IN SCENA AL BELLINI I 55 GIORNI PIU’ DIFFICILI DELL’ITALIA DEL DOPOGUERRA

\"TeatroAl Teatro Bellini di Napoli, dal 3 febbraio, Paolo Bonacelli sarà l’intenso interprete di “Aldo Moro, una tragedia italiana”, uno spettacolo firmato da Corrado Augias e Vladimiro Polchi per la regia di Giorgio Ferrara. A 31 anni dal più tragico sequestro politico del nostro secondo dopoguerra, ripercorriamo la cronaca degli ultimi momenti di prigionia dello Statista assassinato dalle Brigate Rosse attraverso lettere, documenti, immagini d’archivio, filmati, commenti, punti di vista e la ricostruzione dei fatti, fino al drammatico epilogo.
 
 
 

A L D O   M O R O

U N A   T R A G E D I A   I T A L I A N A

 
 

\"PaoloLa vicenda più oscura della Repubblica Italiana, ovvero, il rapimento dell’onorevole Aldo Moro avvenuto il 16 Marzo 1978, durato 55 giorni e terminato con la sua uccisione per mano dei terroristi del gruppo armato chiamato Brigate Rosse, viene messa in scena da Paolo Bonacelli e Lorenzo Amato per la regia di Giorgio Ferrara su un testo di Corrado Augias e Vladimiro Polchi.

Partendo dalle numerose lettere scritte da Moro dalla “Prigione del Popolo”, come gli stessi terroristi definirono il luogo in cui lo tenevano rinchiuso, Augias e Polchi incrociano lettere, documenti, immagini d’archivio, commenti, punti di vista attraversando la cronaca del più tragico sequestro politico del nostro secondo dopoguerra per ricostruire i fatti di una vicenda dolorosa soprattutto dal punto di vista umano. Le strazianti parole di Moro imprigionato si alternano nella pièce ai commenti e agli interrogativi di Leonardo Sciascia e Pier Paolo Pasolini, ma anche ai comunicati ufficiali delle stesse Br.

\"\"L’uso di immagini tratte dai telegiornali d’epoca e il recente adattamento cinematografico di Marco Bellocchio, arricchiscono ulteriormente il testo proposto.

Su questa vicenda, da sempre, si sono confrontate due concezioni opposte, ognuna con una forte motivazione di natura etica. Da un lato ci sono i sostenitori del valore della vita umana in quanto bene assoluto al quale ogni altra considerazione va subordinata. Dall’altro troviamo i difensori della Repubblica, chi temeva cioè che cedendo ai terroristi si aprisse una spirale di ricatti, che facesse soccombere la concezione stessa dello ‘Stato’.

Anche questo ha reso l’intera vicenda una tragedia, nel senso greco del termine: un conflitto, uno scontro senza soluzione possibile, che non sia quella stabilita dal fato. Una tragedia antica, risolvibile solo sulla base di un’idea più religiosa che politica, il dilemma di Antigone: Polis contro Pietas.

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\"TeatroAl Teatro Bellini di Napoli, dal 3 febbraio, Paolo Bonacelli sarà l’intenso interprete di “Aldo Moro, una tragedia italiana”, uno spettacolo firmato da Corrado Augias e Vladimiro Polchi per la regia di Giorgio Ferrara. A 31 anni dal più tragico sequestro politico del nostro secondo dopoguerra, ripercorriamo la cronaca degli ultimi momenti di prigionia dello Statista assassinato dalle Brigate Rosse attraverso lettere, documenti, immagini d’archivio, filmati, commenti, punti di vista e la ricostruzione dei fatti, fino al drammatico epilogo.
 
 
 

A L D O   M O R O

U N A   T R A G E D I A   I T A L I A N A

 
 

\"PaoloLa vicenda più oscura della Repubblica Italiana, ovvero, il rapimento dell’onorevole Aldo Moro avvenuto il 16 Marzo 1978, durato 55 giorni e terminato con la sua uccisione per mano dei terroristi del gruppo armato chiamato Brigate Rosse, viene messa in scena da Paolo Bonacelli e Lorenzo Amato per la regia di Giorgio Ferrara su un testo di Corrado Augias e Vladimiro Polchi.

Partendo dalle numerose lettere scritte da Moro dalla “Prigione del Popolo”, come gli stessi terroristi definirono il luogo in cui lo tenevano rinchiuso, Augias e Polchi incrociano lettere, documenti, immagini d’archivio, commenti, punti di vista attraversando la cronaca del più tragico sequestro politico del nostro secondo dopoguerra per ricostruire i fatti di una vicenda dolorosa soprattutto dal punto di vista umano. Le strazianti parole di Moro imprigionato si alternano nella pièce ai commenti e agli interrogativi di Leonardo Sciascia e Pier Paolo Pasolini, ma anche ai comunicati ufficiali delle stesse Br.

\"\"L’uso di immagini tratte dai telegiornali d’epoca e il recente adattamento cinematografico di Marco Bellocchio, arricchiscono ulteriormente il testo proposto.

Su questa vicenda, da sempre, si sono confrontate due concezioni opposte, ognuna con una forte motivazione di natura etica. Da un lato ci sono i sostenitori del valore della vita umana in quanto bene assoluto al quale ogni altra considerazione va subordinata. Dall’altro troviamo i difensori della Repubblica, chi temeva cioè che cedendo ai terroristi si aprisse una spirale di ricatti, che facesse soccombere la concezione stessa dello ‘Stato’.

Anche questo ha reso l’intera vicenda una tragedia, nel senso greco del termine: un conflitto, uno scontro senza soluzione possibile, che non sia quella stabilita dal fato. Una tragedia antica, risolvibile solo sulla base di un’idea più religiosa che politica, il dilemma di Antigone: Polis contro Pietas.

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\"AldoGiovedì 16 marzo un nucleo armato delle Brigate Rosse ha catturato e rinchiuso in un carcere del popolo Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana. La sua scorta armata, composta da cinque agenti dei famigerati Corpi Speciali, è stata completamente annientata. Chi è Aldo Moro è presto detto: dopo il suo degno compare De Gasperi, è stato fino ad oggi il gerarca più autorevole, il teorico e lo stratega indiscusso di quel regime democristiano che da trent’anni opprime il popolo italiano”. (Comunicato nr.1 delle BR)

Alle 9,15 del 16 marzo 1978, in via Fani a Roma, la Fiat 130 guidata dall’appuntato dei carabinieri Domenico Ricci, con a bordo l’onorevole Aldo Moro, viene bloccata da un commando di terroristi e crivellata di colpi. Cinque uomini della scorta vengono uccisi, il presidente della DC sequestrato. La vicenda umana e politica del rapimento Moro si consumò in 55 giorni: i più lunghi e oscuri dell’Italia del dopoguerra. Non sono bastati 5 processi e 2 commissioni parlamentari d’inchiesta a fare definitiva chiarezza.
Compagni, la battaglia iniziata il 16 marzo con la cattura di Aldo Moro è arrivata alla sua conclusione. Il Presidente della Democrazia Cristiana è stato condannato a morte. L’unico linguaggio che i servi dell’imperialismo hanno dimostrato di saper intendere è quello delle armi. Concludiamo quindi la battaglia eseguendo la sentenza”. (Comunicato nr. 9 delle BR)

 
 
Fonte : Teatro Bellini – Napoli
 

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