COURMAYEUR NOIR IN FESTIVAL 2008

\"\"E la neve continua a scendere soffice e silenziosa avvolgendo Courmayeur al suo primo giorno di Noir in Fest in un brivido di paura, un frisson che ti attanaglia lo stomaco tra  Doc Noir, film all’insegna del dove tutto è possibile, libri che non ti fanno dormire. E’ il thriller in tutte le sue espressioni bellezza, per cui sedetevi comodi, magari con un bicchiere di qualcosa di forte in mano e via con le anticipazioni.
 
 

I L   L A T O   O S C U R O   D E L L E   C O S E

di  Mariangiola Castrovilli
 
 
 Il lato oscuro delle cose è la sezione dedicata al Doc Noir in cui, come dicono i due curatori Luciano Barione e Carlo Chatrian gli sguardi sono ripiegati sul passato alla ricerca di quelle tracce che ossessionano l’oggi, perché nel tentativo di definire il presente e la sua inestricabile complessità, il documentario si appoggia spesso a ciò che è stato. Nelle pieghe della Storia infatti, da quella intima, privata fino a quella ufficiale si possono riscontrare le linee di fondo che segnano l’orizzonte delle cose.
 
\"\"E così il primo lavoro che abbiamo visto e che ci ha lasciato non poco scioccati è Les naufragés des Andes , l’ ormai famosa tragedia della sopravvivenza, di Gonzalo Arijon, uruguaiano che vive in Francia ormai dal ’79. La storia, realmente accaduta tutti la conoscono, ma per rinfrescare la memoria  a chi non la ricorda è quella del Fairchild F227 che decollato il 12 ottobre del ’72 da Montevideo e diretto a Santiago del Chile con a bordo gli Old Crhristians, celebre squadra di rugby, non fece mai più ritorno.
 
Le pessime condizioni climatiche lo obbligarono infatti ad un atterraggio forzato a Mendoza, in Argentina ma dall’indomani, quando il veivolo riprese il volo, non si seppe mai più niente. La neve continuava a cadere implacabile, nascondendo completamente l’aereo alle squadre di soccorso. Dopo dieci settimane, quando ormai si credeva che non ci fossero sopravvissuti, un pastore avvistò in una valle andina due persone che agitavano furiosamente le braccia per segnalare la loro presenza. Facevano parte di un gruppo di 16 ‘fortunati’ sopravvissuti  a 4mila metri in condizioni disumane. Ed il documentario ci spiega, senza niente occultare, quello che successe e che molti certamente ricordano, lasciando gi spettatori sconvolti.
 

segue … >>>


\"\"E la neve continua a scendere soffice e silenziosa avvolgendo Courmayeur al suo primo giorno di Noir in Fest in un brivido di paura, un frisson che ti attanaglia lo stomaco tra  Doc Noir, film all’insegna del dove tutto è possibile, libri che non ti fanno dormire. E’ il thriller in tutte le sue espressioni bellezza, per cui sedetevi comodi, magari con un bicchiere di qualcosa di forte in mano e via con le anticipazioni.
 
 

I L   L A T O   O S C U R O   D E L L E   C O S E

di  Mariangiola Castrovilli
 
 
 Il lato oscuro delle cose è la sezione dedicata al Doc Noir in cui, come dicono i due curatori Luciano Barione e Carlo Chatrian gli sguardi sono ripiegati sul passato alla ricerca di quelle tracce che ossessionano l’oggi, perché nel tentativo di definire il presente e la sua inestricabile complessità, il documentario si appoggia spesso a ciò che è stato. Nelle pieghe della Storia infatti, da quella intima, privata fino a quella ufficiale si possono riscontrare le linee di fondo che segnano l’orizzonte delle cose.
 
\"\"E così il primo lavoro che abbiamo visto e che ci ha lasciato non poco scioccati è Les naufragés des Andes , l’ ormai famosa tragedia della sopravvivenza, di Gonzalo Arijon, uruguaiano che vive in Francia ormai dal ’79. La storia, realmente accaduta tutti la conoscono, ma per rinfrescare la memoria  a chi non la ricorda è quella del Fairchild F227 che decollato il 12 ottobre del ’72 da Montevideo e diretto a Santiago del Chile con a bordo gli Old Crhristians, celebre squadra di rugby, non fece mai più ritorno.
 
Le pessime condizioni climatiche lo obbligarono infatti ad un atterraggio forzato a Mendoza, in Argentina ma dall’indomani, quando il veivolo riprese il volo, non si seppe mai più niente. La neve continuava a cadere implacabile, nascondendo completamente l’aereo alle squadre di soccorso. Dopo dieci settimane, quando ormai si credeva che non ci fossero sopravvissuti, un pastore avvistò in una valle andina due persone che agitavano furiosamente le braccia per segnalare la loro presenza. Facevano parte di un gruppo di 16 ‘fortunati’ sopravvissuti  a 4mila metri in condizioni disumane. Ed il documentario ci spiega, senza niente occultare, quello che successe e che molti certamente ricordano, lasciando gi spettatori sconvolti.
 

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\"\"Ad infondere nuovo coraggio e strappare qualche sorriso ecco invece la gustosa retrospettiva in otto film intitolata 007 all’italiana che Giorgio Gosetti ha creato assieme a Marco Giusti alla riscoperta di un genere che nella seconda metà degli anni 60, si è immesso nel fortunato filone di James Bond,  arrivando addirittura a scritturare per O.K. Connery di Alberto De Martino, il fratello minore di Sean, Lean che sabato sera sarà a Courmayeur per assistere alla proiezione.
 
Tra i titoli di 007 all’Italiana, James Tont operazione U:N:O. (Corbucci/Grimaldi), Upperseven, l’uomo da uccidere (De Martino), Tiffany Memorandum (Sergio Greco), Matchless (Lattuada), a 008 Operazione Sterminio (Umberto Lenzi), Agente S3S: passaporto per l’inferno (Sergio Sollima) e Kiss Kiss Bang Bang (Duccio Tesssari).

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mikronet

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