30 MARZO – AVVISTATI QUATTRO SQUALI ADULTI ED UN PICCOLO

\"Diario

DIARIO DI BORDO
VI SPEDIZIONE SCIENTIFICA 2009
SULLE ORME DEL GRANDE SQUALO BIANCO

PERSISTONO CONDIZIONI METEO MARINE PROIBITIVE

OSSERVAZIONI DI GRAN LUNGA LIMITATE

 
 

\"L\'IMBARCAZIONE(Gansbaai – 30 Marzo) – Stamattina sveglia h.6.00. Le condizioni atmosferiche erano proibitive per raggiungere Gayser Rock (tanto che avremmo rischiato di scuffiare), quindi Michael ha preferito effettuare le osservazioni nella zona solitamente utilizzata durante l’estate (da novembre a febbraio).
La profondità era di 12m e la visibilità persiste scarsa. Tra le onde lunghe che accarezzavano il “Barracuda” abbiamo cominciato la lunga attesa, durata quasi 3h prima di vedere la prima pinna girare curiosa attorno alla barca.

\"UNODei 4 squali visti oggi, merita 2 righe un “piccolo” di circa 2m di lunghezza incuriosito e timido allo stesso tempo. Ha nuotato lontano dalla barca più e più volte, osservando da vicino la sagoma di leone marino, la preda passiva, i motori e i nodi che pendevano dalle cime di ancoraggio. Ha continuato a girarci attorno per quasi 40 minuti con tutta calma, con la dorsale che fendeva l’acqua senza sollevare spruzzi.
Al rientro, dopo il pranzo al Diving ci siamo spostati al Saxon Lodge, dove abbiamo potuto seguire la prima, interessante conferenza di Michael Rutzen, sulla biologia dello squalo bianco.
Chiuderemo gli occhi questa sera, sperando di riaprirli domattina su una giornata senza nuvole, col mare calmo e limpido.

 
 
 
 
CACCIA ALLE FINTE OTARIE
 

\"UNA(Sara Spinetti – dalla redazione del “Diario di Bordo”) – Come ben saprete anche quest’anno insieme ai componenti della VI° spedizione “sulle orme del grande squalo bianco” sono volate in Sud Africa anche le sagome tridimensionali di leone di mare, le famose “Manuelite”, che serviranno a raccogliere dati importanti sul comportamento dello squalo bianco. Il fine è quello di stabilire quale e quanta sia la capacità di discriminazione dei grandi predatori in presenza di due diverse prede passive: il trancio di pesce sanguinolento e la sagoma di leone di mare simile per forma alle prede usualmente cacciate in quella zona.
Il primo è una preda decisamente facile, attira gli squali in modo immediato per la scia di sangue che lascia dietro di sé, ma rappresenta un basso valore calorico dunque una caccia poco fruttuosa; la sagoma dovrebbe “ricordare allo squalo” un pasto energicamente migliore anche se più difficile da cacciare.

 

segue … >>>


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DIARIO DI BORDO
VI SPEDIZIONE SCIENTIFICA 2009
SULLE ORME DEL GRANDE SQUALO BIANCO

PERSISTONO CONDIZIONI METEO MARINE PROIBITIVE

OSSERVAZIONI DI GRAN LUNGA LIMITATE

 
 

\"L\'IMBARCAZIONE(Gansbaai – 30 Marzo) – Stamattina sveglia h.6.00. Le condizioni atmosferiche erano proibitive per raggiungere Gayser Rock (tanto che avremmo rischiato di scuffiare), quindi Michael ha preferito effettuare le osservazioni nella zona solitamente utilizzata durante l’estate (da novembre a febbraio).
La profondità era di 12m e la visibilità persiste scarsa. Tra le onde lunghe che accarezzavano il “Barracuda” abbiamo cominciato la lunga attesa, durata quasi 3h prima di vedere la prima pinna girare curiosa attorno alla barca.

