso libero
domenica 26 ottobre ore 17,00 Caffè Pedrocchi, via VIII Febbraio 15
nell’ambito del Festival della Letteratura e del Gusto
promosso da Grandi Eventi Pedrocchi
letture d’autore del romanzo Flagellum Dei? Il fuoco degli Unni
di Federico Moro, StudioLT2 Edizioni
Ingresso libero
Info: www.federicomoro.it
Il libro: distribuzione Italia CDA – Consorzio Distributori Associati, librerie on-line IBS, ZAM, Hoepli, Universitaria, Arianna, Unilibro, Libroco, Cataloghi Tuttostoria, Libreria Militare