SUCCESSO PER IL NUOVO IMPEGNO TEATRALE DI FARBRIZIO FRIZZI

Ninà, la divertente commedia di André Roussin che è andata in scena al Manzoni di Roma fino al 23 novembre ha registrato il tutto esaurito, e non solo per la bravura degli interpreti, Carlo Alighiero nelle molteplici vesti di attore, traduttore, adattatore e regista, Edy Angelillo ed un camaleontico Fabrizio Frizzi che i più associano generalmente al piccolo schermo.
 

F R I Z Z I     E     N I N A ’

di  Mariangiola Castrovilli
 
\"\"La storia è quella di un triangolo che sta per diventare un duo visto che Andrè Tessier (Alighiero) marito più seccato che geloso, si reca a casa di Gerard de Vigny (Frizzi) amante della moglie Ninà (Angelillo) per ucciderlo.
 Ma una parola tira l’altra e il fastidio del marito cocu si trasforma in ammirazione per un tombeur de femmes …infelice, infatti per lui morire non è la peggiore delle scelte, anzi…
Tutto però prende una piega imprevedibile all’arrivo della bella Ninà che con la sua contagiosa irruenza non darà più pace né al marito né all’amante…

 

Frizzi, che effetto ti fa fuori dagli studi televisivi, respirare ogni sera con il pubblico? 
«Non mi sembra vero di poter fare ciò che sognavo da adolescente… ed ogni sera è la stessa paura che riesco a gestire meglio di quando iniziai a fare teatro, una voglia di scappare via e contemporaneamente la carica giusta per affrontare il pubblico con una commedia così bella ma così difficile come Ninà che inizia con un mio monologo che dura almento 4 minuti. Ogni volta ho avuto il terrore di non essere all’ altezza, di perdermi, di non riuscire ad essere il partner ideale per i miei amici Edy & Carlo. Ma è proprio su quel terrore che si basa la forza per fare tutto bene».
 
Cosa entra in gioco nelle tue scelte teatrali?
«Questa è stata la quinta commedia dal mio esordio nel’79. In tutte queste occasioni ho scelto di “buttarmi” perchè mi piacevano la costruzione della storia, la parte che avrei dovuto interpretare ed i compagni di lavoro sul palco. Ecco i tre parametri fondamentali che mi fanno decidere. Come vedi, la parte economica non c’entra. Quando il testo è giusto, scatta la semina… direi che mi butto soprattutto per passione e per crescere».
segue … >>>

Ninà, la divertente commedia di André Roussin che è andata in scena al Manzoni di Roma fino al 23 novembre ha registrato il tutto esaurito, e non solo per la bravura degli interpreti, Carlo Alighiero nelle molteplici vesti di attore, traduttore, adattatore e regista, Edy Angelillo ed un camaleontico Fabrizio Frizzi che i più associano generalmente al piccolo schermo.
 

F R I Z Z I     E     N I N A ’

di  Mariangiola Castrovilli
 
\"\"La storia è quella di un triangolo che sta per diventare un duo visto che Andrè Tessier (Alighiero) marito più seccato che geloso, si reca a casa di Gerard de Vigny (Frizzi) amante della moglie Ninà (Angelillo) per ucciderlo.
 Ma una parola tira l’altra e il fastidio del marito cocu si trasforma in ammirazione per un tombeur de femmes …infelice, infatti per lui morire non è la peggiore delle scelte, anzi…
Tutto però prende una piega imprevedibile all’arrivo della bella Ninà che con la sua contagiosa irruenza non darà più pace né al marito né all’amante…

 

Frizzi, che effetto ti fa fuori dagli studi televisivi, respirare ogni sera con il pubblico? 
«Non mi sembra vero di poter fare ciò che sognavo da adolescente… ed ogni sera è la stessa paura che riesco a gestire meglio di quando iniziai a fare teatro, una voglia di scappare via e contemporaneamente la carica giusta per affrontare il pubblico con una commedia così bella ma così difficile come Ninà che inizia con un mio monologo che dura almento 4 minuti. Ogni volta ho avuto il terrore di non essere all’ altezza, di perdermi, di non riuscire ad essere il partner ideale per i miei amici Edy & Carlo. Ma è proprio su quel terrore che si basa la forza per fare tutto bene».
 
Cosa entra in gioco nelle tue scelte teatrali?
«Questa è stata la quinta commedia dal mio esordio nel’79. In tutte queste occasioni ho scelto di “buttarmi” perchè mi piacevano la costruzione della storia, la parte che avrei dovuto interpretare ed i compagni di lavoro sul palco. Ecco i tre parametri fondamentali che mi fanno decidere. Come vedi, la parte economica non c’entra. Quando il testo è giusto, scatta la semina… direi che mi butto soprattutto per passione e per crescere».
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\"\"Ninà, divertente testo del commediografo attore Andrè Roussin,  è stata per te quasi una prova da one man show… due ore continuamente in scena, una bella sfida…
«Per me è certamente la prova attoriale più difficile da ogni punto di vista. Quando Carlo Alighiero me l’ha proposta, gli ho detto sinceramente che non sapevo se ce l’avrei fatta. Lui però credeva  in me e a questo punto non posso che ringraziarlo per la fiducia e la serenità che mi ha dato».

 

C’è un personaggio che, rinchiuso nel cassetto dei desideri, vorresti tirare fuori…?
«La mia voglia di fare teatro, teatro brillante, nasce dalla visione di “Aggiungi un posto a tavola” nel 1977. Non perdo le speranze di essere un giorno, anche se solo per poco, il mitico Don Silvestro. Le potenzialità credo di avercele… bisogna solo che qualcuno abbia il coraggio di propormelo. O io di produrmelo, ammesso che mi diano i diritti».
 
Ormai hai fatto quasi tutto, sei tentato dalla regia?
«Vorrei provare con una regia teatrale. Mi piacciono però le cose fatte bene e non so se avrò mai il coraggio di prendermi una simile responsabilità con i  tempi più che stretti  a mia disposizione».

 

mikronet

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