\"UNODei 4 squali visti oggi, merita 2 righe un “piccolo” di circa 2m di lunghezza incuriosito e timido allo stesso tempo. Ha nuotato lontano dalla barca più e più volte, osservando da vicino la sagoma di leone marino, la preda passiva, i motori e i nodi che pendevano dalle cime di ancoraggio. Ha continuato a girarci attorno per quasi 40 minuti con tutta calma, con la dorsale che fendeva l’acqua senza sollevare spruzzi.
Al rientro, dopo il pranzo al Diving ci siamo spostati al Saxon Lodge, dove abbiamo potuto seguire la prima, interessante conferenza di Michael Rutzen, sulla biologia dello squalo bianco.
Chiuderemo gli occhi questa sera, sperando di riaprirli domattina su una giornata senza nuvole, col mare calmo e limpido.

 
 
 
 
CACCIA ALLE FINTE OTARIE
 

\"UNA(Sara Spinetti – dalla redazione del “Diario di Bordo”) – Come ben saprete anche quest’anno insieme ai componenti della VI° spedizione “sulle orme del grande squalo bianco” sono volate in Sud Africa anche le sagome tridimensionali di leone di mare, le famose “Manuelite”, che serviranno a raccogliere dati importanti sul comportamento dello squalo bianco. Il fine è quello di stabilire quale e quanta sia la capacità di discriminazione dei grandi predatori in presenza di due diverse prede passive: il trancio di pesce sanguinolento e la sagoma di leone di mare simile per forma alle prede usualmente cacciate in quella zona.
Il primo è una preda decisamente facile, attira gli squali in modo immediato per la scia di sangue che lascia dietro di sé, ma rappresenta un basso valore calorico dunque una caccia poco fruttuosa; la sagoma dovrebbe “ricordare allo squalo” un pasto energicamente migliore anche se più difficile da cacciare.

 

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\"UN\'ALTRAI dati ottenuti nella prima fase di raccolta si sono rivelati in ultima analisi più interessanti del previsto. Tra tutti gli esemplari che si sono avvicinati alle due esche, la maggioranza dei maschi ha dimostrato un immediato interesse verso il leone di mare ma dopo il primo vano tentativo di attacco si sono rivolti subito al pesce predilgendo una preda più facile; le femmine al contario (…e lo dico con un pizzico di orgoglio…) hanno sferrato ripetuti attacchi al finto leone di mare dopo vari giri preliminari di ispezione e non si sono arrese fino a che la caccia non si è conclusa a loro favore.
Sulla base di questi dati preliminari si crede che la differenza tra comportamento maschile e femminile probabilmente sia da attribuirsi alle minori dimensioni dei maschi e quindi alla minor età rispetto alle femmine: queste ultime più adulte avrebbero maggior esperienza e riuscirebbero a selezionare in modo migliore le prede. Le conclusioni accuratamente elaborate sono state presentate al congresso di etologia 2008 a Cosenza.
La spedizione di quest‘anno e le altre in avvenire, si pongono proprio lo scopo di collezionare il maggior numero di dati possibile per elaborarli e rendere definitive queste prime osservazioni.
Per ora possiamo affermare con sicurezza che gli squali sanno distinguere tra un buono ed un cattivo pasto… e l’uomo non è affatto buono !!!!

 
 

LO SAPEVATE CHE ?
 
L’ANNO SCORSO MANUELITA E’ TALMENTE PIACIUTA AD UNA FEMMINA DI SQUALO BIANCO CHE HA SFERRATO UN POTENTE ATTACCO DAL BASSO E HA RECISO LA SAGOLA CHE LA TENEVA FISSATA ALL’IMBARCAZIONE PORTANDOLA ALLA DERIVA.
LA SAGOMA CI E’ STATA RICONSEGNATA PIU’ TARDI DA UN’ALTRA BARCA CHE L’HA INCROCIATA IN ALTO MARE .
ORA LA FINTA OTARIA PORTA SU DI SE’ L’IMPRONTA DEI DENTI E DELL’ARCATA DENTALE DI UNO SQUALO BIANCO DI OLTRE 4 METRI.

 

mikronet

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