AL FESTIVAL DI CANNES ARRIVANO I VAMPIRI
T H I R S T
di Mariangiola Castrovilli

Qui si parla infatti di un prete che contrariamente al parere dei superiori parte volontario per l’Africa per sperimentare sul suo corpo un nuovo vaccino per combattere una malattia infettiva mortale.
Unico sopravvissuto alla violenza del virus su 500 persone sottoposte al test, ritorna in patria con l’aureola del santo guaritore.

I compaesani malati lo assalgono per farsi guarire, e la vita comincia ad essere meno allegra.
Un giorno rincontra un vecchio amico d’università, e con lui la madre e la moglie verso la quale si sente immediatamente attratto. Invitato a pranzo dall’amico s’accorge che odorando un dei suoi piatti preferiti, sente l’odore del sangue che lo fa quasi svenire per l’intensità, vuoi vedere che è diventato un po’ vampiro?

Eccolo trasformato in un vampiro sui generis che mai ammazzerebbe per procurarsi da mangiare, ma… le complicazioni vengono dalla donna che lo seduce e che morde sul collo, trasformando anche lei in un vampiro pronta a tutto e molto più aggressivo.
Rispetto a tutti gli altri film del genere bisogna dire che questo ha il valore aggiunto di uno humour involontario, esilarante, che fa ridere il pubblico dove non dovrebbe data la drammaticità del momento.
Con Thirst il regista rivisita infatti la filmografia vampiresca ispirandosi al romanzo di Zola, Thérèse Raquin.
segue … >>>
T H I R S T
di Mariangiola Castrovilli

Qui si parla infatti di un prete che contrariamente al parere dei superiori parte volontario per l’Africa per sperimentare sul suo corpo un nuovo vaccino per combattere una malattia infettiva mortale.
Unico sopravvissuto alla violenza del virus su 500 persone sottoposte al test, ritorna in patria con l’aureola del santo guaritore.

I compaesani malati lo assalgono per farsi guarire, e la vita comincia ad essere meno allegra.
Un giorno rincontra un vecchio amico d’università, e con lui la madre e la moglie verso la quale si sente immediatamente attratto. Invitato a pranzo dall’amico s’accorge che odorando un dei suoi piatti preferiti, sente l’odore del sangue che lo fa quasi svenire per l’intensità, vuoi vedere che è diventato un po’ vampiro?

Eccolo trasformato in un vampiro sui generis che mai ammazzerebbe per procurarsi da mangiare, ma… le complicazioni vengono dalla donna che lo seduce e che morde sul collo, trasformando anche lei in un vampiro pronta a tutto e molto più aggressivo.
Rispetto a tutti gli altri film del genere bisogna dire che questo ha il valore aggiunto di uno humour involontario, esilarante, che fa ridere il pubblico dove non dovrebbe data la drammaticità del momento.
Con Thirst il regista rivisita infatti la filmografia vampiresca ispirandosi al romanzo di Zola, Thérèse Raquin.
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«Oddio, queste sono le domande che mi mettono in crisi perché tutte le volte che ti appiccicano un’etichetta la gente inevitabilmente comincia a chiudersi.
Inoltre mi sembra riduttiva applicata a tutto il lavoro. Inoltre nessuno potrebbe cosí rilevare il concetto religioso insito in Thirst.
Se veramente debbo scegliere preferirei definirlo un vampire romance».

«Intanto ho tolto i classici canini smisurati, gli specchi, la paura dell’aglio e l’affondo mortale al cuore…».
E’ la prima volta che un grande studio americano come l’Universal investe pesantemente in un film coreano, che effetto fa?
«Diciamo che il nostro pubblico ha osservato il logo della Universal con interesse, alcuni contenti ed altri pensando che fosse buffo.
Personalmente mi sento molto onorato che Thrist sia diffuso internazionalmente dalla Focus Features».

«Essere a Hollywood o in Corea dipende solo dal tipo di soggetto che hai e non ha niente a che vedere con l’investimento della Universal».
Lei fa film sui vampiri ma dicono che sia facilmente impressionabile. Personalmente crede ai vampiri?
«Quand’ero molto povero guardavo molti horror su un piccolo televisore.
Per lo più erano vecchie cassette VHS viste e riviste dalla qualità ormai deteriorata. Allora però ero un fan di questi film.
Arrivati i DVD ed una prosperità economica che mi ha permesso una Tv gigante mi sono reso conto della mia impressionabilità. Da allora non li guardo più».
FILMATO TRATTO DA WWW.VISUM.IT