ROMA FILM FEST 2008: ULTIME STAR PRIMA DELLA CHIUSURA

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMAIntrodotto da un suo filmato di montaggi che incanta la platea con una selezione delle più belle scene di danza, Michael Cimino parla di Cinema e Ballo. «Ogni film è una storia d’amore» afferma il regista statunitense, «i film che usano il canto e il ballo per raccontarla è come se lo facessero in poesia. È come se attraverso la danza il cinema parlasse d’ amore e di sesso senza mostrarli. Il che è molto meglio».
I  N  C  O  N  T  R  O    C  O  N    M  I  C  H  A  E  L    C  I  M  I  N  O

di  Mariangiola Castrovilli

MICHAEL CIMINO

« Se non avessi fatto del cinema avrei cercato di diventare coreografo ».  E’ Michael Cimino che parla, in un’affollatissima sala Petrassi  dopo aver accennato sul tappeto rosso in verità un po’ sguarnito causa diluvio, alcuni passi di danza di Singing on the rain. «Con l’ombrello in mano mi sono sentito come Gene  Kelly» racconta al pubblico che lo ha accolto con un caloroso applauso. Una lezione interessante quella che il cinque volte premio Oscar per Il cacciatore ha tenuto  qui alla terza edizione del Festival di Roma regalandoci la sua personale compilation delle più belle scene di ballo del cinema mentre il cielo all’esterno si esibiva nel suo miglior repertorio di nubifragio,  lampi e tuoni assordanti compresi .

«Io so quanto sia difficile riprendere e montare persone che ballano, per questo ho amato tantissimo questo piccolo grande film a cui ho lavorato moltissimo, spesso affrontando decisioni difficili, nella mia scelta infatti oltre al fatto che ami profondamente queste scene c’è anche tutto quello che intuisco sul talento di chi le ha girate e le obiettive  difficoltà per realizzarle».

Due corpi intrecciati che a suon di musica  qui diventano un tutt’uno con la macchina da presa in un magico amplesso, perché niente è più sexi ed emozionante delle scene che ci passano sotto gli occhi. Ecco allora quelle più care al suo cuore da Lo sceicco bianco di Fellini, a Sfida infernale di John Ford, a La caduta degli dei di Visconti a quelle bellissime di Singing in the rain e poi Cappello a cilindro con gli indimenticabili Ginger e Fred «Amo queste sequenze  perché sono  momenti di cinema irripetibili che nessuno potrà mai rifare o superare perchè nessuno è capace di fare oggi ciò che faceva Fred Astaire. Lui faceva in studio gli stessi numeri di tip tap che aveva già fatto davanti alla macchina da presa. Solo con lui quelli della Metro potevano girare scene così impegnative in continuità e senza tagli».

Dalle sue scelte traspare la grande passione che ha per la danza nel cinema ed ecco ancora Cabaret con una Liza Mannelli al suo meglio che proprio oggi sarà all’Auditorium per un conrceto e quelle indimenticabili da Carmen Story di Carlos Saura, dove un’ipnotica Laura Del Sol  incanta  Antonio Gades e tutti noi con un erotismo incandescente.

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FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMAIntrodotto da un suo filmato di montaggi che incanta la platea con una selezione delle più belle scene di danza, Michael Cimino parla di Cinema e Ballo. «Ogni film è una storia d’amore» afferma il regista statunitense, «i film che usano il canto e il ballo per raccontarla è come se lo facessero in poesia. È come se attraverso la danza il cinema parlasse d’ amore e di sesso senza mostrarli. Il che è molto meglio».
I  N  C  O  N  T  R  O    C  O  N    M  I  C  H  A  E  L    C  I  M  I  N  O

di  Mariangiola Castrovilli

MICHAEL CIMINO

« Se non avessi fatto del cinema avrei cercato di diventare coreografo ».  E’ Michael Cimino che parla, in un’affollatissima sala Petrassi  dopo aver accennato sul tappeto rosso in verità un po’ sguarnito causa diluvio, alcuni passi di danza di Singing on the rain. «Con l’ombrello in mano mi sono sentito come Gene  Kelly» racconta al pubblico che lo ha accolto con un caloroso applauso. Una lezione interessante quella che il cinque volte premio Oscar per Il cacciatore ha tenuto  qui alla terza edizione del Festival di Roma regalandoci la sua personale compilation delle più belle scene di ballo del cinema mentre il cielo all’esterno si esibiva nel suo miglior repertorio di nubifragio,  lampi e tuoni assordanti compresi .

«Io so quanto sia difficile riprendere e montare persone che ballano, per questo ho amato tantissimo questo piccolo grande film a cui ho lavorato moltissimo, spesso affrontando decisioni difficili, nella mia scelta infatti oltre al fatto che ami profondamente queste scene c’è anche tutto quello che intuisco sul talento di chi le ha girate e le obiettive  difficoltà per realizzarle».

Due corpi intrecciati che a suon di musica  qui diventano un tutt’uno con la macchina da presa in un magico amplesso, perché niente è più sexi ed emozionante delle scene che ci passano sotto gli occhi. Ecco allora quelle più care al suo cuore da Lo sceicco bianco di Fellini, a Sfida infernale di John Ford, a La caduta degli dei di Visconti a quelle bellissime di Singing in the rain e poi Cappello a cilindro con gli indimenticabili Ginger e Fred «Amo queste sequenze  perché sono  momenti di cinema irripetibili che nessuno potrà mai rifare o superare perchè nessuno è capace di fare oggi ciò che faceva Fred Astaire. Lui faceva in studio gli stessi numeri di tip tap che aveva già fatto davanti alla macchina da presa. Solo con lui quelli della Metro potevano girare scene così impegnative in continuità e senza tagli».

Dalle sue scelte traspare la grande passione che ha per la danza nel cinema ed ecco ancora Cabaret con una Liza Mannelli al suo meglio che proprio oggi sarà all’Auditorium per un conrceto e quelle indimenticabili da Carmen Story di Carlos Saura, dove un’ipnotica Laura Del Sol  incanta  Antonio Gades e tutti noi con un erotismo incandescente.

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Anche Cimino deve esserne stato stregato, infatti confessa «Secondo me  il flamenco è il ballo perfetto per il cinema. I corpi creano essi stessi il ritmo e la musica della loro danza. I piedi e le gambe sono gli strumenti che generano i suoni che guidano e accompagnano il ballo». Si ferma un attimo e riflette «sono infatti d’accordo con John Ford che voleva avere  la fonte della musica direttamente sul set, nella storia, dicendo una cosa bellissima, che per lui il cinema  era ‘Cavalli in corsa e una coppia che danza sullo sfondo della Monument Valley’».

Ma anche il valzer de “I cancelli del cielo” è sexi… «Infatti è il primo ballo nella storia della cultura occidentale in cui i corpi possono toccarsi e, quando si diffuse dalla Vienna di fine secolo in tutto il mondo, era  molto sexy. Per questo, nella scena iniziale dei ‘Cancelli del cielo’ ho fatto eseguire ‘Sul bel Danubio Blu’ alla ‘Bernstein’ al doppio cioè  della velocità. Volevo rendere l’idea di una sensualità sfrenata  anche in una società così composta e aristocratica».

«Ogni film è una storia d’amore» ha concluso il regista, «i film che usano il canto e il ballo per raccontarla è come se lo facessero  in poesia. È come se attraverso la danza il cinema parlasse d’ amore e di sesso senza mostrarli. Il che è molto meglio».

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA

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