IL PRIMO FILMATO DAL SUDAFRICA

\"Diario

DIARIO DI BORDO
VI SPEDIZIONE SCIENTIFICA 2009
SULLE ORME DEL GRANDE SQUALO BIANCO

F I N A L M E N T E    I N   M A R E  !

\"VIDEOPENSIERO   Q U I  . . .  > > > 

 

O C C H I   N E G L I   O C C H I   C O N   G L I   S Q U A L I

\"Sara(Sara Andreotti – dalla VI Spedizione a Gansbaai) – Questo secondo giorno in Sud Africa ha risvegliato a chi c’era già stato, tutta la passione e l’entusiasmo per questa avventura, alle nuove leve ha invece offerto le grandi ed uniche emozioni che solo un grande squalo bianco può regalare.
Stamattina partenza dal Saxon Lodge h. 7.00 precise, alle 7.40 eravamo già circondati dagli Oceani. Alle h. 08.04 il primo grande squalo bianco, appare all’improvviso, silenzioso e maestoso, ad osservare quelle strane creature che gli sorridono dalla barca. Il chum (pastura) e’ nell’acqua, ma il grande bianco aspetta prima di assaggiare il pezzo di tonno lanciato dalla barca. Nel frattempo i primi sono già nella gabbia, Franco Iosa e Primo Micarelli aspettano il segnale per la breve apnea che li porterà occhi negli occhi con il primo dei giganteschi pesci che ci accingiamo a studiare questa settimana. Nel frattempo sulla barca è tutto un fermento, tra chi estrae la macchina fotografica, Enrico Rabboni comincia le riprese ed il gruppo di raccolta dati comincia a mostrare ai nuovi studenti come operare al meglio.
\"SQUALOOltre ai dati sui moduli comportamentali degli squali rispetto alla preda passiva (il tonno), oggi sono riprese anche le osservazioni con una delle 2 Manuelite: le sagome di leone marino usate per osservare la scelta operata dagli squali di fronte ad uno stimolo olfattorio e ad uno visivo.
 
L’Oceano e I suoi indiscussi padroni si sono dimostrati benevoli fino alle 10.00, dopo di che un improvviso cambio di vento ha portato improvvisamente nuvole scure e freddo, cosi che anche la già scarsa visibilità in acqua si e’ridotta da 1,5m a zero.
Dietro consiglio di Michael Rutzen è stata tentata l’osservazione del breach (il salto fuori dall’acqua dello squalo) con una delle sue sagome posta a traino dietro la barca, ma, la buona volontà non e’ bastata a far saltare gli squali. Infine le onde ci hanno costretto al rientro (comunque alle h.12.30), dopo un breve passaggio vicino a Gayser Rock, piena, ma proprio piena, di piccoli leoncini di mare di non più di 50cm di lunghezza.
La giornata si e’ comunque rivelata molto positiva, con 6 squali differenti e lo spettacolo inatteso di uno di questi che e’ uscito dall’acqua a bocca aperta con un breach in verticale, fino alle pinne pettorali!
Domani la sveglia ci attende ancora più presto, dovremo partire dal Saxon alle 06.20!
A domani!

L ’ E C O S I S T E M A   D I   D Y E R   I S L A N D

\"Sara(Sara Spinetti – dalla redazione del “Diario di Bordo”) – L’arrivo a Gansbaai dà sempre una certa emozione anche se non è la prima volta che partecipi alla spedizione. Eppure è un semplice e piccolo paese di pescatori, 2 pub, una discoteca, un supermercato, qualche negozietto senza alcuna pretesa, ma è il paradiso per chi viene a studiare gli squali bianchi.
L’ecosistema di Dyer Island è peculiare ed unico: la colonia di 60 mila leoni di mare che vive stanzialmente su Geiser Rock, isolotto scoglioso di fronte a Dyer, è una specie di self service per gli squali che si trovano in queste acque: una fonte di cibo sicuro. Inoltre proprio sull’isola di Dyer trovano rifugio colonie di uccelli acquatici che si affollano qui per nidificare o qualche pinguino che la sceglie come punto di sosta.
 
segue … >>>
 


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DIARIO DI BORDO
VI SPEDIZIONE SCIENTIFICA 2009
SULLE ORME DEL GRANDE SQUALO BIANCO

F I N A L M E N T E    I N   M A R E  !

