POLITICA E PASSIONE HANNO SEMPRE UN FORTE IMPATTO EMOTIVO
P A N E E L I B E R T A ’
di Mariangiola Castrovilli
Giornali però non tutti plaudenti, Gabriella Gallozzi dell’Unità per esempio ha distrutto il lavoro senza mezzi termini, dando segni d’insofferenza fin dall’anteprima per noi giornalisti, ridendo e parlando forte, disturbando così la proiezione tanto da far girare la testa a chi voleva giustamente il silenzio per poter comunque terminare la visione per poi giudicare con tranquillità.
Interpretata da Pierfrancesco Favino, senz’altro più charming del vero Di Vittorio insieme a Giuseppe Zeno, Emilio Bonucci, Massimo Wertmuller, Raffaelle Rea, Ernesto Maieux e con la splendida musica di Ennio Morricone, il film racconta la storia di un uomo che ha combattuto in prima persona tutta la sua vita per difendere i suoi ideali ed i diritti di tutti, con un’idea nobile della politica.
Alberto Negrin, provocatoriamente lei dice che questo è un film western… «Non ho mai pensato di fare un film politico o ideologico, quello che mi interessa sono le anime, ed entrare con la telecamera nell’anima di un uomo è un valore così raro che attorno a questo nucleo centrale abbiamo costruito un western dove le contrapposizioni sono assolute, bene/male, buono/cattivo, giustizia/ingiustizia, uno schema valido per ogni tipo di storia».
segue … > > >
P A N E E L I B E R T A ’
di Mariangiola Castrovilli
Giornali però non tutti plaudenti, Gabriella Gallozzi dell’Unità per esempio ha distrutto il lavoro senza mezzi termini, dando segni d’insofferenza fin dall’anteprima per noi giornalisti, ridendo e parlando forte, disturbando così la proiezione tanto da far girare la testa a chi voleva giustamente il silenzio per poter comunque terminare la visione per poi giudicare con tranquillità.
Interpretata da Pierfrancesco Favino, senz’altro più charming del vero Di Vittorio insieme a Giuseppe Zeno, Emilio Bonucci, Massimo Wertmuller, Raffaelle Rea, Ernesto Maieux e con la splendida musica di Ennio Morricone, il film racconta la storia di un uomo che ha combattuto in prima persona tutta la sua vita per difendere i suoi ideali ed i diritti di tutti, con un’idea nobile della politica.
Alberto Negrin, provocatoriamente lei dice che questo è un film western… «Non ho mai pensato di fare un film politico o ideologico, quello che mi interessa sono le anime, ed entrare con la telecamera nell’anima di un uomo è un valore così raro che attorno a questo nucleo centrale abbiamo costruito un western dove le contrapposizioni sono assolute, bene/male, buono/cattivo, giustizia/ingiustizia, uno schema valido per ogni tipo di storia».
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Favino, qual è stata la scena più toccante di questo lavoro? «Per me non c’è stata una solo scena», risponde l’attore, «ma una vita che è esemplare. Vedere una massa di lavoratori che si muove e lotta per conquistare i suoi diritti, mi ha commosso oltre ogni dire».
A spingerlo verso Pane e libertà, è stata, come lui stesso confessa, «la fondamentale passione per la mia terra di provenienza, la Puglia, e la possibilità di raccontare la grande onestà di una persona che credeva in un sogno. Di Vittorio andando a letto diceva ogni sera di aver fatto il proprio dovere. Un esempio per ciascuno di noi».