NEANCHE IL FESTIVAL DI CANNES RIESCE A SFUGGIRE AL CALCIO
L O O K I N G F O R E R I C
di Mariangiola Castrovilli
Una sera, non sapendo più che fare si rivolge al grande poster di Eric Cantona in camera sua chiedendosi cosa farebbe il più grande giocatore della Manchester United al suo posto. E tac il tempo di girarsi e Cantona è proprio di fronte a lui in carne ed ossa pronto a diventare il suo dispensatore di consigli privato. Un oracolo carico di aforismi esilaranti che gli dispensa a poco a poco aiutandolo a riprendere in mano le fila della sua vita.
Appassionato di pallone, ne parla infatti ad ogni intervista, Loach non gli aveva però mai dedicato un film salvo indirettamente in My name is Joe in cui il protagonista allena una squadra di dilettanti. L’occasione per parlare del suo sport del cuore è arrivata quando la sua produttrice Rebecca O’Brien gli ha proposto di realizzare un lavoro su Eric Cantona.
segue … >>>
L O O K I N G F O R E R I C
di Mariangiola Castrovilli
Una sera, non sapendo più che fare si rivolge al grande poster di Eric Cantona in camera sua chiedendosi cosa farebbe il più grande giocatore della Manchester United al suo posto. E tac il tempo di girarsi e Cantona è proprio di fronte a lui in carne ed ossa pronto a diventare il suo dispensatore di consigli privato. Un oracolo carico di aforismi esilaranti che gli dispensa a poco a poco aiutandolo a riprendere in mano le fila della sua vita.
Appassionato di pallone, ne parla infatti ad ogni intervista, Loach non gli aveva però mai dedicato un film salvo indirettamente in My name is Joe in cui il protagonista allena una squadra di dilettanti. L’occasione per parlare del suo sport del cuore è arrivata quando la sua produttrice Rebecca O’Brien gli ha proposto di realizzare un lavoro su Eric Cantona.
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«Io conosco solo il punto di vista dello spettatore, ma trovo che andare a vedere un match è un fatto molto sociale. Allo stadio esplodono potenziate tutte le emozioni, la gioia, il dolore, le delusione, il dispiacere, la suspence e la supplica. E che deliziosa estasi quando il pallone entra in porta… trovo che in definitiva sia un esercizio terapeutico eccellente vivere tutte queste emozioni canalizzate però in una giusta direzione».
Cantona, cosa ha significato tornare a manchester da attore?
«E’ stato fantastico» risponde sorridendo questo gigante quadrato come un armadio, «perché amo la gente del posto ed è un sentimento che ritrovo intatto nel tempo. Certo quando l’ho smessa col calcio non è stato semplice, però ho la
fortuna di avere altre passioni, come per esempio essere attore, dipingere e suonare la tromba, come avete visto in questo film, solo che devo esercitarmi parecchio…».
Che effetto fa recitare nella parte di se stesso?
«Be, qui sono Eric Cartona nell’immaginazione di Eric Bishop, perché è così che mi vede e questo mi ha portato a prendere la giusta distanza da me stesso con molta autoironia e questo mi ha divertito non poco».