“Omaggio a Colomba Antonietti” – Appuntamento a Roma, sul Gianicolo, sotto la statua di Giuseppe Garibaldi e deposizione di un mazzo di rose bianche presso il busto dell’eroina.
La manifestazione vedrà la partecipazione della sezione romana dell’Associazione Mazziniana, presieduta dal dott. Massimo Scioscioli e sarà introdotta dalla dott.ssa Cinzia Dal Maso, giornalista, scrittrice e autrice del libro “Colomba Antonietti. La vera storia di un’eroina” (Edilazio). Prevista la lettura di brani dall’Ode di Luigi Mercantini a cura della dott.ssa Annalisa Venditti.
Il 13 giugno del 1849 la Repubblica Romana stava vivendo i suoi ultimi, gloriosi giorni. L’artiglieria francese batteva con fuoco incessante le mura Gianicolensi per aprirvi delle brecce. Intorno alle sei del pomeriggio, al sesto bastione, una palla di cannone rimbalzava sul muro e feriva orribilmente un giovane soldato che spirava di lì a poco, per un’emorragia inarrestabile. Un ufficiale, il conte Luigi Porzi, si gettava su quel corpo in preda alla più profonda disperazione: il soldato era sua moglie, Colomba Antonietti, che nonostante i suoi 22 anni da tempo combatteva insieme al marito in abiti virili. Dopo un paio di mesi Luigi Mercantini, il poeta che riuscì a far penetrare gli ideali risorgimentali e il mito garibaldino nell’anima popolare italiana, compose l’ode “Una madre romana alla sepoltura di Colomba Antonietti Porzio”.
Ecco un breve, toccante passaggio:
…Ma l’ora di Colomba era venuta!
La gloriosa, ohimé! dovea morir!
Roma da tutte parti è combattuta,
E più di un muro già si vede aprir.
Il percosso bastion la mia guerriera
S’affretta, ove più crolla, a riparar;
Ma senza posa dall’ostil trincera
S’ode il tuono e si vede folgorar
Sul destro fianco la succinta gonna
Una riga di sangue a lei segnò,
E bianca in viso la leggiadra donna
Di Luigi nel sen si abbandonò…
Una vicenda di vero patriottismo, ma anche una struggente storia d’amore tra la figlia di un fornaio e un nobile cadetto pontificio, riusciti a sposarsi a dispetto di tutto e di tutti, andando contro le convenzioni sociali dell’epoca. Colomba aveva affrontato a testa alta gli schiaffi del padre, l’opposizione della madre, una spia alle calcagna e gli occhi di tutta Foligno puntati addosso. Luigi, dal canto suo, non si era curato della disapprovazione dei parenti, delle punizioni dei superiori e dei trasferimenti.
L’esame scrupoloso delle fonti contemporanee alla vicenda ha permesso di ricostruire la vita di Colomba, liberandola dalle menzogne, dalle leggende e dai falsi miti che si sono stratificati nel tempo. Perché il suo personaggio – particolare, fuori dalle righe, a volte persino scomodo – ha subito molte metamorfosi ed è stato considerato attraverso gli anni in modo diverso, secondo il mutare della società.
E’ stato provato senza ombra di dubbio che la morte di Colomba non è avvenuta al bastione davanti a Porta San Pancrazio, come da tempo si ripete, ma a circa 700 metri di distanza, al sesto bastione, presso l’attuale largo Giovanni Berchet.
Dopo oltre 70 anni dal loro ritrovamento sono stati esaminati i reperti trovati nella tomba di Colomba in San Carlo ai Catinari, dando loro una suggestiva interpretazione.
Colomba Antonietti era nata il 19 ottobre 1826, intorno a mezzogiorno, a Bastia Umbra, in provincia di Perugia, da Michele e Diana Trabalza. Quello stesso giorno era stata battezzata nella chiesa collegiale cittadina con i nomi di Colomba, Corona e Caterina. Appena due mesi più tardi, la famiglia lasciò Bastia per trasferirsi a Foligno, dove il padre di Colomba, fornaio, aveva ottenuto una privativa per la preparazione del pane e aveva preso in affitto il forno di fronte al palazzo comunale, nel quattrocentesco palazzo Varini-Jacobilli, andando ad abitare nella parte superiore.
Intervista a Cinzia Dal Maso
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IL LIBRO
Cinzia Dal Maso
Colomba Antonietti
La vera storia di un’eroina
EdiLazio (188 pagine, ill. b/n, 12.00 euro)
Colomba Antonietti combatté valorosamente per la Repubblica Romana e morì, ferita dagli artiglieri francesi, il 13 giugno 1849 al sesto bastione delle mura Gianicolensi. L’esame scrupoloso delle fonti contemporanee ha permesso di ricostruire la vita di questa eroina del Risorgimento, liberandola dalle menzogne, dalle leggende e dai falsi miti. Una vicenda di patriottismo, ma anche una struggente storia d’amore tra la figlia di un fornaio e un nobile cadetto pontificio, che riuscirono a sposarsi a dispetto di tutto e di tutti, contro le convenzioni sociali dell’epoca.
