RITORNANO LE STORIE DELL’ ISPETTORE COLIANDRO CON QUATTRO NUOVI EPISODI

L’ I S P E T T O R E C O L I A N D R O
di Mariangiola Castrovilli

Soddisfatto Antonio Marano direttore di Rai 2 di quest’entusiastico attaccamento dei giovani ad un prodotto d’identità della rete, «perché la televisione è piena di polizieschi ma con Coliandro abbiamo avuto il coraggio di fare qualcosa che servisse da stimolo agli spettatori, un modello totalmente diverso, un personaggio così forte, umano, pieno di contraddizioni, con una regia differente da quelle canoniche. C’è solo voluto un po’ per mandarlo in onda perché bisognava sempre fare i conti con la programmazioni delle altre reti».
Coprotagonista insieme agli attori Bologna, bellissima e coinvolgente, una città che come dicono i registi «ti entra dentro e non ti lascia più. Una città che ami e a volte odi per come penetra nella tua anima».
segue … >>>

L’ I S P E T T O R E C O L I A N D R O
di Mariangiola Castrovilli

Soddisfatto Antonio Marano direttore di Rai 2 di quest’entusiastico attaccamento dei giovani ad un prodotto d’identità della rete, «perché la televisione è piena di polizieschi ma con Coliandro abbiamo avuto il coraggio di fare qualcosa che servisse da stimolo agli spettatori, un modello totalmente diverso, un personaggio così forte, umano, pieno di contraddizioni, con una regia differente da quelle canoniche. C’è solo voluto un po’ per mandarlo in onda perché bisognava sempre fare i conti con la programmazioni delle altre reti».
Coprotagonista insieme agli attori Bologna, bellissima e coinvolgente, una città che come dicono i registi «ti entra dentro e non ti lascia più. Una città che ami e a volte odi per come penetra nella tua anima».
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Lucarelli è ancora attuale questo personaggio così amato dai giovani ? «Gli autori in genere sono molto gelosi delle loro creature, il bello è quando queste riescono a cambiare senza snaturarsi. Coliandro è cambiato, sempre leggermente diverso ad ogni stagione. Come scrittore sento che funziona, un ottimo strumento per raccontare la metà oscura della società, i problemi, le contraddizioni del nostro essere italiani. Un antieroe che ti permette di ridere ma che tutte le volte che fa delle cappellate, lo bastoniamo usando la chiave dell’ironia».
E per voi fratelli Manetti ? E’ Antonio a rispondere per tutti e due, «Coliandro è sempre lo stesso amabile ed introverso figlio di buona donna immutabile nel tempo. Con Giampaolo Morelli abbiamo cercato di approfondire il suo lato malinconico che era molto presente nel primo episodio tratto dal romanzo di Lucarelli Il giorno del lupo ma non abbastanza forse negli altri episodi della prima serie».
Morelli il suo Coliandro…? «Quello che vado sempre a cercare quando leggo una sceneggiatura sono i difetti, che rendono il personaggio da interpretare più umano. E Coliandro ha difetti veri, dice le parolacce, è ignorante, razzista, insomma un pirla… Vorrebbe essere Serpico, o l’ispettore Callaghan uno di quei poliziotti americani. Pieno di pregiudizi è anche pronto però a cambiare idea, un simpatico che butta giù i miti. Un pò come noi italiani che sembra che facciamo schifo e invece poi siamo pieni di valori».