A MAR DEL PLATA 2008 IL DIVERTENTE “BACK SOON” DI SOLVEIG ANSPACH

THE 23RD EDITION OF MAR DEL PLATA FILM FESTIVALGirato in islandese, con pochi soldi e senza attori di spicco, il film avrebbe potuto avere maggiori mezzi se fosse stata usata la lingua inglese. Per una decisione etica ed estetica si è fatto ricorso, invece, alla lingua originale della regista. Nato ispirandosi alla vita della protagonista Didda Jonsdottir (esclusa la marijuana), la pellicola è stata girata veramente nella cucina della sua abitazione e il vai e vieni dei vari personaggi è davvero totalmente spontaneo.

U N A   C O M M E D I A   S U R R E A L I S T A

di  Mariangiola Castrovilli

Una scena tratta dal film Back soon firmato dalla franco islandese Solveig Anspach

In un alternarsi di piogge violente ma passeggere ed un sole estivo da 35 gradi continua la maratona cinematografica del 23° Festival Internazionale di Mar Del Plata ricco di film per tutti i palati. Curioso questo  Back soon firmato dalla franco  islandese Solveig Anspach che racconta la storia di Anna, che intorno ai quarant’anni ne ha piene le tasche del freddo islandese, del ristorante e dell’altra attività collaterale, per cui decide di vendere baracca e burattini al miglior offerente per poter partire in Jamaica con i suoi due figli.  In piena crisi esistenziale, stanca un po’ di tutto, anche delle poesie che scrive Anna ha un segreto che poi tanto segreto non è, quello infatti di essere la più grossa spacciatrice di marijuana del posto – e questo complica leggermente le cose, perché «in un’isola di 300 mila persone è come essere in famiglia, tutti sanno tutto di tutti per cui è impensabile far le cose di nascosto» confessa sorridendo la protagonista Didda Jonsdottir, islandese puro sangue.

La regista Solveig Anspach

Girata in islandese, con pochi soldi e senza attori di spicco Back Soon che la regista  definisce «una commedia surrealista e una storia divertente»  ha comunque portato a casa il premio Variety all’ultimo festival di Locarno. «Se fosse stata girata in inglese avremmo potuto avere maggiori mezzi» disse in quell’occasione Soveig Anspach, «ma preferii per una decisione etica ed estetica la mia lingua originale perché la reputavo più adatta ad esprimermi in questo lavoro. E poi dopo Haut les cœurs! (1999) ho avuto a disposizione  sempre meno soldi, per cui faccio solo i film che voglio».
Back soon - locandinaAd accompagnare il lavoro a Mar Del Plata la protagonista  Didda Jonsdottir, che oltre ad essere cantante,  poetessa e scrittrice molto rinomata in Islanda è stata anche interprete del precedente film della Anspach Stormy Weather  e lo sceneggiatore Jean Luc Gaget.
Didda che ricorda in qualche maniera Isabelle Huppert, esordisce subito con  voce profonda dicendo che  questo film «era nato ispirandosi alla mia vita reale, tolto il fatto che io non vendo marijuana. Però l’andirivieni che c’è nella mia cucina, perché il film è stato veramente girato a casa mia,  quello si che è reale come la gente che fuma , ma ognuno fa quello che vuole…» « E il vai e vieni dei vari personaggi nella sua cucina è totalmente spontaneo» interviene lo sceneggiatore, «mentre tutto il resto è strettamente costruito con un copione di ferro».

segue … >>>


THE 23RD EDITION OF MAR DEL PLATA FILM FESTIVALGirato in islandese, con pochi soldi e senza attori di spicco, il film avrebbe potuto avere maggiori mezzi se fosse stata usata la lingua inglese. Per una decisione etica ed estetica si è fatto ricorso, invece, alla lingua originale della regista. Nato ispirandosi alla vita della protagonista Didda Jonsdottir (esclusa la marijuana), la pellicola è stata girata veramente nella cucina della sua abitazione e il vai e vieni dei vari personaggi è davvero totalmente spontaneo.

