30 MARZO – AVVISTATI QUATTRO SQUALI ADULTI ED UN PICCOLO
DIARIO DI BORDO
VI SPEDIZIONE SCIENTIFICA 2009
SULLE ORME DEL GRANDE SQUALO BIANCO
SULLE ORME DEL GRANDE SQUALO BIANCO
PERSISTONO CONDIZIONI METEO MARINE PROIBITIVE
OSSERVAZIONI DI GRAN LUNGA LIMITATE
La profondità era di 12m e la visibilità persiste scarsa. Tra le onde lunghe che accarezzavano il “Barracuda” abbiamo cominciato la lunga attesa, durata quasi 3h prima di vedere la prima pinna girare curiosa attorno alla barca.
Al rientro, dopo il pranzo al Diving ci siamo spostati al Saxon Lodge, dove abbiamo potuto seguire la prima, interessante conferenza di Michael Rutzen, sulla biologia dello squalo bianco.
Chiuderemo gli occhi questa sera, sperando di riaprirli domattina su una giornata senza nuvole, col mare calmo e limpido.
CACCIA ALLE FINTE OTARIE
Il primo è una preda decisamente facile, attira gli squali in modo immediato per la scia di sangue che lascia dietro di sé, ma rappresenta un basso valore calorico dunque una caccia poco fruttuosa; la sagoma dovrebbe “ricordare allo squalo” un pasto energicamente migliore anche se più difficile da cacciare.
segue … >>>
DIARIO DI BORDO
VI SPEDIZIONE SCIENTIFICA 2009
SULLE ORME DEL GRANDE SQUALO BIANCO
SULLE ORME DEL GRANDE SQUALO BIANCO
PERSISTONO CONDIZIONI METEO MARINE PROIBITIVE
OSSERVAZIONI DI GRAN LUNGA LIMITATE
La profondità era di 12m e la visibilità persiste scarsa. Tra le onde lunghe che accarezzavano il “Barracuda” abbiamo cominciato la lunga attesa, durata quasi 3h prima di vedere la prima pinna girare curiosa attorno alla barca.
Al rientro, dopo il pranzo al Diving ci siamo spostati al Saxon Lodge, dove abbiamo potuto seguire la prima, interessante conferenza di Michael Rutzen, sulla biologia dello squalo bianco.
Chiuderemo gli occhi questa sera, sperando di riaprirli domattina su una giornata senza nuvole, col mare calmo e limpido.
CACCIA ALLE FINTE OTARIE
Il primo è una preda decisamente facile, attira gli squali in modo immediato per la scia di sangue che lascia dietro di sé, ma rappresenta un basso valore calorico dunque una caccia poco fruttuosa; la sagoma dovrebbe “ricordare allo squalo” un pasto energicamente migliore anche se più difficile da cacciare.
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Sulla base di questi dati preliminari si crede che la differenza tra comportamento maschile e femminile probabilmente sia da attribuirsi alle minori dimensioni dei maschi e quindi alla minor età rispetto alle femmine: queste ultime più adulte avrebbero maggior esperienza e riuscirebbero a selezionare in modo migliore le prede. Le conclusioni accuratamente elaborate sono state presentate al congresso di etologia 2008 a Cosenza.
La spedizione di quest‘anno e le altre in avvenire, si pongono proprio lo scopo di collezionare il maggior numero di dati possibile per elaborarli e rendere definitive queste prime osservazioni.
Per ora possiamo affermare con sicurezza che gli squali sanno distinguere tra un buono ed un cattivo pasto… e l’uomo non è affatto buono !!!!
LO SAPEVATE CHE ?
L’ANNO SCORSO MANUELITA E’ TALMENTE PIACIUTA AD UNA FEMMINA DI SQUALO BIANCO CHE HA SFERRATO UN POTENTE ATTACCO DAL BASSO E HA RECISO LA SAGOLA CHE LA TENEVA FISSATA ALL’IMBARCAZIONE PORTANDOLA ALLA DERIVA.
LA SAGOMA CI E’ STATA RICONSEGNATA PIU’ TARDI DA UN’ALTRA BARCA CHE L’HA INCROCIATA IN ALTO MARE .
ORA LA FINTA OTARIA PORTA SU DI SE’ L’IMPRONTA DEI DENTI E DELL’ARCATA DENTALE DI UNO SQUALO BIANCO DI OLTRE 4 METRI.