Cinzia Dal Maso è una giornalista romana, laureata in Lettere (Archeologia) e in Scienze della Comunicazione pubblica e d’impresa.
Nel 2004 ha ricevuto in Campidoglio il premio “Personalità Europea”.
E’ responsabile del sito web “Specchio etrusco” (www.specchioetrusco.it) e autrice, insieme con Antonio Venditti, del volume “Le città degli Etruschi” (Bonechi).
Collabora con la rivista “Lazio ieri e oggi” e con altri periodici.
Per la pagina settimanale “Specchio romano” del quotidiano Italia Sera ha curato una serie di articoli dedicata ai romani protagonisti delle vicende risorgimentali.
Studiosa della Repubblica romana del 1849, si interessa soprattutto della partecipazione femminile alla sua difesa, trascurata dalla storiografia ufficiale.
Il libro, molto ricercato tra gli amanti della storia capitolina, è stato presentato in anteprima lo scorso anno alla decima edizione di “Più libri più liberi”, la fiera nazionale della piccola e media editoria di Roma, al Palazzo dei Congressi dell’EUR presso lo stand EdiLazio. Poi è stato oggetto di una serie di presentazioni in alcune sedi di rilievo istituzionale della capitale. Il 18 dicembre 2011 presso il Laboratorio della Individuazione in Trastevere che ha registrato oltre all’intervento dell’autrice anche quelli della psichiatra Anna Maria Meoni, della psicologa Angela Maria Bartalotta e della giornalista Annalisa Venditti. Nel 2012 a gennaio il libro di Cinzia Dal Maso è stato presentato presso l’Associazione culturale “Espero Multidesk” di Roma con la presenza del docente universitario Giovanni Curtis e dello scrittore Adriano Sconocchia. Quest’ultimo, nato a Roma nel 1960, Si è laureato in Lettere nel 1984 presso l’Università di Roma “La Sapienza” con un corso di studi in storia moderna e contemporanea. Si è occupato dei rapporti tra Roma e Venezia durante l’interdetto papale del 1605 prima di dedicarsi alla studio degli aspetti sociali nell’ambito della storia dello Stato Pontificio nel secondo Ottocento. Nel 2002 ha collaborato alla mostra documentaria “Giustizia e criminalità a Cori in età moderna” e a una mostra itinerante sul brigantaggio pontificio attualmente in allestimento. Nel 2008 ha pubblicato per i tipi della Gangemi “La banda Panici al tramonto dello Stato Pontificio”. Nel 2009 ha tenuto un seminario sul “Brigantaggio nello Stato Pontificio” presso l’Università degli Studi Roma Tre. Nel 2011 ha pubblicato, sempre per Gangemi, “Le camicie rosse alle porte di Roma”, con cui ha vinto il primo premio del concorso letterario Mario Pannunzio – sezione opere dedicate al Risorgimento. Sempre nel 2011 ha pubblicato il romanzo storico “Il mastro di Mesa” (Edilazio) e il racconto “Un giro di vita”, nella raccolta “Un giorno tra le righe” (Laterza). Ha scritto occasionalmente testi comici per la TV ed è attore, autore e regista di testi teatrali. È uno dei protagonisti della docu-fiction Il mondo di Veronica in onda prossimamente nella trasmissione Unomattina.
Infine nel maggio scorso l’attenzione sull’opera della Dal Maso è stata spostata presso la Biblioteca Casanatense di Roma con gli interventi di Mariolina Palumbo (psicologa e psicoterapeuta), Franco Tamassia (direttore dell’Istituto Internazionale di Studi “Giuseppe Garibaldi”), Massimo Scioscioli (presidente della sezione romana dell’Associazione Mazziniana). Letture e coordinamento: Annalisa Venditti, scrittrice e giornalista. La Venditti dopo la laurea in Lettere (Archeologia) ha cominciato a collaborare a programmi televisivi di informazione e di attualità della Rai. Studiosa della vicenda dei militari italiani internati nei lager, ha dedicato saggi, pubblicazioni e curato mostre sull’argomento. Dal 2004 è professore invitato di “Teoria e tecniche del linguaggio giornalistico” alla Pontificia Università Urbaniana di Roma. Nel 2009, in occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa, ha ottenuto dal Comitato promotore del Club Unesco di San Marco Argentano un riconoscimento per la sua attività. Nel 2010 ha pubblicato il libro “L’albero di Millì” (Nuovi Autori), una favola per le feste di Natale, e nel 2011 “Andrea Baroni, il cavaliere delle rose e delle nuvole” (Edilazio).