U N A   C O M M E D I A   S U R R E A L I S T A

di  Mariangiola Castrovilli

Una scena tratta dal film Back soon firmato dalla franco islandese Solveig Anspach

In un alternarsi di piogge violente ma passeggere ed un sole estivo da 35 gradi continua la maratona cinematografica del 23° Festival Internazionale di Mar Del Plata ricco di film per tutti i palati. Curioso questo  Back soon firmato dalla franco  islandese Solveig Anspach che racconta la storia di Anna, che intorno ai quarant’anni ne ha piene le tasche del freddo islandese, del ristorante e dell’altra attività collaterale, per cui decide di vendere baracca e burattini al miglior offerente per poter partire in Jamaica con i suoi due figli.  In piena crisi esistenziale, stanca un po’ di tutto, anche delle poesie che scrive Anna ha un segreto che poi tanto segreto non è, quello infatti di essere la più grossa spacciatrice di marijuana del posto – e questo complica leggermente le cose, perché «in un’isola di 300 mila persone è come essere in famiglia, tutti sanno tutto di tutti per cui è impensabile far le cose di nascosto» confessa sorridendo la protagonista Didda Jonsdottir, islandese puro sangue.

La regista Solveig Anspach

Girata in islandese, con pochi soldi e senza attori di spicco Back Soon che la regista  definisce «una commedia surrealista e una storia divertente»  ha comunque portato a casa il premio Variety all’ultimo festival di Locarno. «Se fosse stata girata in inglese avremmo potuto avere maggiori mezzi» disse in quell’occasione Soveig Anspach, «ma preferii per una decisione etica ed estetica la mia lingua originale perché la reputavo più adatta ad esprimermi in questo lavoro. E poi dopo Haut les cœurs! (1999) ho avuto a disposizione  sempre meno soldi, per cui faccio solo i film che voglio».
Back soon - locandinaAd accompagnare il lavoro a Mar Del Plata la protagonista  Didda Jonsdottir, che oltre ad essere cantante,  poetessa e scrittrice molto rinomata in Islanda è stata anche interprete del precedente film della Anspach Stormy Weather  e lo sceneggiatore Jean Luc Gaget.
Didda che ricorda in qualche maniera Isabelle Huppert, esordisce subito con  voce profonda dicendo che  questo film «era nato ispirandosi alla mia vita reale, tolto il fatto che io non vendo marijuana. Però l’andirivieni che c’è nella mia cucina, perché il film è stato veramente girato a casa mia,  quello si che è reale come la gente che fuma , ma ognuno fa quello che vuole…» « E il vai e vieni dei vari personaggi nella sua cucina è totalmente spontaneo» interviene lo sceneggiatore, «mentre tutto il resto è strettamente costruito con un copione di ferro».

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Didda Jonsdottir

Didda, nel film avviene un po’ di tutto, dal tentato suicidio allo stordimento da erba, all’oca che inghiotte un cellulare…quanto c’entra l’influenza di un paese come l’Islanda nella pellicola?

«In questo momento il mio paese è in una depressione profonda per cui può succedere qualsiasi cosa come per esempio incendiare auto. Gli  Islandesi sono molto temperamentosi, bevono robustamente e ci sono molti suicidi…in primavera le cose cominciano a cambiare…».

 

C’è una filosofia in Back Soon?

«Per me» risponde  Gaget  «solo quella di divertirmi insieme a Solveig ed al cast» mentre per Didda ha a che fare con la tematica della donna che «non è nella stessa condizione dell’uomo e per sopravvivere deve fare  lavori illegali».

 

E le poesie che ci sono nel film?

«Tutte mie» conferma orgogliosamente l’attrice che ce ne recita una nella su lingua madre. Bella, peccato che non abbia capito le parole.

La Ciudad de Mar del Plata

mikronet

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