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O C C H I   N E G L I   O C C H I   C O N   G L I   S Q U A L I

\"Sara(Sara Andreotti – dalla VI Spedizione a Gansbaai) – Questo secondo giorno in Sud Africa ha risvegliato a chi c’era già stato, tutta la passione e l’entusiasmo per questa avventura, alle nuove leve ha invece offerto le grandi ed uniche emozioni che solo un grande squalo bianco può regalare.
Stamattina partenza dal Saxon Lodge h. 7.00 precise, alle 7.40 eravamo già circondati dagli Oceani. Alle h. 08.04 il primo grande squalo bianco, appare all’improvviso, silenzioso e maestoso, ad osservare quelle strane creature che gli sorridono dalla barca. Il chum (pastura) e’ nell’acqua, ma il grande bianco aspetta prima di assaggiare il pezzo di tonno lanciato dalla barca. Nel frattempo i primi sono già nella gabbia, Franco Iosa e Primo Micarelli aspettano il segnale per la breve apnea che li porterà occhi negli occhi con il primo dei giganteschi pesci che ci accingiamo a studiare questa settimana. Nel frattempo sulla barca è tutto un fermento, tra chi estrae la macchina fotografica, Enrico Rabboni comincia le riprese ed il gruppo di raccolta dati comincia a mostrare ai nuovi studenti come operare al meglio.
\"SQUALOOltre ai dati sui moduli comportamentali degli squali rispetto alla preda passiva (il tonno), oggi sono riprese anche le osservazioni con una delle 2 Manuelite: le sagome di leone marino usate per osservare la scelta operata dagli squali di fronte ad uno stimolo olfattorio e ad uno visivo.
 
L’Oceano e I suoi indiscussi padroni si sono dimostrati benevoli fino alle 10.00, dopo di che un improvviso cambio di vento ha portato improvvisamente nuvole scure e freddo, cosi che anche la già scarsa visibilità in acqua si e’ridotta da 1,5m a zero.
Dietro consiglio di Michael Rutzen è stata tentata l’osservazione del breach (il salto fuori dall’acqua dello squalo) con una delle sue sagome posta a traino dietro la barca, ma, la buona volontà non e’ bastata a far saltare gli squali. Infine le onde ci hanno costretto al rientro (comunque alle h.12.30), dopo un breve passaggio vicino a Gayser Rock, piena, ma proprio piena, di piccoli leoncini di mare di non più di 50cm di lunghezza.
La giornata si e’ comunque rivelata molto positiva, con 6 squali differenti e lo spettacolo inatteso di uno di questi che e’ uscito dall’acqua a bocca aperta con un breach in verticale, fino alle pinne pettorali!
Domani la sveglia ci attende ancora più presto, dovremo partire dal Saxon alle 06.20!
A domani!

L ’ E C O S I S T E M A   D I   D Y E R   I S L A N D

\"Sara(Sara Spinetti – dalla redazione del “Diario di Bordo”) – L’arrivo a Gansbaai dà sempre una certa emozione anche se non è la prima volta che partecipi alla spedizione. Eppure è un semplice e piccolo paese di pescatori, 2 pub, una discoteca, un supermercato, qualche negozietto senza alcuna pretesa, ma è il paradiso per chi viene a studiare gli squali bianchi.
L’ecosistema di Dyer Island è peculiare ed unico: la colonia di 60 mila leoni di mare che vive stanzialmente su Geiser Rock, isolotto scoglioso di fronte a Dyer, è una specie di self service per gli squali che si trovano in queste acque: una fonte di cibo sicuro. Inoltre proprio sull’isola di Dyer trovano rifugio colonie di uccelli acquatici che si affollano qui per nidificare o qualche pinguino che la sceglie come punto di sosta.
 
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Di fronte a questo tratto di costa si incontrano le acque calde dell’oceano indiano e quelle fredde dell’oceano pacifico che danno origine con il loro gioco di correnti contrastanti al fenomeno dell’upwelling o più semplicemente della “risalita”: dal fondo dell’oceano risalgono verso la superficie grandi quantità di nutrienti che foraggiano una grande popolazione di zooplancton alla base della catena alimentare marina. Il resto è una reazione a catena vera e propria: i banchi di piccoli pesci spinti dalle correnti si dirigono verso queste zone per nutrirsi, di krill, i pesci più grandi arrivano seguendo le prede più piccole e così via fino ai grandi mammiferi marini e agli squali bianchi non a caso definiti “top predators“. Anche le grandi barriere di kelp giocano un ruolo fondamentale per l’ossigenazione delle acque, per la produzione di azoto e per la protezione che forniscono alle creature più piccole.
 
 

LO SAPEVATE CHE ..?
 
E’ STATO PROPRIO GRAZIE ALLA PRESENZA DEGLI SQUALI BIANCHI DAVANTI ALLE COSTE DELLA CALIFORNIA SETTENTRIONALE CHE E’ STATA FERMATA UNA GRANDE EPIDEMIA DI RABBIA NELLE COLONIE STANZIALI DELLE FOCHE CHE STAVA PORTANDO ALLA SCOMPARSA DI QUESTI MAMMIFERI DAI LORO SITI ABITUALI. I GRANDI BIANCHI HANNO CONTRIBUITO AD ELIMINARE LE FOCHE MALATE ED A RISTABILIRE L’EQUILIBRIO NATURALE.

\"PINGUINI\"

mikronet

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